CALZETTA, Francesco
Non è documentato nessun legame di parentela del C. con il pittore Pietro Calzetta. Ed esso è stato suggerito dal Moschetti (in Thieme-Becker) forse per una confusione con l'omonimo rigattiere parente di Pietro attestato nel 1464 (V. Lazzarini-A. Moschetti, Documenti relativi alla pittura padovana, Venezia 1908, p. 105). L'unica notizia sulla sua attività è riportata dal Cavacio, secondo cui il pittore, discepolo del Mantegna, colorì nel 1492 a fresco il primo chiostro del monastero di S. Giustina a Padova: si tratta forse delle lunette con le scene della Vita di s. Prosdocimo, distrutte, menzionate, purtroppo senza l'indicazione della fonte, come opera di un Calzetta da R. Pepi (Cenni storici sulla basilica e sulla badia di S. Giustina, in La basilica di S. Giustina, a cura di G. Fiocco, Castelfranco Veneto 1970, p. 371: nell'indice, il pittore è dato come Pietro Calzetta).
B. Gonzati (La basilica di S. Antonio di Padova, Padova 1852, I, pp. 57, XLI, doc. XXXV) identificava con Pietro Calzetta un "Piero depentore", citato in un documento del 1500 come pittore della cupola sopra il presbiterio nella chiesa del Santo. Ma già il Pietrucci e in seguito il Moschetti (in Thieme-Becker) hanno pensato che questa notizia potrebbe essere con più ragione messa in rapporto con il C., che non con Pietro morto nel 1486. Tale supposizione non può, però, essere confermata: infatti il "Piero depentore" potrebbe ben essere un altro pittore omonimo rimasto sconosciuto.
Fonti e Bibl.: Iacobus Cavacius, Historiarum Cenobii D. Iustinae Patavinae libri sex, Venetiis 1606, p. 251; G. B. Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture, ed architetture di Padova, Padova 1776, p. 213; G. A. Moschini, Della origine e delle vicende della pittura in Padova..., Padova 1826, p. 67; N. Pietrucci, Biografia degli artisti padovani, Padova 1858, p. 61; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 421.