BIGAZZINI, Francesco
Figlio di Bigazzino dei conti di Coccorano, viene ricordato per la prima volta nel 1450 in un albero genealogico della famiglia. Questa non sembra essere la data della sua nascita, dal momento che essa compare anche a fianco del nome del fratello Giovanni. Probabilmente di quell'anno è un atto che concerne i due fratelli. Il 10 ag. 1472 "Franciscus Bighazini de nobilibus de Cocorano" è uno dei venti nobili perugini che, in unione con i Priori, deliberano sulle spese dell'ambasceria che si doveva recare al funerale di Battista Sforza, moglie di Federico di Montefeltro. Nel 1473, bimestre marzo-aprile, il B. è priore, per l'arte dei calzolai e per Porta S. Susanna. È nuovamente priore nei bimestri settembre-ottobre del 1481, luglio-agosto del 1489 e marzo-aprile del 1501. Ma le cariche politiche e amministrative rivestite dal B. dovettero essere senz'altro più numerose. Si ricorda solo, ancora, quella di castellano di Castiglione del Chiusi (Castiglion del Lago), in una data imprecisata, dal momento che quella fornita (1516) dall'Agostini è da riferirsi quasi certamente a una menzione, nelle "Riformanze" del Comune e quattro anni dopo la morte del B., del di lui figlio Bigazzino.
Il B. era certamente il personaggio maggiore della famiglia quando questa, nel 1494, fu compresa tra le casate nobili alle quali i Priori, i Dieci dell'arbitrio e altri nobili dello "stato ecclesiastico perugino" vollero riservate le capitananze del contado. Risulta già morto l'11 sett. 1512, data sotto cui è registrata nelle carte di S. Francesco al Prato la somma pagata per la sua sepoltura.
Ebbe per moglie Bernardina di Pietro Baglioni: lo strumento dotale è del 1472, un atto relativo al residuo della dote dovuto da Goffredo e fratelli, eredi di Baglione di Pietro Baglioni, è del 1510. Bernardina gli sopravvisse fino al 1521 (spese per la sua sepoltura in S. Francesco al Prato sotto il 16 aprile di quell'anno). Padre di Bigazzino, Giovanni, Andreano e del matematico e astrologo Girolamo, il B. ebbe anche una figlia, che nel 1508 andò sposa a Cesare Crispolti.
Il B. - ed uno dei suoi possedimenti - probabilmente quella rocca di Coccorano da cui la famiglia traeva il primo dei suoi molti titoli comitali (gli altri: Biscina, Petroia, Giomici, Peglie, Codale, Collalto, Santo Stefano d'Arcelli) - furono al centro di una contesa che nel febbraio dell'anno 1498 scoppiò fra Guidobaldo I duca d'Urbino da una parte e il Comune di Perugia e i Baglioni dall'altra. Della rocca di Coccorano, posta in posizione strategica tra Gubbio e Assisi, si era impadronito l'anno precedente Giovan Paolo Baglioni, nel corso della guerra combattuta tra Assisi, protetta dal duca di Urbino, e Perugia. Tenuta dal Baglioni per diversi mesi, questi era stato alfine obbligato a restituirla al B., che poco dopo averla riavuta, fingendosi a ciò costretto, permise che Guidobaldo la occupasse e quindi gliene fece dono. All'occupazione di Guidobaldo, che oltretutto era appoggiato dai fuorusciti perugini Oddi e Della Penna, il Comune di Perugia e i Baglioni reagirono, dopo inutili tentativi di riavere la rocca pacificamente, con un'azione di sorpresa di alcuni uomini di Casacastalda devoti ai Baglioni. Ciò indusse da un lato Guidobaldo a preparativi di guerra con primo obiettivo Bastia, possedimento dei Baglioni sotto Assisi, e dall'altro Perugia a provvedimenti di difesa, non disgiunti da un'azione diplomatica volta a raggiungere un accordo pacifico con il duca. Furono pertanto inviati ambasciatori al papa, a Firenze e al signore di Camerino, che aderirono alle richieste di Perugia. Alessandro VI, che fin dall'aprile 1498 si era fatto intermediario fra il duca e Perugia e aveva mandato all'uopo a Perugia Giovanni Botonto da Viterbo, l'8 giugno 1498 annunziò con un breve ai Priori che avrebbe inviato il cardinale Giovanni Borgia. A quest'ultimo si deve se la vertenza fu presto composta e si stipularono, il 6 luglio 1498, solenni patti di pace nel castello di Biscina; egli decise "che per beneficio et quiete comune la rocca di Francesco Bigazzini fosse scaricata", vale a dire demolita.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Perugia,Consigli e riformanze, 108, c. 120v; 109, c. 21r; 117, c. 55r; 124, c. 67r; 128, c. 181r; Ibid.,Conventi soppressi,S. Francesco al Prato,Miscellanea, 3, cc. 3v, 34r; Ibid.,Famiglie perugine,Origine della antichissima e nobilissima famiglia Bigazzini: Albero genealogico Bigazzini; Ibid.,Notarile,Giovan Francesco di Pietro, prot. aa. 1409-1410, c. 449rv; Ibid.,Offici, 12, c. 100v; Perugia, Arch. di S. Pietro, ms. CM 202: E. Agostini,Famiglie perugine, lettera B, II, cc. 260v-261r; P. Pellini,Dell'historia di Perugia, III, Venezia 1664, p. 100; R. Sozii, Elogio storico del conte G. Bigazzini celebre matematico..., Perugia 1831, p. 9; Cronache 5 storie ined. di Perugia dal MCL al MDLXIII..., in Arch. stor. ital., XVI, 2 (1851), pp. 84-85, 89, 594; A. Cristofani,Storia del castello feudale di Coccorano..., Perugia 1887; V. Ansidei,La pace del 6 luglio 1498 fra Guidobaldo I Duca d'Urbino e il Comune di Perugia, in Boll. della Deput. di storia patria per l'Umbria, V (1899), pp. 741-761.