BELLANTI, Francesco
Nacque a Siena, da Giovanni, intorno al 1330.Fonte principale per la sua vita è la biografia contenuta nel Liber mortualis della chiesa dei domenicani di Siena, pubblicata dall'Ugurgieri e poi dall'Ughelli: è anonima, ma dalla lettura risulta composta da una persona che ha avuto contatti con il B., non solo in Siena, ma anche come suo "minister" nel periodo dell'episcopato. Secondo questa biografia, il B. già da laico si sarebbe occupato di "litterae sacrae"; si sposò vivendo "ut non saecularis sed quasi Carthusiensis... reputaretur"; occupò cariche pubbliche in Siena, quale priore ed ambasciatore. Dopo la morte della moglie, si dedicò insieme col figlio Giovanni allo studio della giurisprudenza, a Bologna, conseguendo il dottorato in utroque iure. Prese quindi gli ordini sacri, e sotto il pontificato di Urbano VI veniva nominato vescovo di Monteverde. Nel 1384 passava a Veroli e nel 1386 a Narni. Secondo il Gams (seguito dall'Eubel) il trasferimento sarebbe avvenuto nel 1387: ma come vescovo di Narni appare nella lettera che il doge di Genova Antonio Adorno scriveva il 28 sett. 1386a Francesco Di Vico, prefetto dell'Urbe e sostenitore dell'antipapa Clemente VII, per chiedergli la liberazione del B., che era stato fatto prigioniero mentre, in viaggio per Roma, transitava per il territorio di Viterbo; a questa si aggiungevano, inoltre, lettere di intercessione da parte dei governanti di Siena.
Il 23 apr. 1387 Urbano VI nominava il B. castellano di Narni e tesoriere dei Patrimonio, di S. Pietro, carica quest'ultima che il 4 nov. 1390 fu confermata da Bonifacio IX (Reg. Vat. 312, f. 232 v), il quale il 31 genn. 1391 vi aggiunse anche quella, di tesoriere della Sabina (ibid., f. 318v).
Nel corso della campagna di riconquista dello Stato della Chiesa, passato in gran parte sotto il controllo dell'antipapa Clemente VII, il B. si conservò fedele a Bonifacio IX che il 19 maggio 1391 e ancora il 5 giugno seguente gli ordinò di fortificare Narni (Reg. Vat.313, ff. 91r, 113r) e il 13 genn. 1396 lo nominò tesoriere e "receptor generalis" dei ducato di Spoleto (Reg. Vat.315, f. 18 v). Lo stesso giorno lo incaricò di assolvere dalla scomunica i seguaci di Biordo Michelotti, signore di Perugia, disposti a ritornare all'ubbidienza pontificia (ibid., f. 16 v). In seguito alla pace conclusa da Bonifacio IX col Michelotti, il 24 marzo 1396, il B. si recò a Perugia per assolvere su incarico pontificio il Michelotti e il Comune Perugino (ibid., ff. 54 r, 57 v). Il 21 maggio seguente assolse anche il Comune e il clero di Todi che, avendo parteggiato per il Michelotti, erano incorsi nella scomunica (Arch. com. di Todi, Riform. 51, f. 14 v).Non molto tempo dopo, certo prima dei 1398, fu dimesso dalla carica di tesoriere del Patrimonio di S. Pietro e del ducato di Spoleto.
Trasferito nel 1407 alla diocesi di Grosseto, che resse sino alla sua morte, il 23 febbr. 1408 il B. riceveva l'ingiunzione da parte di Gregorio XII di emettere il giuramento di fedeltà, a lui in quanto papa legittimo contro l'antipapa Benedetto XIII, nelle mani dei vescovi di Firenze ed Arezzo. Morì a Siena il 6 luglio 1417;. fu sepolto nella chiesa dei domenicani, in una cappella costruita dai suoi antenati e dotata da lui stesso.
Fonti e Bibl.: Le fonti archivistiche sono state segnalate cortesemente dal dr. A. Esch. I. Ugurgieri Azzolini, Le pompe sanesi, I, Pistoia 1649, pp. 166-168, 220; F. Ughelli, Italia sacra, I, Venetiis 1717, coll. 1019, 1396; III, ibid. 1718, col. 670; VII, ibid. 1721, coll. 806 ss.; C. Calisse, I Prefetti di Vico, in Arch. d. R. Soc. romana di storia patria, X.(1887), pp. 387, 563; G.Coletti, Regesto delle pergámene della famiglia Anguillara, ibid., p. 251, (n. XXXII); P. G. Gams, Series episcoporum, Ratisbonae 1873, pp. 707, 739, 755, 901; C. Eubel, Hierarchia catholica.., I, Monasterii 1913, pp. 269, 350, 357, 523; T. Graf, Papst Urban VI., Berlin 1916, p. 52; Dictionn. d'Hist. et Géogr. Ecclés.,VII, coll.797 s.