BRIOSCHI, Francesco
Nacque in Milano il 22 dicembre 1824. Fece gli studî di matematiche nell'università di Pavia, dove ebbe a maestro Antonio Bordoni, e si laureò nel 1843. Partecipò alle Cinque giornate di Milano. Un suo lavoro importante pubblicato nel 1847 (Sul moto del calore nel globo della terra) richiamò su di lui l'attenzione dei matematici, e poco dopo, nel 1850, venne incaricato dell'insegnamento della meccanica razionale e dell'architettura civile e idraulica nell'università di Pavia. Il decennio 1850-60 fu per il Brioschi un periodo d'intenso lavoro; circa 80 delle sue pubblicazioni risalgono a quegli anni, e alcune di esse aprono nuovi orizzonti nel campo dell'analisi. Pubblicava pure in quel periodo tre trattati: Alcuni punti di statica, Pavia 1853; La teoria dei determinanti e le sue applicazioni, Pavia 1854; La statica dei sistemi di forma invariabile, Milano 1859. Notevole specialmente il secondo, che, insieme con varie memorie sullo stesso oggetto, valse a diffondere in Italia la conoscenza del nuovo e potente strumento introdotto da Jacobi e Cayley nell'analisi.
Le ricerche fondamentali del Brioschi su importanti e difficili questioni analitiche lo misero in corrispondenza coi più illustri geometri francesi e tedeschi, e da allora la matematica italiana, per l'innanzi poco conosciuta e scarsamente considerata all'estero, cominciò a occupare nella scienza internazionale quel posto onorevole che, per opera dei grandi allievi del Brioschi (Beltrami, Casorati, Cremona) e dei loro successori, essa tiene tuttora.
Un valido impulso diede pure il Brioschi all'incremento delle scienze matematiche in Italia con la sua partecipazione alla redazione degli Annali di Matematica pura e applicata, diretti prima (1858-1865) da B. Tortolini, poi (1867-1877) dal Brioschi stesso insieme col Cremona, infine, dal 1877, dal solo Brioschi. Sotto la direzione del B., il giornale acquistò un'importanza non inferiore a quella dei maggiori periodici matematici dell'estero.
Anche al periodico milanese Il Politecnico il Brioschi dedicò le sue cure; questo giornale, che in origine era una rivista di varia letteratura, assunse poi il carattere strettamente tecnico di giornale d'ingegneria civile e industriale, pur senza rifiutare l'ospitalità alle questioni di matematica pura che avessero qualche connessione con l'ingegneria.
Dopo la formazione del regno d'Italia, il Matteucci chiamava il Brioschi a suo collaboratore come segretario generale del Ministero della pubblica istruzione, e in tale ufficio, tenuto dal giugno 1861 al dicembre 1862, il Brioschi, che l'insegnamento dell'idraulica aveva condotto ad apprezzare il valore delle ricerche sperimentali, arricchì di materiale scientifico i gabinetti e i laboratorî annessi alle varie scuole, e ne accrebbe il numero.
Nel 1863 egli ebbe l'incarico di fondare il Politecnico di Milano, che organizzò sapientemente, in modo da contemperare in giusta misura le esigenze scientifiche con i bisogni della pratica; da questo istituto, di cui egli tenne con mano salda la direzione sino alla morte, sono usciti molti fra i più illustri tecnici e fra i maggiori industriali italiani. Il Brioschi riservò a sé l'insegnamento dell'idraulica, e tenne anche per qualche tempo in via provvisoria quello della meccanica razionale e quello della scienza delle costruzioni; tenne pure in qualche anno esercitazioni di analisi superiore e di meccanica superiore.
