CARTOLARI, Francesco
Figlio di Baldassarre, nacque quasi certamente a Perugia nella seconda metà del sec. XV.
La sua famiglia era originaria del borgo di Papiano, nel contado di Perugia; il padre, Baldassarre, che nel 1467 ottenne la cittadinanza perugina, era cartolaio ossia preparatore e commerciante di pergamene e dal mestiere esercitato trasse il cognome che trasmise poi ai suoi discendenti.
Il C. in un primo tempo esercitò la stessa attività del padre continuando a tenere in affitto la sua bottega sotto le scale del palazzo del governatore; in seguito cercò di allargare il campo dei propri traffici e la donazione di un terreno nel territorio di Papiano da parte di uno zio, avvenuta nel 1491, gliene diede la possibilità. Si dedicò dapprima al commercio librario, che era ormai a quel tempo commercio di libri a stampa. E in questa attività il C. ebbe senza dubbio successo, se già verso la fine del secolo decideva di trasformarsi in editore.
L'attività tipografica, che era stata molto intensa a Perugia negli anni tra il 1470 e il 1480, era stata in seguito praticamente eliminata dalla concorrenza della più agguerrita industria veneziana; fu logico pertanto che, non essendovene di attivi a Perugia, il C. si rivolgesse a tipografi veneziani per la stampa dei libri che voleva mettere in commercio sul mercato perugino.
Risultato di questa iniziativa sono due Lecturae del giurista perugino Filippo de' Franchi stampate a Venezia nel 1499 in società con il tipografo Bernardino Benali. Del giugno dell'anno seguente è un Breviarioromano stampato, sempre a Venezia, dal tipografo Antonio, Zanchi e a spese del C., che già il 30 sett. dello stesso anno 1500, proprio a Perugia, sottoscriveva come editore un trattato giuridico di Angelo Perigli. Stampatoredell'opera era Damiano da Gorgonzola, già attivo precedentemente a Venezia e chiamato presumibilmente a Perugia dal C. perché dirigesse la sua tipografia. Prima della fine dell'anno egli sottoscriveva come editore ancora due opere; negli anni seguenti il suo nome sarebbe apparso su parecchie altre edizioni, dapprima solo come editore poi anche come tipografo, tutte stampate con gli stessi caratteri usati da Damiano da Gorgonzola, prima a Venezia e poi a Perugia, per la stampa del Perigli. Il nome del tipografo milanese non appare, dopo il 1500, in nessuna sottoscrizione e neppure è presente negli atti con i quali il C. regola i rapporti con i propri collaboratori; è probabile che sia rimasto a dirigerne la tipografia ancora per qualche anno e forse in qualità di socio, visto che in un documento del 1503 il C. appare in società con altri non nominati tipografi.
Il C. proseguì quindi regolarmente la attività editoriale: del 1501 è un'edizione dei Consilia di Pierfilippo della Corgna, stampata in società con i figli del giurista: le pendenze relative sembravano sistemate con un atto del 2 ott. 1501, ma questa edizione avrebbe dato invece luogo in seguito a infinite controversie. Importanti, fra le opere stampate dal C. in quegli anni, diversi trattati di diritto di Vincenzo Ercolani. A questo proposito va rilevato che la maggior parte della produzione tipografica del C. è composta di opere di contenuto giuridico, spesso di autori perugini, in quanto erano maggiormente richieste da un mercato librario che, come quello di Perugia, era composto principalmente dai professori e dagli studenti dello Studio.
A lato dell'attività di tipografo il C. proseguiva molto attivamente quella di libraio e numerosi sono i documenti che lo attestano; né d'altra parte aveva interrotto i suoi rapporti con librai ed editori veneziani, come dimostrano gli affari intercorsi nel 1502 con i tipografi Battista e Silvestro de' Torti e la procura rilasciata nel 1505 al fratello Gaspare e al tipografo Giorgio d'Annibale perché si occupassero delle sue faccende a Venezia. Peraltro il C. pensava anche a rafforzare il suo commercio a Perugia e infatti il 27 nov. 1510 si accordava con Giovantommaso Calcedonio, figlio e successore di Alessandro, importante mercante ed editore attivo a Venezia fin dal secolo precedente, per gestire in società la bottega di libri che aveva in Perugia. L'apporto del Calcedonio avrebbe certo fatto della ditta del C. di gran lunga la più importante della città, ma nessun documento posteriore esiste a confermarci se l'accordo, assai particolareggiato, tra i due librai abbia avuto effettivamente esecuzione.
L'attività tipografica vera e propria del C. sembra diminuire dopo il 1510, almeno a giudicare dai libri che sono stati conservati: tuttavia è certo che la sua tipografia rimase sempre attiva, dato che nell'aprile del 1512 il C. aveva alle sue dipendenze un correttore, dei compositori e altri operai tipografi. Il motivo della rarefazione delle sue edizioni in questo periodo risiede probabilmente nel fatto che il C. era impegnato in una grossa impresa tipografica e cioè nella stampa della Lectura di Alessandro Tartagni su tutto il Corpus iuris; già il 1ºott. 1510 il C. si accordava con quattro studenti di diritto dello Studio perché correggessero e postillassero la voluminosa opera del giurista di Imola. La stampa della Lectura, iniziata presumibilmente l'anno seguente, proseguì poi per diversi anni: del 1511 è la Lectura sul Digesto vecchio e sulla prima parte del nuovo, del 1512 quella sull'Inforziato e sul Codice.
Gli ultimi anni di vita del C. sono costellati di sfortunate controversie giudiziarie: nel 1512 con il genero e collaboratore Giangiacomo Gregoriani e poi, nel 1514 e 1515, con i figli di Pierfilippo della Corgna per questioni inerenti la stampa dei Consilia del 1501. Quest'ultima controversia si concluse infelicemente per il C., che dovette subire la prigione e infine la chiusura della bottega ordinata dai magistrati perugini perché il tipografo non aveva adempiuto a quanto da essi stabilito. La più tarda edizione conservata del C. è del 1516 ed è forse l'ultima da lui stampata. Morì certamente nei primi mesi del 1518; infatti nell'elenco dei camerlenghi sorteggiati dall'arte dei cartolai il 21 dic. 1517 per il primo semestre dell'anno seguente appare il suo nome con la notazione, d'altra mano, che viene sostituito, essendo morto, dal figlio Girolamo.
Bibl.: G. B. Vermiglioli, Della tipogr. perugina nel secolo XV…, Perugia 1806, p. 63; Id., Biografia degli scrittori perugini…, I, Perugia 1829, pp. 286 s.;A. Rossi, L'arte tipogr. in Perugia…, Perugia 1868, pp. 42-52; Docc., pp. 38-57; F. Isaac, An index to the early printed books in the British Museum, II, 2, London 1938, pp. 110 s.; F. Ascarelli, La tipogr. cinquecentina italiana, Firenze 1953, pp. 147 s.; F. J. Norton, Italian printers 1501-1520…, London 1958, pp. 77 s.