Umanista e riformatore (Roma 1521 - Basilea 1590). Segretario di Francesco d'Avalos, marchese di Pescara, lo abbandonò per sottrarsi ai rigori dell'Inquisizione e si rifugiò dapprima a Basilea, presso il Curione (1557), poi a Zurigo, a Strasburgo (1558) e nuovamente a Basilea. Formatosi alle idee di J. Valdés, subì poi l'influsso dello spiritualismo religioso degli eretici italiani suoi amici (F. Sozzini, Curione, Aconcio, Ochino ed altri), senza tuttavia abbandonare, come appare probabile, la Chiesa riformata. Nel 1574 pubblicò la sua difesa contro G. Muzio, che lo aveva attaccato con i suoi scritti fin dal 1558; tradusse elegantemente un'opera di Galeno (1587).