CIAMPI, Francesco
Nacque intorno al 1690 a Pisa. Il Fétis, l'Eitner, lo Schmidl e gli altri repertori biografici, che lo vogliono nato a Massa di Sorrento nel 1704, sono in errore: la prima opera del C. di cui si ha menzione risale al 1715, il che consiglia di retrocedere presuntivamente la sua data di nascita almeno sino al 1690; il verbale, dammissione all'Accademia filarmonica di Bologna lo dice chiaramente "da Pisa". Dovette iniziare la sua attività al servizio di Alderano Cibo duca di Massa; fu infatti grazie all'interessamento di Alderano che poté far rappresentare, pare con scarso successo, un'opera a Livorno nel carnevale del 1715: la Sofonisba, sulibretto di G. M. Tommasi.
Nel 1716 il duca di Massa gli commissionò due opere, il Timocrate e il Tamerlano, messe in scena in autunno, nel teatro ducale di Massa con grande sfarzo e con ottimi interpreti, tra cui il famoso sopranista G. C. Bernardi detto il Senesino. Sempre a Massa rappresentò nel 1717 il Teuzzone:illibretto lo menziona come "virtuoso di violino e maestro del concerto di S.A.S.". Il 3 luglio 1719 fu ammesso e nell'Ordine de' S.ri Compositori dell'Accademia filarmonica di Bologna, ottenendo "tutti i voti bianchi", cioè l'unanimità del suffragio. Nel 1721 il Teuzzone fu replicato al teatro S. Sebastiano di Livorno. Nel 1725 andò in scena a Bologna la pastorale L'amante ravveduto, su testo di A. Zaniboni, nel 1725 si rappresentò a Milano il Ciro (libretto di P. Pariati, regio ducal teatro, 28 agosto), e a Mantova il Lucio Vero ela Zenobia. Nel 1729, per interessamento di Benedetto Marcello, il C. ottenne una scrittura a Venezia, per il teatro S. Giovanni Crisostomo, dove in autunno fu rappresentato l'Onorio (libretto di D. Lalli), In questo tomo di tempo cade la composizione di una serie di oratori (non di uno solo, come sinora si è creduto) rappresentati in anni successivi, il giorno dell'Assunta, nel Collegio Clementino di Roma. Una sola delle quattro versioni finora note porta l'indicazione dell'anno di esecuzione, il 1734. Per le altre, comunque, si ha come termine post quem il 1729, anno nel quale Camillo Cibo, .al cuì servizio il C. era passato, fu elevato alla porpora cardinalizia. Il 5 febbr. 1735, al teatro Tordinona, in Roma, fu rappresentato il Demofoonte su testo di P. Metastasio; l'opera incontrò, molto probabilmente per la sommarietà della messa in scena e per lo scarso valore dei cantanti, un'accoglienza nettamente sfavorevole.
Da questo momento si hanno pochissime indicazioni biografiche sul Ciampi. Nel 1744 era maestro di cappella a Roma, presso la chiesa dell'Angelo Custode. Forse con lui si deve identificare il Ciampi cui fa riferimento un decreto del 3 dic. 1749 del cardinale Alessandro Albani, che lo indica come istruttore esterno dei cantori pontifici soprannumerari. La sua morte si deve porre dopo il 1764 in quanto in tale anno è dato come vivente da un preciso elenco a stampa dei compositori aggregati all'Accademia filarmonica di Bologna.
La redazione di un catalogo delle opere del C. è resa ardua dal fatto che la tradizione manoscritta lo confonde molto spesso con il più noto Vincenzo Legrenzio Ciampi, dando luogo a complessi problemi d'attribuzione. Oltre alle opere indicate, nessuna delle quali è giunta in redazione integrale, si conosce di lui: Ecce Deus, mottetto per 2 voci e organo (conservato in Bibl. Apost. Vaticana, Arch. della Cappella Sistina, cod. 356, pp. 467 s.); Ecco enim, mottetto per 2 voci e organo, pubblicato da F. Rochlitz, Sammlung vorzügl. Gesangstucke..., Leipzig s.d., III, p. 243. Inoltre tre pezzi sacri furono pubblicati da Ch. I. Latrobe, Selection of Sacred Music from the Works of some of the most eminent Composers of Germany & Italy, London 1806-26. Charles Burney conosceva di lui anche un Miserere ad una Messa, che non esitava a giudicare non inferiori ad alcuna composizione del genere. Della produzione strumentale del C., su cui pure si ha una testimonianza del Burney, e che doveva essere una naturale appendice alla sua professione di virtuoso del violino, non è pervenuto nulla.
Fonti e Bibl.: Bologna, Arch. dell'Accademia Filarmonica, Verbali delle sessioni tenute dalla Accad. Filarm. di Bologna, II (1691-1755), c. 55r; Ibid., Bibl. d. Civ. Museo musicale bibliogr., Misceli. Martiniana, cod. H 63:G. B. Martini, Nota di tutti i prof. di musica aggregati alla Congr. di S. Cecilia l'anno 1744, c. 42v;Ibid., codice UU 12/13:G. Gaspari, Miscell. di musica, III, pp. 38s.; Modena, Biblioteca Estense, ms. y.Q. 6.35. Campari 1647:O. Rocca, Vita del duca Alderano I, pp. 6s.; P. Metastasio, Lettere, in Tutte le opere, a cura di B. Brunelli, Milano 1951, III, pp. 119 s., 122, 124 s.; C. de Rosa marchese di Villarosa, Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli, Napoli 1840, p. 35; C. Ricci., Iteatri di Bologna nei secc. XVII e XVIII, Bologna 1888, pp. 429, 467, 470; G. Sforza, Un musico di Alderano di Gybo duca di Massa, in Giorn. stor. d. Lunigiana, XI(1920), 2, pp. 150-163; Ch. Burney, A general history of music, New York 1957, II, pp. 444, 789, 909; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, II, p. 299; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, p. 439; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 340; Enc. dello Spett., II, col. 725; Grove's Dict. of Music and Musicians, II, pp. 292 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, XV, Supplement, col. 1485.