BERLAN, Francesco
Nato a Venezia il 2 luglio 1821 da Pietro e da Isabella Colbertaldo, studiò nella città natale, perfezionandosi nelle lingue classiche presso il collegio Flangini (1843-1846). In questi anni maturarono i suoi primi interessi eruditi: nel 1844 fondava la Società dei bibliofili, e poco più tardi, nel 1846, iniziava quelle esplorazioni negli archivi veneziani che aprivano la strada ai suoi prima lavori di storia locale, in particolare sulla storia delle corporazioni veneziane, sulla famiglia Foscari e sul conte di Carmagnola.
Su questo tema il B. tornò più volte raccogliendo gran messe di documenti e di materiale vario, solo in parte utilizzata nel volume edito a Torino nel 1882, Il conte Francesco Carmagnola. Memorie storico-cririche con documenti inediti, e per il rimanente conservata, con altri mss., presso l'Archivio di Stato di Venezia.
Gli avvenimenti del 1848 colsero il B. in questo fervore di studi. Tra questi ultimi e l'attività civile che egli prese in quel periodo a svolgere non v'era tuttavia, almeno idealmente, soluzione di continuità. Il suo orientamento ancora tutto settecentesco alla ricerca erudita si liberava infatti lentamente delle scorie municipalistiche per aderire alle suggestioni più larghe del moto nazionale, come si può ricostruire dalle colonne di quel giornale politico-satirico, il Sior Antonio Rioba, fondato dal B. e da Augusto Giustiniani, il cui primo numero usciva il 13 luglio 1848 (prima del '48 egli aveva collaborato al Gondoliere, al Vaglio e al Pescatore di Venezia). Soppresso più volte dalla polizia, il giornale doveva interrompere le sue pubblicazioni il 29 marzo 1849 per l'intervento del patriarca. Riapparve, sempre per iniziativa del B., un decennio più tardi, tra il marzo e l'agosto 1860.
Il B., che era stato "concepista" presso il ministero del Culto e della Pubblica istruzione sotto l'amministrazione austriaca e che aveva abbandonato il suo posto per motivi politici, lo tornò ad occupare dal maggio 1848 all'agosto 1849. Eletto deputato all'Assemblea veneta, prese parte alla difesa di Venezia.
Nel settembre 1849 il B. emigrò a Parigi per passare poi in Piemonte, ponendo la sua residenza a Torino, essendogli negato il ritorno a Venezia. Poté tuttavia recarsi a Milano, per brevi soggiorni, ed ivi attendere ai suoi studi eruditi. In questi anni collaborò, anche per motivi economici, a un gran numero di giornali e riviste: si ricordano Il Monitore bibliografico italiano (1851); La Gazzetta piemontese (1852); La Stampa (1853); La Ragione (Torino 1853); Il Progresso (1853); Il Piemonte (1855); IlT rovatore (1856-63); La Gazzetta del Popolo di Lombardia (1860); L'Alleanza (Milano 1860); il B. divenne inoltre direttore, a Milano, della Bandiera italiana, dal 1859 al 1860, e a Venezia dell'Istruzione pubblica, dal 1867 al 1868.
L'intensa attività giornalistica non impedì però al B. di applicarsi nuovamente alla ricerca erudita: nel 1855 compariva nel Piemonte unasua bibliografia degli statuti italiani che, ristampata nel 1858 a Venezia col titolo Statuti italiani. Saggio bibliografico, appartiene al novero dei primi lavori eruditi sull'argomento, assieme a quelli di A. Duboin, di A. Vannucchi e soprattutto di F. Bonaini, ma se ne distacca per il numero delle notizie raccolte e per il maggior vaglio filologico della ricerca. Le analisi del B. sulla legislazione statutaria costituiscono la parte più fruttuosa della sua attività erudita. Nell'anno 1864, nel Politecnico, usciva un primo saggio dei suoi studi sulle consuetudini milanesi; nel contempo egli si proponeva l'edizione degli statuti di Varese, nel quadro di un "programma" complessivo di ricerche sulla legislazione statutaria lombarda la cui presentazione fu stampata a Milano nel 1865 (dalla tip. G. Agnelli) e di cui fece cenno il 29 aprile la Perseveranza (n. 1964). Progetto eseguito solo in piccola parte, ma che fruttò il primo testo critico del Liber Consuetudinum Mediolani anni MCCXVI, che apparve a Milano in due volumi nel 1868 e nel 1869.
Per l'edizione il B. utilizzò il testo del ms. Ambrosiano, collazionando qui e là le varianti del ms. Trivulziano,di cui si fecero allora editori A. Ceruti e G. Porro Lambertenghi (Torino 1869). L'edizione torinese, confluita poi negli Historiae patriae monumenta, XVI,Augustae Taurinorum 1876, coll. 850 ss., si presentava come una risposta polemica all'iniziativa dei B., che replicò, a sua volta, con un lungo saggio: Le due edizioni milanese e torinese delle Consuetudini di Milano dell'anno 1216. Cenni di appunti, giuntovi il testo delle Consuetudini, ridotto a buona lezione…, Venezia 1872. Il Besta, tornando sull'argomento, giudicò questa fatica del B. "assai interessante non solo per lo stile combattivo col quale fu concepita, ma anche per i molti richiami a Statuti e documenti vari i quali possono servire a chiarire dei punti dubbi ".
