CUNGI, Francesco
Figlio di Leonardo (Leoncini, 1857) e nipote di Giovan Battista, nacque a Sansepolcro (prov. di Arezzo) e fu attivo nella seconda metà del sec. XVI. Un documento citato dal CoInaghi (1928) lo dà membro dell'Accademia del disegno di Firenze per il 1596-97.
Scomparsa dal duomo di. Sansepolcro una pala a lui attribuita con le Ss. Caterina d'Alessandria, Agata e Lucia, definita dal Coleschi (1886) "di poco pregio" e ricordata da O. H. Giglioli (Sansepolcro, Firenze 1921, p. 11) come "pittura ad olio su tela" "in cui è evidente l'influenza del Baroccio", la conoscenza della sua produzione è affidata unicamente alla pala d'altare, raffigurante il Martirio di s. Sebastiano, conservata nel duomo di Volterra (primo altare della navata sinistra).
Il nome del C. è ricordato per la prima volta, in relazione a questo dipinto, dal Guarnacci (1832) il quale, nel citare la data di esecuzione dell'opera (1587) e l'ammontare dei pagamenti corrisposti al pittore (40 scudi), parla di un "Pietro Cungi da Borgo S. Sepolcro" (nella ediz. del 1885 il nome è corretto in "Francesco"). La notizia è ripresa dal Leoncini (1857), il quale aggiunge - senza citare la fonte di informazione - che nel volto di s. Francesco (in basso a sinistra) è possibile riconoscere la fisionomia del nobile volterrano Mario di Giovan Battista Incontri. Nella edizione successiva (1869) lo stesso Leoncini fa menzione di una ricevuta autografa del pittore "esistente a carta 9 di un libercoletto incluso nel più volte citato Libro d'entrata ed uscita per i lavori della soffitta"dove è detto che il C., dopo aver dipinto nella biblioteca della sagrestia del duomo di Volterra la pala del Martirio di s. Sebastiano, ricevette 66 scudi e mezzo. Queste notizie filtrano senza apprezzabili variazioni in tutte le successive guide di Volterra.
La tavola fu commissionata al C. dalla Comunità di Volterra per il proprio altare in cattedrale dedicato a s. Sebastiano protettore della città. L'importanza dell'incarico dimostra che egli era, in questa data, forse già all'apice della sua maturità artistica e comunque notevolmente affermato. All'interno di un orientamento pittorico dove chiari sono i riferimenti alla cultura postraffaellesca di Raffaellino del Colle e dello stesso padre del C., Leonardo, il pittore mostra inclinazione anche per motivi di origine vasariana - non si dimentichi che uno dei più fedeli collaboratori del Vasari, Cristoforo Gherardi detto il Doceno, era come il C. originario di Sansepolcro - e per schemi formali di derivazione baroccesca quali si colgono, per esempio, nel volto di s. Francesco realizzato con morbidi passaggi chiaroscurali e con una tipologia facciale chiaramente legata ai modelli dell'urbinate. Il che sembra confermare quanto asserito dal Giglioli (cit.) a proposito della tela un tempo conservata sopra la porta della sagrestia della cattedrale di Sansepolcro.
Bibl.: S. Ticozzi, Dizionario dei pittori..., I, Milano 1818, p. 150; R. Guarnacci, Guida per la città di Volterra, Volterra 1832, p. 106; G. Mancini, Istruz. stor.-pittorica per visitare ... Città di Castello, Perugia 1832, II, pp. 269 s., G. Leoncini. Cenni illustrativi sulla cattedrale di Volterra, Volterra 1857, p. 41 (riedito con il titolo Illustrazione sulla cattedrale di Volterra, Siena 1869, pp. 90-91); R. Guarnacci, Guida di Volterra, con aggiunte di A. Cinci, Volterra 1885, p. 124; L. Coleschi, Storia d. città di Sansepolcro, Città di Castello 1886, pp. 259 s.; A. Cinci, Memorie arch. di Volterra, Volterra 1887, p. 26; R. Guarnacci, Guida di Volterra, con aggiunte di A. Cinci, Volterra 1903, p. 99; D. E. Colnaghi, ADictionary of Florentine Painters ..., London 1928, p. 84; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, pp. 196 s.; Diz. encicl. Bolaffi ..., IV, Torino 1973, p. 92.