BRUNACCI, Francesco
Pittore di vetrate, figlio di un Barone e perciò spesso indicato come Baroni (Barone, di Barone), nacque a Perugia, presumibilmente nel primo decennio del sec. XV, ed appartenne alla parrocchia di S. Fiorenzo. La prima notizia a lui relativa è del 1434, allorché era impegnato, assieme a maestro Stefano tedesco, a restaurare alcune vetrate della basilica superiore di S. Francesco in Assisi e a fornire i disegni per altre nuove. Il 1º genn. del 1440 fece professione solenne nel monastero benedettino di S. Pietro in Perugia, e nello stesso anno sembra che aprisse, sempre in Perugia, una scuola di pittura, evidentemente per artisti che intendevano dedicarsi all'arte di dipingere su vetro: tutta la sua successiva attività è infatti in relazione a tale pratica artistica.
Nel 1442 il B. s'impegnò a eseguire, insieme a Monte di ser Cola, una vetrata per la cappella degli oltramontani nella chiesa di S. Maria Nuova in Perugia, con le immagini delle Sante Elena e Barbara, una Pietà in tondo e le insegne imperiali e quelle reali francesi (per tale lavoro l'anno successivo riceveva un pagamento di 56 fiorini); tra il 1444 e il '45 restaurava nel suo studio perugino una vetrata della basilica superiore di Assisi. Nel 1446 era a Roma, dove evidentemente si era recato per partecipare ai lavori voluti da Eugenio IV in S. Paolo, ma nello stesso anno, chiamato dal perugino Galeotto de' Michelotti, arcidiacono del duomo, si trasferì a Orvieto, dove prese il posto di ser Gaspare di Giovanni da Volterra. Sembra che il soggiorno orvietano si sia prolungato fino al 1449, ma i rapporti con la fabbrica del duomo procedettero tra difficoltà e contrasti per l'impazienza del B., che desiderava recarsi a Perugia o tornare a Roma; nel 1447 il contratto, stabilito l'anno precedente per cinque finestre, era già rotto, ma nel frattempo egli ne aveva già eseguite quattro. Nel 1450 era nuovamente a Roma, dove fu impegnato fino al 1453 a lavorare a finestre per la basilica di S. Pietro e per il palazzo vaticano, insieme al nipote Neri di Monte: relativi a questa attività sono numerosi pagamenti, che si susseguono dal 20 febbr. 1450 al 25 giugno1453. Successivamente dovette ritornare in Perugia, dove però bisogna attendere il 1458 per ritrovarlo, ricordato quale testimone in un atto di pagamento. Nel 1460 lavorava alle finestre della cappella nel palazzo dei Priori di Perugia, ricevendo il 3 gennaio dell'anno successivo un pagamento di 48 fiorini. Dal 1461 al 1463 fu cappellano della chiesa di S. Costanzo, continuando tuttavia a lavorare a finestre, sembra per la chiesa di S. Pietro. Nel 1462 aveva preso in affitto una bottega. Successivamente dovette per breve tempo trasferirsi a Napoli, e poi a Roma, ove morì intorno al 1470.
Bibl.:A. Mariotti, Lettere pittor. perugine, Perugia 1788, p. 92; B. Orsini, Risposta alle lettere pittoriche, Perugia 1791, p. 106; A. Rossi, Spoglivaticani. Partite di maestri d'invetriate, in Giorn. di erudizione artistica, VI (1877), pp. 216-218; E. Müntz, Les arts à la cour des papes, I, Paris 1878, pp. 69, 77, 134-138; L. Fumi, Il duomo di Orvieto, Roma 1891, pp. 108, 1945 228, 231-235;L. Manzoni, Appunti e docum. per l'arte del pinger su vetro in Perugia nel sec. XV, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XXVI (1903), pp. 130-132; E. M. Giusto, Le vetrate di S. Francesco d'Assisi, Milano 1911, pp. 38-42; W. Bombe, Gesch. der Peruginer Malerei, Berlin 1912, pp. 348 s.; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria, Spoleto 1923, pp. 119 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, II, pp. 518 s. (sub voce Baroni Francesco).