BONACCHI, Francesco
Nato a Pistoia il 19 febbr. 1685, entrò nel 1695 nel locale seminario, ove seguì il corso completo degli studi, applicandosi in modo particolare alla filosofia e alla storia ecclesiastica. Il 19 dic. 1709, mentre era ancora diacono, il vescovo di Pistoia monsignor Michele Carlo Cortigiani lo destino alla chiesa suburbana di S. Rocco, ove rimase anche dopo l'ordinazione sacerdotale. Il B. scrisse dapprima le Affettuose considerazioni per la divozione fruttuosissimadella Via Crucis, Pistoia 1722; rigidamente tradizionalista e avverso alla filosofia cartesiana, che allora si andava diffondendo anche in Toscana, pubblicò quindi La debolezza del lume naturale della mente umana a conoscere Dio, critica metafisica, Pistoia 1728.
In quest'opera il B., usando l'autorità delle Scritture ma soprattutto i principi della filosofia tomistica, si propone di confutare la dottrina cartesiana dell'idea innata di Dio e quella del Malebranche circa la visione immediata della divina essenza, che sembrano al B. una riviviscenza dell'eresia pelagiana, per la grande potenza che attribuiscono all'intelletto umano. Egli afferma, invece, che mediante il lume naturale della mente può esser dimostrata, imperfettamente, soltanto l'esistenza di Dio, come prima causa degli effetti, e alcuni suoi attributi.Contro queste argomentazioni un prete fiorentino, residente a Pistoia, Giandomenico Stellanti, dopo molte vane dispute avute con il B., pubblicò Le sensazioni e la imaginazione vindicate all'anima umana, Lucca 1743, che ebbero una favorevole recensione sulle Novelle letterarie del Lami (IV 117431, coll. 452-455); il B. replicò immediatamente con la Lettera di Adoxo Asmeni a G. D. Stellanti circa la relazione del libro intitolato le sensazioni e la imaginazione vindicate, fatta dai signori autori delle Novelle letterarie di Firenze, con alcune riflessioni d'incerto sopra le Novelle letterarie degli 8 nov. 1743, Pistoia 1743.
La polemica con il Lami aveva, comunque, avuto un'altra origine. Il B., infatti, un armo dopo che i fratelli Ballerini avevano edito con grande rigore filologico i sermoni di s. Zenone (Sancti Zenonis episcopi Veronensis sermones, Veronae 1739), senza esserne a conoscenza, pubblicò l'opera De sermonibus et martyrio S. Zenonis episcopi Veronensis libri duo: item dissertatio de martyrii titulo a sancto Gregorio Magno sancto invernale episcopo Narniensi tributa, et in Eliam Dupin de Ioanne Ieiunatore notationes, Pistorii 1740. Nel primo libro il B., con argomenti molto deboli, e contro l'opinione del Bellarnùno, del Dupin, del Labbé e del Tillemont, tentò di dimostrare che novantatré sermoni di s. Zenone erano apocrifi; nel secondo, seguendo ciecamente il Baronio, sostenne la veridicità del martirio del santo, che faceva risalire all'epoca dell'imperatore Gallieno.
Recensendo quest'opera sulle Novelle letterarie (IV 117431, coll. 438-442), il Lami aveva sottolineato con ironia la leggerezza e la mancanza di senso critico del B. nel sostenere le sue opinioni, senza neppure conoscere il lavoro dei fratelli Ballerini, che provavano che s. Zenone non aveva subito alcun martirio e che era vissuto nel sec. IV., contemporaneo di S. Ambrogio. Il B. reagì violentemente con la Lettera di F.-B. sacerdote pistoiese agli eruditissimi signori i signori autori delle Novelle letterarie di Firenze, Pistoia 1743, irosamente diretta contro i "critici moderni" colpevoli, secondo lui, di svalutare le antiche tradizioni. Di fronte a questa povertà di argomenti, le Novelle letterarie notavano ironicamente che il B. avrebbe provato il martirio di s. Zenone "quando i castagni della montagna pistoiese diventeranno cedri del Libano" (ibid., col. 790). Pur rimanendo sulle sue posizioni, il B. fu poi più cauto nel sostenere, con nuovi argomenti, la sua opinione (Sancti Zenonis Episcopi Veronensis Epocha, dissertatio critica, accedit De martyrio S. Zenonis dissertatic secunda, Venetiis 1751). Frattanto, sotto il falso nome di F. Pacornio, partecipò alla polemica antigiansenista inserendo un suo scritto fra le Lettere contro le Provinciali, Lucca 1745. Compose infine una Compendiosa dissertazione in cui si tratta de' balli, Arezzo 1757.
Il B. morì a Pistoia nel 1759.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, pp. 1528-1530; V. Capponi, Bibl. pistoiese, Pistoia 1874, pp. 52-54; Id., Biografia pistoiese, ibid. 1878-83, pp. 54 S.,R. Uccelli, Contributo alla bibl. della Toscana, Firenze 1922, p. 394.