BIANCHI, Francesco
Attivo in Lombardia nel corso del sec. XVIII, è ricordato dall'antica letteratura quasi esclusivamente come collaboratore di A. M. Ruggeri, pittore di figura. È, molto spesso confuso, anche in testi recenti, con altri Bianchi a lui contemporanei, in ispecie Federico e Francesco Maria, varesino, artisti di levatura assai superiore (e contro tale confusione già il Lanzi metteva in guardia). Le opere che gli si possono attribuire con qualche certezza sono pochissime. Può essere identificato con quel Francesco Bianco che nel 1727 veniva pagato, insieme con un Tosi, per i ritratti del re di Spagna e del governatore di Milano, collocati in Palazzo reale (cfr. Archivio di Stato di Milano,Registro degli autografi,Fondo camerale, nn. 104-108). Secondo il Modorati, la cui fonte probabile sono i documenti dell'archivio del duomo di Monza non ancora organicamente consultati, l'attività del B. con il Ruggeri nello stesso duomo incomincia nel 1732, con gli affreschi sulle pareti e la volta del chiostro, eseguiti insieme col quadraturista G. Lecchi: oggi se ne rinvengono poche tracce, di scadente fattura. Il Bartoli gli assegna il medaglione a fresco, con la Gloria dei ss. Quirico e Giulitta, dell'oratorio pavese dei Mezzabarba, eseguito intorno al 1734, i cui caratteri stilistici ben si accordano con i superstiti affreschi monzesi. Il 16maggio 1739 è pagato, con Gaetano e Antonio Dardanoni e Giovan Battista Riccardi, per apparati decorativi nel duomo di Milano, comprendenti figure e architetture. Dopo il 1739 si pone, secondo il Modorati, l'esecuzione dei teloni per la navata centrale del duomo di Monza; del B. sarebbero il Battesimo di Agilulfo, con il Ruggeri, e l'Ambasciata pontificia a Teodolinda, ma si tratta di attribuzioni da ricontrollare, perché l'Ambasciata è con tutta evidenza opera di Federico Bianchi, e non di Francesco.
In S. Maria delle Grazie, a Milano, il B. aveva eseguito con il Ruggeri una tavola con S. Pio V, ora scomparsa (Bartoli, I, p. 192). A Pavia il Bartoli gli riferiva un affresco in S. Giacomo e, col Ruggeri, quattro quadri nel coro di S. Maria di Loreto: tutte opere distrutte o disperse. Le vecchie guide pavesi estendono poi la sua attività per i Mezzabarba ad affreschi "prospettici, mitologici o di genere" (Natali, p. 123) in alcune sale del palazzo; non è ben certo che sia lui il Bianchi ricordato tra i frescanti di palazzo Clerici, a Milano. Il Gussalli infine gli attribuiva dubitativamente (e non sappiamo sopra quale base) affreschi con deità olimpiche nello scalone della villa Alari Visconti (oggi ospedale) a Cernusco sul Naviglio: effettivamente queste pitture, come qualche altra nella stessa villa, presentano affinità con quelle meglio documentate.
L'affresco dell'oratorio dei Mezzabarba, insieme con le fatiscenti pitture monzesi, è pertanto l'unica opera del B. - sempre che il Bartoli sia stato esattamente informato - sulla quale possono fondarsi successivi riconoscimenti; l'impianto ne èabbastanza felice e moderno, ma la condotta pittorica assai scadente, e sembra del tutto giustificare il severo giudizio che del B. dava il Lanzi.
Nessuno degli altri affreschi di figura di pal. Mezzabarba è altrettanto greve e volgare: non è quindi lecito attribuirne qualcuno al B.; è possibile invece che egli abbia preso parte all'esecuzione delle modeste scene villerecce del secondo piano. Quanto a pal. Clerici, può sospettarsi il suo intervento in due medaglie a fresco l'una circolare, l'altra a cornice mistilinea nelle due stanze che seguono la sala dei trofei e specie nella medaglia circolare, di soggetto allegorico, la pedestre durezza delle fisionomie e i panni cincischiati ricordano l'affresco Mezzabarba.
Fonti e Bibl.: Ann. della Fabbr. del Duomo di Milano, VI, Milano 1885, p. 133; App. II, ibid. 1885, p. 209; F. Bartoli,Not. delle pitture…, Venezia 1776, I, p. 192; II, ibid. 1777, pp. 27, 39, 43; P. Zani,Enciclopedia metodica... delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 40; S. Ticozzi, Dizionario..., Milano 1830; I, p. 160; L. Lanzi,Storia pitt. della Italia, Venezia 1839, IX, pp. 90 s.; C. Dell'Acqua,Ricordi storici biografici pavesi, Pavia 1870, p. 201; E. Gussalli,Villa Visconti di Saliceto a Cernusco sul Naviglio, in Ville e castelli d'Italia. Lombardia e laghi, Milano 1907, p. 228; G. Natali,Pavia e la sua Certosa, Pavia 1911, pp. 123 s.; A. Raimondi,Palazzo Clerici, Milano 1939, p 47; P. Mezzanotte-G. Bascapé,Milano nell'arte e nella storia, Milano 1948, p. 359; E. Arslan,Note sull'arte di P. A. Magatti, in Commentari, VIII(1957), p. 214; A. M. Romanini,La pittura milanese nel XVIII sec., in Storia di Milano XII, Milano 1959, pp. 725, 740s.; E. Arslan: Le pitture del duomo di Milano, Milano 1960, v. Indice; L. Modorati,Descrizione storica della basilica di S. Giovanni Battista in Monza, Monza s.d., pp. 157, 164; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, III, p. 582.