Accanto a questi lavori meritano d'essere ricordate l'edizione (Venezia 1868) degli statuti di Origgio del 1228 e una bibliografia degli statuti editi ed inediti di Ferrara (in Il Buonarroti,s. 2, XII [1876], pp. 233-270, 289-314, 337-364) ed infine quegli Studi storico-critici sugli Statuti di Pistoia nel sec. XII (Pistoia 1872), che ebbero il loro completamento coll'edizione critica degli Statuti di Pistoia del sec. XII, stampata a Bologna nel 1882.
L'interesse storico-giuridico che il B. portava in questi lavori era assai limitato: su di esso finivano per prendere il sopravvento gli echi della storiografia neoguelfa che egli tuttavia non penetrò mai a fondo. La sua vocazione era più modesta e si stemperava in una ricerca minutamente erudita in cui ogni più ampio tentativo ricostruttivo perdeva vigore. Anzi v'è da notare qui e là il fastidio che provava per la volgarizzazione di alcuni temi e personaggi storici in voga nella letteratura romantica: è il caso dei Due Foscari. Memorie storico-critiche con documenti inediti tratti dall'Archivio del Consiglio dei Dieci, dei Pregadi e del Maggior Consiglio (Torino 1852), come del lavoro sul conte di Carmagnola di cui si è già detto, in cui il B. si proponeva di opporre alle poco attendibili volgarizzazioni una ricostruzione dei fatti non arbitraria e accuratamente documentata.
In questi limiti le ricerche erudite del B. si spiegavano numerosissime nelle direzioni più diverse. Qui ricordiamo solo, rinviando per il rimanente alla bibliografia, il lavoro su La introduzione della stampa in Savigliano, Saluzzo ed Asti nel sec. XV, che uscì postumo a Torino nel 1887 e che rimane ancor oggi lo studio più attendibile e completo sull'argomento, ultimo di una cospicua serie di minute ricerche che il B. andava compiendo sulla storia della stampa in Italia.
Il B., che già negli anni giovanili aveva imboccata la carriera d'insegnante nel collegio dei padri armeni mechitaristi di S. Lazzaro (1841-1846), interrotta poi dalle vicende del '48, tornò all'insegnamento dopo il 1861. Fu professore di lettere italiane in una scuola del comune di Voghera; reggente titolare della scuola tecnica di Milano, titolare dei licei Marco Foscarini e Marco Polo di Venezia; preside di quelli di Fermo, Pistoia e Rovigo. Per motivi di salute fu collocato a riposo dietro sua richiesta il 10 marzo 1876. Nel 1867 era stato aggregato come professore all'Ateneo veneto.
Il B. morì a Torino il 29 luglio 1876.
Fonti e Bibl.: Le Assemblee del Risorgimento, Venezia, Roma 1911, pp. 353-684; E. A. Cicogna, Saggio di bibl. veneziana, Venezia 1847, pp. 551, 610; A. Tessier, F. B.: La introduzione della stampa in Milano, a Proposito dei "Miraculi de la Gloriosa Verzene Maria" colla data del 1469, Venezia 1884 (rec. in Arch. veneto, XXIX[1885], pp. 208-210); G. Soranzo, Bibl. veneziana in aggiunta e continuazione del Saggio di E. A. Cicogna, Venezia 1885, pp. 49, 63, 64, 72, 262, 275, 345, 398, 576, 605; B. Cecchetti, necrologio, in Arch. veneto, XXXII(1886), pp. 259-263; Id., F.B., commemor., Venezia 1887 (pp. 41-46 elenco completo delle opere del B.); M. Bernardini, Guida della stampa Periodica italiana, Lecce 1890, pp. 104, 715; F. Nani Mocenigo, Della letter. venez. dei sec. XIX, Venezia 1916, pp. 120-122; G. Besta-G. L. Barni, Liber Consuetudinum Mediolani, nuova edizione interamente rifatta, Milano 1919, pp. 9, 28; G. Fumagalli, La bibliografia, Roma 1923, p. LVIII; E. Besta, Fonti, in Storia del diritto italiano, a cura di P. dei Giudice, II, Milano 1925, p. 390; A. Pilot, F. B. e i cappelli alla Metternich, in Rivista letteraria [Udine], I (1929), fasc. 3, pp. 10-12; Daniele Manin intimo, a cura di M. Brunetti, P. Orsi, F. Salata, Roma 1936, p. XLIII; P. Rigobon, Gli eletti alle assemblee veneziane del 1848-49, Venezia 1950, pp. 40-42; I periodici popolari dei Risorgimento ,a c. di D. Bertoni Jovine, III (Catalogo), Milano 1960, p. 119; S. Cella, L'emigrazione veneta in Piemonte fra il 1848 e il 1852, in Nova Historia, XIV(1962), p. 168; C. Frati, Diz. bio-bibl. dei bibliotecari e bibliofili ital., Firenze 1934, pp. 63-72; M. Parenti, Aggiunte al Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani di C. Frati, I, Firenze 1957, p. 112.