BRUYN, Francesco
Nato intorno al 1794, compì gli studi di architettura a Roma dove rimase sei anni; ritornato a Trieste, ricoprì dal 1821 la cattedra di architettura civile e di agrimensura istituita nel 1818 presso l'Accademia reale di nautica. Soppressa tale cattedra nel 1837 - "dopo che gli studenti presero la via di Vienna di Venezia di Milano" -, si fece nominare pubblico perito e agrimensore. Eseguì diversi disegni di edifici fra i quali un bel progetto di un'Accademia reale "fatto sopra programma dell'autorità Civica di allora" nonché una pianta e un progetto per la chiesa di S. Antonio Nuovo (Righetti). La sola opera importante realizzata è il Tergesteo, palazzo con una galleria coperta in ferro e vetro ad imitazione della famosa galleria De Cristoforis a Milano di A. Pizzala (1831-32).
Il Tergesteo fu costruito fra il 1840 ed il 1842 in seguito ad un concorso che, bandito nel luglio del 1838, si protrasse fino al '40, dato che solo nel gennaio di quell'anno furono fissati, da parte della società banditrice del concorso, il numero e l'altezza dei piani. Per questo palazzo avevano presentato progetti anche il triestino Antonio Buttazzoni ed il milanese Pizzala. L'attribuzione al B. di quest'opera - attribuzione sostenuta per la prima volta dal Lorenzutti, e ripresa dalla Gasparini e dalla Tull - è confermata anche dai numerosi disegni esecutivi del palazzo, conservati presso l'archivio dell'ufficio tecnico del Comune di Trieste, che recano la firma "F. Bruyn architetto" e che portano la data di approvazione del 29 ag. 1840.
Considerando il palazzo realizzato e ponendolo a confronto con la galleria De Cristoforis da un lato ed il progetto del Buttazzoni dall'altro, è possibile concludere che il B. ha ripreso alcuni motivi dal Pizzala (la copertura a spioventi della Qalleria) ed altri dal Buttazzoni (la pianta) concretizzandoli tuttavia in un elaborato più semplice, pur mantenendo quei motivi propri del vocabolario classico (fornici rivestiti da robuste bozze di bugnato levigato, timpani triangolari, balaustrini, sovrapposizione di ordini) che fanno giustamente di questo palazzo "l'epigono del neoclassicismo triestino" (Benco).Il B. morì a Trieste nel 1859.
Bibl.: G. Righetti, Cenni storici biografici ecritici degli artisti e ingegneri di Trieste, Trieste 1865, pp. 106 s. (ma non gli attribuisce nessuna opera; il Tergesteo, a p. 188, è assegnato al Pizzala); G. Caprin, Tempi andati, Trieste 1891, p. 225; L. Lorenzutti, Granellini di sabbia, Trieste 1907, p. 385 n. 1; S. Benco, Trieste, Trieste 1910, p. 83; A. Tamaro, Storia di Trieste, Roma 1924, p. 581; L. Gasparini, Alla vigilia della riaperturadel Tergesteo, in Il Piccolo (Trieste), 16 apr. 1957, p. 6; L. Tull, L'architettura neoclassica aTrieste, tesi di laurea, Università degli studi di Trieste, anno accademico 1959-60, pp. 106 ss., 286; M. Walcher, L'architettura a Trieste dallafine del Settecento agli inizi del Novecento, Trieste 1967, pp. 26 s.