BINASCO, Francesco
Il nome di questo miniatore milanese del XV-XVI secolo fu tramandato da F. P. Morigia, contemporaneo del Lomazzo e di Francesco Melzi, che nella sua Nobilità di Milano (1595) scrive: "gran miniatore fu Francesco Binasco ... favorito e salariato da Francesco Sforza ... dall'excellente mano del quale si veggono cose rare".
Con questa notizia alquanto scarna è stato messo in relazione un gruppo di manoscritti miniati e di singole miniature, dei quali alcuni portano l'iscrizione "B(inascus) F(ecit)" eseguiti al tempo di Ludovico il Moro e di entrambi i suoi successori, Massimiliano e Francesco. Dato il generale decadimento della miniatura al tempo dell'ultimo duca Sforza, Francesco II (1522-1535), è più che verosimile che il B. non abbia lavorato soltanto per costui, ma anche prima per la corte milanese, ciò che del resto comproverebbero le stesse sue eccezionali miniature. Il B. infatti è con Agostino Decio, uno degli ultimi degni rappresentanti della grande tradizione di miniatori del Rinascimento.
Le primissime miniature del B. si trovano in manoscritti dell'ultimo decennio del XV sec. e sono state eseguite in parte per il duca Ludovico il Moro, in parte per il monastero di S. Ambrogio di Milano. Alle prime appartiene il poema Di Paolo e Daria di Gasparo Visconti (cod. 78 C 27) nel Gabinetto delle stampe del Museo di Stato di Berlino (Dahlem), uno dei più begli esempi della raffinatissima arte libraria rinascimentale, ornato di otto miniature a piena pagina. Esse sono principalmente costituite da cornici architettoniche nelle quali pendono tavole o medaglioni con scene tratte dal racconto. Alcuni busti ricordano l'opera del Bramante, e sul f. 2v è accennato il rifacimento di S. Ambrogio, che avvenne negli anni 1492 e 1498. Simile alle miniature berlinesi è la pagina iniziale di un atto di donazione che il duca, Ludovico il Moro, fece al monastero di S. Maria della Grazie di Milano (Pierpont Morgan Library, New York, ms. 434). La donazione avvenne nel 1497, e fu confermata nel 1519 da quattro notai, però la prima data sembra sia quella valida per la stesura del documento. Il B. eseguì un lavoro più impegnativo, per commissione del duca, miniando il Panegyricus di Francesco I Sforza, di Bernardo Arluno, che oggi si trova nell'Ambrosiana di Milano (Malaguzzi-Valeri, p. 224, fig. 246).
Per S. Ambrogio il B. dipinse la miniatura dedicatoria del Liber Hiemalis (Milano, Archivio di S. Ambrogio), composto dal canonico Pietro de Casolis nel 1486; per lo stesso de Casolis illustrò con numerose figure una Bibbia in tre volumi che, secondo l'explicit, venne finita il 19 aprile del 1507 (Nicodemi, 1914). Le iniziali riccamente ornate del corale del Castello Sforzesco di Milano (n. 17), che proviene anch'esso da S. Ambrogio, sono alquanto tarde, certamente non anteriori al secondo decennio del Cinquecento.
Per il cardinale Ippolito d'Este, dal 1496 arcivescovo di Milano, il B. dipinse, sulla pagina iniziale del manoscritto dell'Ambrosiana,Vitae Mediolanensium Archiepiscoporum (ms. H. 87 Sup.), lo stemma di quello e S. Barnaba che battezza un neofita e per il suo predecessore, l'arcivescovo Arcimboldo, decorò un messale con l'Investitura di Ludovico il Moro (Milano, palazzo arcivescovile). Le prime miniature, come le già citate di Berlino e New York, il Liber Hiemalis e le Vitae Mediolanensium Archiepiscoporum sono assai vicine allo stile di B. Butinone nella pittura su tavola, mentre le opere più tarde, come il libro corale del Castello Sforzesco, rivelano evidenti suggestioni di Bernardino Luini. Rispetto alla miniatura del tempo, quella del B. appare straordinariamente libera, tanto che spesso si distinguono le singole pennellate. Effetti illusionistici o addirittura di trompe l'oeuil si accompagnano con una coloritura vivace, specialmente negli ornati con vegetali, pieni di fantasia e spesso grotteschi. Alcune delle sue opere, come la Lavanda dei piedi del Museo Bonnat di Bayonne oppure l'Adamo ed Eva del Gabinetto delle stampe di Berlino, raggiungono le dimensioni di piccoli quadri.
Appunto per questo molte miniature del maestro, nel XIX sec., furono ritagliate dai manoscritti, specie dai grossi libri corali, cosicché oggi più di una cinquantina sono disseminate in collezioni europee ed americane. Ventitré di questi fogli staccati furono messi all'asta nel 1929 a Londra con la collezione Lord Holford; altre sei sempre a Londra, nel 1928, con la collezione di lord Northwick. Cinque grandi miniature con scene della vita di Cristo si trovano nella Wallace Collection di Londra; cinque ne possiede anche il Gabinetto delle stampe di Berlino, fra le quali la già citata miniatura di Adamo ed Eva altre la chiesa di Villanova di Sillaro presso Lodi e la collezione del conte Cini in Venezia (già coll. Hoepli).
Bibl.: F. P. Morigia,Nobilità di Milano, Milano 1595, p. 283; G. Mongeri-F. D'Adda,L'arte del minio nel ducato di Milano, in Arch. stor. lombardo, XII (1885), p. 552; L. Beltrami,Miniature sforzesche di Cristoforo Preda nella National Gallery di Londra, in Rass. d'arte, I (1901), pp. 28; L. B. [Beltrami],Il museo d'arte recentemente ordinato alla Madonna del Monte sopra Varese,ibid., II (1902), pp. 9 s.; F. Benson,The Holford Collection, London 1912, pp. 59-68; P. Toesca,La pittura e la miniatura nella Lombardia, Milano 1912, fig. 72; G. Nicodemi,I codici miniati dell'Arch. Santambrogiano, in Rass. d'arte, n.s., I (1914), pp. 91 s.; F. Malaguzzi-Valeri,La corte di Ludovico il Moro, III, Milano 1917, pp. 140-144, 182, 222-227, figg. 141-146, 246-250; S. Cockerell,Illustrated catalogue of illuminated manuscripts at the Burlington Exhibition, London 1918, n. 105, fig. 71; P. D'Ancona,La miniature italienne, Paris 1815, p. 55; Catal. della vendita all'asta della coll. lord Northwick, Sotheby, London 1928, lotto 13; P. Toesca,Mon. e studi per la storia della miniatura ital. La coll. di U. Hoepli, Milano 1930, p. 119, fig. 73; P. Wescher,Beschreibendes Verzeichnis der Miniaturen... des Kupferstichkabinetts der staatl. Museen Berlin, Berlin 1931, pp. 133-145, figg. 129-131; M. Harrsen-G. K. Boyce,Italian manuscripts in the Pierpont Morgan Library (catal.), New York 1953, nn. 99-100, figg. 63, 71; P. Wescher, F. B., Miniaturmaler der Sforza, in Jahrbuch der Berliner Museen, II(1960), pp. 75-91.