BRAGADIN, Francesco
Figlio di Pietro di Pietro Magnus dimorante nella parrocchia di S. Severo, nacque certamente prima del 1335, dal momento che nel 1355 era uno dei membri del Maggior Consiglio. Nel luglio del 1361 fu tra i quarantuno elettori del doge Lorenzo Celsi e nel 1364 governatore di galea nella spedizione inviata a sedare la rivolta scoppiata nell'isola di Candia. Il 3 ott. 1370 venne eletto membro di una "zonta" straordinaria del Consilium Rogatorum istituita per la soluzione dei problemi riguardanti la guerra di Trieste. Nel 1377 fu tra i dieci savi eletti per redigere la commissione dell'ambasciatore Gradenigo, inviato presso il re d'Ungheria, Luigi I, per concertare una lega contro Genova. Nell'ottobre del 1382 fu tra i quarantuno elettori del doge Antonio Venier.
Consigliere ducale, nel 1383 venne eletto ambasciatore presso l'imperatore dei Tartari e console a Tana (oggi Azov). Il 24 luglio ricevette la commissione: doveva pregare l'imperatore - in nome degli antichi legami tra Venezia e i Tartari - di favorire il commercio dei Veneziani concedendo loro facilitazioni doganali e di provvedere al risarcimento dei danni subiti nell'impero dai mercanti della Serenissima. Non sembra che le richieste del B. fossero accolte con favore: tuttavia, ben presto il commercio veneziano a Tana riprese attivamente.
Capitano delle galee di Fiandra nel 1386, l'anno successivo rifiutò l'elezione ad ambasciatore in Ungheria. È forse da identificare col B. quel Francesco Bragadin che il 24 luglio 1391 venne nominato castellano di Corone (nel documento relativo manca l'indicazione della paternità: Archivio di Stato di Venezia, Consilium Rogatorum,partes secretae, reg. E, cc. 68-69v), con il compito di iniziare le trattative con Teodoro I, signore di Mistrà (nel Peloponneso) per un accordo sui territori veneziani nella regione (sulla commissione cfr. R. Cessi, Venezia e l'acquisto di Nauplia ed Argo, in Nuovo archivioveneto, n.s., XXX [1915], p. 168). Le trattative si conclusero soltanto nel 1394, quando ormai il B. era tornato a Venezia.
Si ignora l'anno della sua morte.
Fonti eBibl.: Vienna, Oesterreichische Nationalbibliothek, cod. 6155: M. Barbaro, Famiglie nobili venete, c. 55v(nella riproduzione microfotografica esistente in Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Ist. per la storia della soc. e dello Statoveneziano); Archivio di Stato di Venezia, Misc. cod. I, Storia veneta, 18: M. Barbaro-A. M. Tasca, Arbori de' patritii veneti, c. 160;Ibid., Consilium Rogatorum, partes mixtae, reg. 33, c. 78v; reg.38, cc. 44r, 55r, 59r; Venezia, Civico Museo Correr, Cod. Cicogna 3781: G. Priuli, Pretiosi frutti del Maggior Consiglio, I, c. 102; Raphaynusde Caresinis, Venetiarum chronica, in Rerum Italic. Script., 2 ediz., XII, 2, a cura di E. Pastorello, p. 13.