CASANOVA, Francesco
Nacque a Genova il 1ºdic. 1841 da Giacomo a da Angela Scala. Impiegato presso la libreria Le Beuf di Genova, fu inviato a Torino nel 1872 per gestire una succursale di quella ditta. Spirito intraprendente e vivace, il C. iniziò presto, nel 1873, a Torino, un tentativo di attività editoriale associata a quella di libraio. Il successo dell'iniziativa lo stimolò a impegnarsi pienamente in tal campo: iniziò con l'edizione di Scene e Commedie, raccolta dei lavori teatrali in un atto di G. Giacosa; seguirono nel 1874 Vienna: gita col lapis, corrispondenza di G. Faldella dall'Esposizione di Vienna del 1873, e uno studio biografico e critico di V. Bersezio su A. Manzoni.
Nel 1874 il C. rilevò la libreria torinese del Le Beuf, continuando più largamente quella attività editoriale che doveva poi procurargli vasta notorietà. Nel 1876 stampava il romanzo di R. Sacchetti Cesare Mariani, e allacciava rapporti con scrittori operanti in ambienti non piemontesi. Assunta la proprietà della libreria, poté realizzare un'idea del tutto nuova nell'editoria italiana, la pubblicazione di una raffinata ed elegante collana elzeviriana: il modello classico degli Elzevier fu assunto e curato alla perfezione e, servendosi di procedimenti tecnici nuovi per l'Italia, il C. ottenne risultati mai superati dalle successive imitazioni. Ebbe così vita la "Biblioteca Elzeviriana", una collana composta di piccoli volumi in dodicesimo, molto curati nei caratteri, nella carta e nel formato, abbelliti talvolta da fregi e illustrazioni opera di validi artisti. L'idea fu molto apprezzata e il modello si diffuse rapidamente, ripreso dallo Zanichelli, dal Sommaruga e da altri editori, imitatori non tutti attenti e garbati.
Nel biennio 1877-1879il C. lavorò alla stampa delle opere di E. Praga, ormai vicino alla morte: Tavolozza, Fiabe e Leggende, Penombre, Trasparenze vennero pubblicate con i tipi del C. e per l'ultima di esse egli desiderò che s'inserisse nell'introduzione una biografia dell'autore stesa da G. C. Molineri. Dello stesso Praga il C. nel 1881 stampò il romanzo Memorie del presbiterio, giàpubblicato a puntate sul Pungolo di Milano ma rimasto incompiuto; la stesura per l'edizione del C. fu completata dal Sacchetti. Di A. Boito il C. pubblicò Il Libro in versi ed IlRe Orso; un'affettuosa amicizia legò l'autore e l'editore, anche se dopo quei lavori non vi fu altro rapporto editoriale tra i due. Il C., editore di elzeviriani di liriche di poeti ormai celebri, non trascurò la stampa dei lavori di autori ancora del tutto ignoti: di Corrado Corradino pubblicò nel 1878 Primi versi e di L. Gualdo nel 1883 Nostalgie.
Dalla edizione di opere di poesia giunse ben presto alla pubblicazione di lavori teatrali di successo, e ciò soprattutto per suggerimento di G. Giacosa, del quale il C. fu amico carissimo. Quel legame fu determinante in alcune scelte editoriali di grande importanza. Fu il Giacosa, infatti, che, tra pochi, aveva intuito la potenza delle opere di G. Verga, a convincere il C. a pubblicare le Novelle rusticane (1883)e una particolare edizione di Cavalleria rusticana (1884)con illustrazioni di E. Calandra. In quegli anni il C. iniziò pure la pubblicazione del teatro di P. Cossa, continuando quella delle opere teatrali in versi di G. Giacosa, del quale nella biblioteca elzeviriana era comparsa, con grande successo, Una partita a scacchi (1873).
Il C., primo ad introdurre in Italia le edizioni elzeviriane, fa anche il primo ad adottare per le sue pubblicazioni illustrate la fotoincisione, che già in Francia si applicava abitualmente con notevoli risultati. Con l'adozione di questo mezzo nacquero edizioni dotate di elegante ricercatezza come La bell'Alda di E. Calandra (1884), scrittore e disegnatore raffinato, che fu tra i più validi collaboratori del C. e al quale si devono molte delle illustrazioni che arricchivano sovente i volumetti della collana elzeviriana. Del Calandra il C., dopo La bell'Alda, opera che egli stesso aveva insistentemente sollecitato, stampò quasi tutta la produzione letteraria.
La pubblicazione nel 1883 delle Novelle del Verga segnò un nuovo indirizzo nell'attività del C., che dalle edizioni teatrali passò a quelle di narrativa. Di tale periodo è la stampa delle Novelle e paesi valdostani del Giacosa (1886), e dei romanzi giovanili di M. Serao: Fantasia (1892), Castigo (1893), Cuore infermo (1899). Il C. fu pure editore di alcuni lavori di A. Fogazzaro, ancora una volta su consiglio del Giacosa: Daniele Cortis (1885) e, nella "Biblioteca Elzeviriana", Valsolda - Poesia dispersa (1886) e Miranda (1894). Ben presto però i rapporti con il Fogazzaro si interruppero a causa del carattere impulsivo ed incostante del C., che si rifletteva in lunghi ritardi nelle pubblicazioni e in frequenti scontri verbali ed epistolari con gli autori.
La libreria Casanova di via delle Finanze, all'angolo della piazza del teatro Carignano, divenne presto un geniale emporio di letteratura, arte e scienze e per molti anni rimase il ritrovo ed il centro della vita culturale ed artistica di Torino: la Serao, il Fogazzaro, il Verga erano ospiti abituali della libreria. Tra i molti frequentatori E. De Amicis, che ebbe lunga ed intensa amicizia con il C. sebbene legato per la stampa delle sue opere all'editore Treves. Il C. pubblicò del De Amicis Gli Azzurri e i Rossi (1897); l'attesa per l'edizione fu notevole sia per la popolarità dello scrittore sia per la sua recente adesione al socialismo: l'opera, anche se poco valida artisticamente, ebbe largo successoeditoriale.
Il C. non trascurò, accanto alla produzione letteraria, quella scientifica, tecnica e scolastica. La sua passione di alpinista e l'amore per il paesaggio gli suggerirono l'idea dell'edizione di guide storiche e artistiche di varie località. A tali lavori rivolse poi gran parte della sua attività; curò personalmente la stesura di una Guida illustrata della città di Torino (1877) ed insieme a C. Ratti quella di una Guida illustrata dellaValle di Aosta (1888).
Nel 1921, superati ormai gli ottanta anni, il C. chiuse la sua carriera di editore cedendo l'attività ai suoi collaboratori Rocco e Scala. Morì a Torino il 14 dic. 1927.
Fonti e Bibl.: Torino, Arch. stor. d. Comune, Stato civile, Registro atti di morte, anno 1927; La Gazzetta del Popolo, 18 giugno 1926; necr. in Il Momento, 16 dic. 1927; in L'Illustrazione ital., 25 dic. 1927, p. 538; G. De Abate, F. C., Torino 1927; M. Berrini, Torino a sole alto, pp. 243 s., 295.