CHIUSURI, Francesco
Scarse e oscure le notizie intorno alle origini di questo Pittore attivo a Imola tra la fine del XVII e i primi decenni del XVIII sec. Probabilmente, come tanti imolesi contemporanei, si formò in area bolognese e più propriamente tra gli artisti che proponevano una rivisitazione in chiave settecentesca del classicismo reniano. L'ipotesi già da alcuni formulata di un suo alunnato presso il Cignani pare infatti alquanto verosimile dopo un'analisi delle opere rimasteci che ripetono nelle forme dilungate, composte su linee diagonali, i moduli del maestro. È ricordato dall'Oretti (Notizie)soprattutto per essere stato il primo maestro di Gian Domenico Ferretti, al quale "insegnò con ogni premura i principi dell'arte e l'addestrò di buon ora nell'arduo sentiero della vita e della gloria". Secondo il Maser (1968), Ferretti iniziò l'apprendistato a Imola presso il C. all'età di sedici anni, nel 1708; per il Leoncini (1977), che interpreta il Gabburri, la data è da anticipare al 1702; a quell'epoca quindi il C. doveva essere abbastanza noto per potersi permettere allievi o quantomeno aiutanti di bottega.
Testimonianza della fama raggiunta in area locale sono le nuin se commissioni di pale d'altare. I quadri citati dal Villa (1794) andarono purtroppo in massima parte dispersi sia in seguito alle soppressioni napoleoniche, sia dopo Pultimo conflitto bellico. L'elenco del Villa., che fu ripreso e commentato da Gaetano Giordani (Bologna, Bibl. com. dell'Archig., ms. B 1809: G. Giordani, Memorie intorno alla vita... de' Pittori... d'Imola..., 1826, cc. 49, 50), ricorda, oltre a una Assunta con gli apostoli nella chiesa di S. Pietro Apostolo, una Coronazione della Vergione delle Grazie (1700) nella chiesa dei Servi, una S. Apollonia al conservatorio delle Donzelle, i Quattro Santi protettori e un gruppo di Angeli a fresco nella chiesa del Nome di Maria (opere delle quali si è persa ogni traccia), la Discesa dello Spirito Santo conservata nella chiesa di Santo Spirito e i Santidella religione benedettina (1715) in S. Maria in Regola. Questa pala, resa ora più leggibile da un accurato restauro che ha liberato le delicate modulazioni di colore, riscatta in parte il pittore dai giudizi poco lusinghieri sempre ricevuti dalla critica.
L'artista è ricordato dallo Zani che ne fissa la data di morte al 1729.
Fonti e Bibl.: Bologna, Bibl. com. dell'Archiginnasio, ms. B 134:M. Oretti, Notiziede' Professori del disegno... [1760-80], c. 26s; Ibid., ms. B 165, II: Id., Le pitt. della città di Imola descritte... nell'anno 1777, c. 66 (vedi Bentini, 1974); C. Villa, Guida Pittorica di Imola [1794], a cura di G. Gambetti, in Docc. e studi della R. Dep, di storia patria per le provv. di Romagna, V(1925). pp. 58, 68, 75 s., 85; P. Zalli. Enciclop. metodica... delle Belle Arti, I, 6, Parma 1820, p. 185; I. Fanti, Sguardo retrospettivo sull'arte in Imola, Imola 1883, p. 9; R. Buscaroli, Imola, città e dintorni, Imola 1939, p. 55; L. Sandrini, G. D. Ferretti, in Atti dell'Associaz. per Imola storico-artistica, Imola1944, p. 14; P. Bedeschi, Isanti imolesi, Imola1963, pp. 44, 48; L. Bortolotti, IComuni della Prov. di Bologna, Bologna 1964, p. 247; Id., IlComune di Imola, Bologna 1965, p. 26, E. A. Maser, G. D. Ferretti, Firenze 1968, pp. 13, 16; J. Bentini, Gliedifici di culto dei centro storico di Imola, in Rapporto della Sopr. alle Gallerie di Bologna, XXII, Bologna 1974, pp. 10, 53; G. Leoncini, G. D. Ferretti, in Paragone, XXVIII(1977), 329, p. 61.