Il Brioschi fu, per poco tempo, deputato, e nel 1865 fu chiamato a far parte del senato del regno; partecipò costantemente col più grande interesse ai lavori dell'alto consesso, facendo anche parte di numerose commissioni, dove la sua opera fu sempre altamente apprezzata. Ebbe importanti incarichi dai varî ministeri, anche dopo la caduta del partito di destra, del quale divideva i principî; prestò opera attivissima nella commissione del bilancio; diresse la celebre inchiesta ferroviaria del 1878, dalla quale uscì un nuovo assetto delle ferrovie italiane; ebbe parte nella compilazione della legge del nuovo catasto; sedette per molti anni nel consiglio superiore della pubblica istruzione. Diresse anche lavori tecnici di grande importanza, fra i quali una serie di misure del Po, destinate a uno studio, rimasto incompiuto, sulla sistemazione del grande fiume; è suo anche un progetto di sistemazione del Tevere, che, se fosse stato attuato, avrebbe forse risparmiato gravi danni alla capitale.
Fu socio delle principali accademie italiane ed estere; nel 1884 fu eletto presidente dell'Accademia dei Lincei, carica che tenne sino alla morte, avvenuta a Milano il 13 dicembre 1897.
Le memorie, note e recensioni di Francesco Brioschi, in numero di 279, sono raccolte in cinque grossi volumi (Milano 1901-1909). Esse concernono nella massima parte le matematiche pure. Un gruppo di memorie di grande importanza riguarda la teoria delle forme algebriche e degl'invarianti, creata dal Cayley e dal Sylvester, e che, per merito specialmente del Brioschi, trovò ben presto numerosi e valenti cultori del nostro paese. Non meno importanti sono i lavori dedicati alle funzioni ellittiche (trasformazione, moltiplicazione complessa, bisezione, curve ellittiche, equazioni differenziali integrabili per funzioni ellittiche) ed alle funzioni iperellittiche ed abeliane (trasformazione, bisezione, funzioni sigma iperellittiche). Con questi lavori si connettono due dei maggiori contributi di cui l'analisi è debitrice al Brioschi: la risoluzione dell'equazione generale di quinto grado mediante funzioni ellittiche, della quale egli divide l'onore con il Hermite e con il Kronecker, e la risoluzione, dovuta a lui solo, dell'equazione generale di sesto grado mediante funzioni ultraellittiche. Altre memorie trattano di varî tipi di determinanti; altre ancora della teoria delle equazioni algebriche; altre, infine, di argomenti varî di analisi (massimi e minimi, equazioni differenziali ordinarie e a derivate parziali, serie, trasformazione degl'integrali multipli, partizione dei numeri).
Sebbene essenzialmente analista e fortissimo calcolatore, il B. non trascurò la geometria e la meccanica. Già al principio della sua carriera egli dedicò una serie di lavori alla teoria generale delle superficie, alle linee di curvatura, alle geodetiche; si occupò pure della teoria delle coordinate curvilinee, di varie linee e superficie speciali, dei poligoni iscritti e circoscritti ad una conica. Alla meccanica si riferiscono alcune memorie sulle equazioni generali della dinamica, sulle curve tautocrone, sul problema dei tre corpi. Assai meno numerose sono le pubblicazioni del Brioschi nel campo dell'idraulica; ma la sua attività in questo campo si esplicò principalmente, come già si disse, nella direzione di opere tecniche e nella compilazione di relazioni non destinate alla stampa.
Finalmente non si può passare sotto silenzio un lavoro modesto in apparenza, ma notevole per l'alto fine a cui mirava, quello di accrescere il valore formativo della matematica elementare, e per l'influenza benefica che ebbe sull'insegnamento della geometria nelle scuole italiane: l'edizione dei primi sei libri degli Elementi di Euclide (Firenze 1868), curata dal Brioschi insieme con Enrico Betti.
Bibl.: E. Beltrami, F. B., in Annali di Matematica, s. 2ª id., XXVI (1897), pp. 343-347; M. Noether, F. B., in Mathematische Annalen, X (1898), pp. 477-491; F. Aschieri, Commemorazione di F. B., in Rendiconti Istit. lombardo, XXXIII (1899); A. Betocchi, F. B., in Annali Soc. ital. ingegneri e architetti, XIII (1898); G. Colombo, F. B., in Nuova Antologia, s. 4ª, LXXIII (1898); E. Paladini, Commemorazione di F. B., Milano 1898; E. Pascal, Pochi cenni su F. B., Milano 1898.