BORNACCINI, Francesco
Nacque ad Ancona il 5 maggio 1805. Nel 1810 si trasferì insieme con la famiglia a Roma, dove ebbe modo di seguire l'insegnamento musicale di S. Pascali, organista in S. Pietro in Vaticano. Nel 1822, seguendo il consiglio del maestro V. Fioravanti, si stabilì a Napoli, entrando nel collegio di S. Sebastiano. Qui gli furono maestri d'armonia G. Fumo, di canto L. Mosca e di contrappunto prima G. Tritto e poi N. Zingarelli, con il quale terminò i suoi studi; come compagni ebbe Bellini, Donizetti e Mercadante. In questo periodo compose un Dixit per quattro voci e orchestra, eseguito nello stesso collegio di S. Sebastiano, alcuni pezzi vocali e strumentali, una Sinfonia e una Messa per quattro voci e orchestra, che furono spesso eseguiti in varie chiese di Napoli (in particolare nella chiesa di S. Marcellino) e gli fecero presto raggiungere una discreta notorietà. Rientrato ad Ancona nel 1825, si dedicò con successo a una produzione di carattere per lo più religioso (scrisse, infatti, una Cantata in onore di S. Cecilia per tenore, coro e orchestra, un Album di sei pezzi vocali per soprano, tenore e pianoforte, una gran Messa, con il Credo e il Vespero per sei voci, coro e orchestra, che nel 1827 si eseguì nella cattedrale anconetana di S. Ciriaco) e nel 1830, invitato a Tolentino, compose un vasto servizio sacro (una Messa a quattro voci, Offertorio, Dixit, Magnificat, Laudate pueri, Tantum ergo e una Sinfonia in mi)che gli valse la nomina a direttore del Teatro delle Muse di Ancona. Il suo interesse si volse poi anche alla musica profana: nacquero così tre Sinfonie, pezzi per cantanti, un Concertone per oboe e corno inglese; nel carnevale 1833 al Teatro Malibran di Venezia, dove era stato invitato, fu rappresentata con vivo successo la sua opera Aver moglie è poco, guidarla è molto. A Venezia il B. rivide il suo compagno di studi Bellini, ma non fu presente all'immeritato insuccesso dell'opera di questo, Beatrice di Tenda, eseguita al Teatro La Fenice il 16 marzo del 1833.
L'ingiustizia di tale esito sfavorevole, confidatogli per lettera dal Bellini, lo indusse al proposito di rinunciare alla musica teatrale, non volendosi piegare ai capricci di un pubblico "sordo e cieco", come egli stesso ebbe ad esprimersi in proposito. Ma impegni in precedenza presi lo obbligarono a scrivere per il Teatro di Apollo di Venezia l'opera Ida (libretto di C. Bassi), rappresentata il 26 ott. 1833, e per il Teatro Valle di Roma l'opera Idue incogniti (libretto di G. Ferretti tratto dal Misantropo di Kotzebue), rappresentata il 5 febbr. 1834. Chiamato a Trieste nel 1834, rimase in questa città per quattordici anni, durante i quali si dedicò esclusivamente all'insegnamento, fondando una buona scuola di armonia, contrappunto, canto e composizione. Nel 1835 è da segnalare una Elegia per canto e pianoforte che il B. compose per l'immatura morte del Bellini il 23 settembre: è forse una delle poche composizioni in cui poté svolgere la sua arte senza essere costretto negli ambiti di una musica a carattere occasionale. Nel 1844, per la visita a Trieste dell'imperatore Ferdinando I e dell'imperatrice Maria Anna, scrisse, incaricato dal Lloyd austriaco, la cantata Ipescatori, composta da un coro a tre voci concertato ed eseguito da cinquanta dilettanti che ebbe successo.
Ritornato ad Ancona nel 1848, il B fu nominato maestro di cappella della cattedrale, direttore dell'Accademia Filarmonica e professore della scuola comunale di musica. Negli anni seguenti continuò a dedicarsi sia alla composizione sia all'insegnamento, partecipando anche come socio a numerose e importanti accademie musicali, fra le quali si ricordano soprattutto l'Accademia di S. Cecilia in Roma e l'Accademia Filarmonica di Bologna. Nel 1869 si ritirò da ogni attività (nel 1863 aveva già rinunciato alla direzione della cappella della cattedrale), pensionato dal comune di Ancona, dove morì il 17 dic. 1881.
Dall'analisi di quasi tutta la produzione del B. appare evidente che i suoi lavori furono in maggior parte d'occasione o funzionali, dei quali si segnalano, oltre a quelli già citati, i più notevoli: Il giuramento italiano, cantata a doppia orchestra scritta e da lui diretta per la consegna delle bandiere alla guardia civica (1848); due Cori per voci bianche (1849); due grandi Sinfonie (1850); un servizio religioso a quattro e sei voci, coro e orchestra per la festa di S. Nicola da Tolentino, ivi eseguito nel 1852; due servizi religiosi per la festa dell'Immacolata - uno alla chiesa degli zoccolanti, l'altro a quella dei cappuccini, dove intervennero i cantori della basilica di Loreto - con due Ave maris stella e due Tota pulchra (1853); uno Stabat Mater per due cori "alla Palestrina"; un Miserere per cinque voci "alla Palestrina"; nove Sinfonie a grande orchestra; L'inaugurazione, cantata a sei voci, coro e grande orchestra per la collocazione di un busto di Pio IX nella sala comunale di Ancona (1855); un servizio religioso a otto voci concertanti, coro e orchestra per il centenario di S. Ciriaco (1856); una cantata per l'arrivo in Ancona nel 1857 di Pio IX, eseguita il 27 maggio da duecento cantanti e tre orchestre nella piazza S. Domenico e L'assedio di Ancona del 1174, opera su testo di F. Barettoni, composta per la proclamazione dello Statuto e rappresentata nel 1861 al Teatro Vittorio Emanuele di Ancona.
Mancano, tuttavia, uno studio approfondito dell'opera drammatica del B. e un confronto con i compositori suoi contemporanei, che potrebbero risultare proficui per una sua più giusta valutazione artistica.
Bibl.: F. Florimo, Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, II, Napoli 1871, pp. 2146-2151; C. Schmidl, Diz. univ. dei Musicisti, I, p. 225; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 298.