BONCIANI, Francesco
Nacque a Firenze nel 1552 da Paolo di Francesco e da Onesta di Raffaello Nasi, di antiche e nobili famiglie. Si diede con passione agli studi delle lettere sotto la guida di Pier Vettori; più tardi studiò anche diritto e si laureò in teologia. Nell'agosto del 1573 fu ascritto all'Accademia degli Alterati, più tardi anche a quella Fiorentina.
Nella prima ebbe il nome di Aspro, cambiato poi in quello di Dubbioso, e ne fu per tre volte nominato reggente. Anche dell'Accademia Fiorentina conseguì le varie cariche: fu consigliere, con Bernardo Davanzati, nel 1581, e console nel 1590.
Dai granduchi Ferdinando I e Cosimo II gli vennero affidate importanti e talvolta pericolose missioni diplomatiche; tra le prime, una in Spagna di cui non sapremmo assolutamente nulla se non fosse il fuggevole cenno che egli stesso ne fa in una orazione, Sugli errori che fanno i Principi e loro rimedi, letta in Firenze nel 1603 alla presenza del principe Cosimo giovinetto (Firenze, Bibl. Naz. Centr., Magliab. II V 168). Nel 1594 veniva inviato in Francia in veste di agente segreto sotto il falso nome di Baccio Strozzi per tener corrispondenza col re di Navarra che, da tempo abilmente sollecitato dal granduca Ferdinando I, sposo di una principessa di casa di Lorena, dall'agosto '93 aveva finalmente fatto conoscere al granduca la propria risoluzione di farsi cattolico. Il B., col suo segretario Raffaello di Romena, doveva far da informatore e, senza titolo ufficiale, figurare come un gentiluomo della corte del cardinale Gondi, oriundo fiorentino, detto il cardinale di Retz, arcivescovo di Parigi. Finché Enrico non fosse stato accolto nella Chiesa, egli doveva continuare in tale funzione di agente di collegamento in Francia tra il granduca di Toscana e il re di Navarra: così egli fece, fuorché per il periodo dall'aprile al novembre 1595 in cui fu dal cardinale Gondi inviato a Roma e a Firenze.
Il B. si avviò molto tardi alla carriera ecclesiastica. Mentre era in Francia, nel gennaio del '96, ottenne, tramite il legato pontificio, un canonicato nella metropolitana fiorentina in seguito alla morte del canonico Palla Strozzi. Egli chiese e ottenne dal granduca l'autorizzazione ad accettarlo, ma per tre anni non poté muoversi di Francia, nonostante avesse brigato per ottenere quella dignità nella speranza, secondo il suo esplicito desiderio, di rientrare in patria dove suo padre era morto dal dicembre del '95, sua madre era assai anziana e di uomini di famiglia non era vivente altri che uno zio ultrasettantacinquenne e non più in grado di occuparsi di quel po' di patrimonio di casa rimasto. Dopo il ritorno a Firenze, si laureava in teologia e in breve tempo veniva promosso all'arcidiaconato della stessa metropolitana. Nel sinodo fiorentino del 1603 fu fatto esaminatore e giudice sinodale. Il 6 nov. 1613 veniva consacrato arcivescovo di Pisa.
Un'altra missione diplomatica gli venne affidata alcuni anni dopo. "Il 6 maggio 1617 - annota il Tinghi nel suo Diario dietichetta (II, c. 101v.) - comparse in Firenze mons. Bonciani, arcivescovo di Pisa e fu alloggiato in Palazzo Pitti. Fu mandato da S. A. in Francia al Re, ambasciatore straordinario di S. A. S. Andò a Livorno a imbarcare in su la galera di S. A.". Il vero scopo, quello segreto, della sua missione era il tentativo di liberare dalla relegazione nel castello di Blois Maria de' Medici dopo il riuscito colpo di stato di Luigi XIII.
Morì il 28 nov. 1620. Appassionato bibliofilo, lasciò una cospicua biblioteca, in omaggio a Domenico Gori suo confessore, ai domenicani di S. Maria Novella in Firenze.
Opere: Firenze, Bibl. Riccardiana, cod. 2435, cc. 115-125: Difesa di Dante (autogr.); Ibid., Bibl. Naz. Centr., Magliab. VIII, 411: Lettera a B. Gianfigliazzi; Ibid., IX, 125: Lezioni e altri studi di Accademici Alterati (vari autografi del B.); Synodus dioecesanaPisana, Pisis 1616; Delle lodi di G. B. Adriani, in Raccolta diprose fiorentine, I, 3, Firenze 1719, pp. 60-80; Lezione sopra la natura delle novellee del modo di comporle,ibid., II, Venezia 1730, c. 74; Sulla maniera difar le orazioni funerali, Firenze 1824; Discorsi politici inediti, a cura di F. L. Polidori, in Appendice alle letture di famiglia, II, nn. 2-3, Firenze 1855, pp. 1-36; Sermoni, Firenze 1885.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Mediceo del Principato, ff. 90, 2633, 4613; Ibid., Legazione in Francia,dispp. del can. F. B., 4613 A; Firenze Bibl. Naz. Centrale, G. Capponi CCLXI: C. Tinghi, Diario di etichetta della cortegranducale di Toscana, I, 529r; II, 99, 101v; G. Galilei, Opere, XX, Firenze 1909, pp. 95, 395; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, pp. 1569-71; S. Salvini, Fasti consolari dell'Acc. Fior., Firenze 1767, pp. 319-21; Id., Ricordi intorno alla vita di mons.F.B., in Sermoni di F. B., pp. V-XIII; F. Cavalli, La scienzapolitica in Italia, Venezia 1873, II, pp. 260-63; B. Zeller, Henri IV et Marie de Médicis, Paris 1877, pp. 7-14; T. Bozza, Scrittori politici italiani dal 1550 al1650, Roma 1949, p. 201; B. Weinberg, Argomenti di discussioni letterarienell'Accademia degliAlterati(1570-1600), in Giorn. stor. della lett. ital., CXXXI (1954), p. 394