FRANCESCO da Serino
Nacque il 29 gennaio del 1594 a Serino, quinto figlio del nobile Alessandro Magnacervo e di Violante Moscato.
Dopo aver studiato diritto a Napoli, nell'aprile 1617 entrò nel convento francescano di S. Maria della Pace di Monte Corvino, presso Salerno; qui prese l'abito il 10 dicembre di quell'anno.
Studente di teologia nel convento di S. Francesco a Castellammare di Stabia nel 1621, ebbe per maestro il padre Diego da San Severino, il primo custode di Terra Santa appartenente all'Osservanza riformata. Il 21 maggio 1622 il vicegerente della diocesi di Salerno C. Puito lo ordinò sacerdote; in seguito F. divenne guardiano del convento di S. Francesco nel suo paese natale (1627-28).
Nel 1631 egli chiese di partire per la Terrasanta. Dapprima la sua richiesta non ebbe seguito; fu nominato confessore delle monache di S. Maria Maddalena a Napoli, ove si recò nel 1638, anno in cui era predicatore e lettore. Poi, rinnovata la richiesta, raggiunse il suo scopo il 28 sett. 1639 e partì da Napoli il 16 maggio 1640, insieme con altri frati, su una nave diretta in Palestina.
Giunse a Giaffa il 16 luglio e il 20 entrò a Gerusalemme. Appena arrivato, A. Zanoni d'Arco, custode di Terrasanta dal 1637, lo nominò cronologo della custodia, con il compito di proseguire la compilazione degli Annali della Terra Santa che, iniziati dal p. Verniero da Montepeloso, si erano interrotti con l'inizio del governo dello Zanoni. Aiutato dal segretario della custodia, Faustino da Toscolano, che gli fornì i documenti e lo affiancò nella trascrizione finale dell'opera, F. fu impegnato in questo lavoro sino al maggio del 1642, quando divenne guardiano della comunità di Betlemme; ma già il 12 novembre fu destinato al Cairo come presidente, commissario di Terrasanta per il regno d'Egitto e predicatore. Giunto in Egitto il 18 dicembre, il precedente commissario si rifiutò di lasciare la carica. F. subì con rassegnazione il sopruso, occupandosi della predicazione. Quando cominciò a infierire un'epidemia di peste lasciò Il Cairo e si recò a piedi ad Alessandria, ma - per timore del contagio - i suoi confratelli gli rifiutarono l'ospitalità, che trovò invece presso il consolato francese finché fu richiamato a Gerusalemme. Imbarcatosi su una nave turca, scampò a un naufragio e, da Caiffa, malato, raggiunse Gerusalemme. Ancora convalescente, predicò durante il Natale a Betlemme.
In Egitto aveva continuato a scrivere un diario, iniziato a Gerusalemme parallelamente alle cronache. Si era anche interessato della missione francescana in Etiopia, con una lettera al prefetto di Propaganda Fide, F. Ingoli, nella quale chiedeva aiuti per quei missionari.
Nel 1644 F. ottenne la carica di guardiano di S. Maria di Larnaka, a Cipro, dove restò per quattro anni; destinato a Costantinopoli, il 1° dic. 1647, non poté lasciare l'isola per la scarsità di frati sull'isola. Alla fine del 1648 gli fu offerto di scegliere tra Costantinopoli e Gerusalemme; rimise la decisione alla custodia e questa lo destinò in Siria, ad Aleppo. Qui, il 10 maggio 1649, i Turchi imprigionarono F. insieme con altri frati e con i mercanti veneti residenti in città, in ritorsione contro un'azione navale condotta dai Veneziani. La detenzione nel castello fu breve perché la custodia pagò un riscatto di 20.000 piastre. Liberato, F. avrebbe dovuto stabilirsi a Sidone, ma, per una rivolta, non poté entrarvi e cercò di tornare a Gerusalemme.
Sulla strada della città santa incontrò il custode, Antonio da Gaeta, costretto dai Turchi ad allontanarsene. Insieme decisero di andare a Tripoli di Siria e lì si imbarcarono per Cipro all'inizio del 1650, per proseguire alla volta di Costantinopoli, dove arrivarono verso la metà dell'anno. Qui F. visse sei anni, assumendo la funzione di commissario di Terrasanta e cappellano del residente imperiale.
Nell'estate del 1656, quando F., ormai malato, desiderava il ritorno in patria, accettò un posto nella carovana di alcuni inviati di Ragusa che, via terra, stavano per ritornare in Dalmazia. Portando con sé i suoi scritti e pensando che dalla città dalmata gli sarebbe stato facile ritornare nel Regno di Napoli, arrivò a Ragusa il 24 settembre; qui le sue condizioni non gli permisero di continuare il viaggio. Ospite del convento francescano della città, morì il 19 genn. 1657.
Le opere manoscritte di F. furono diligentemente inviate dai francescani ragusini alla curia generalizia dell'Ordine, a S. Maria in Aracoeli di Roma. Qui rimasero fino all'epoca della Repubblica Romana (1798), quando vennero vendute all'incanto insieme con gran parte dell'Archivio.
Delle Croniche o vero Annali di Terra Santa. Parte seconda… dal principio dell'anno 1637 sino al fine del 1642 rimangono due copie (contemporanee all'autografo originale andato perduto) autenticate dal sigillo dello Zanoni, rispettivamente nell'archivio della provincia francescana di S. Vigilio a Trento e in quello del convento del Ss. Salvatore a Gerusalemme (Arm. M, 6). Il manoscritto di Trento è stato pubblicato nel 1939 da T. Cavallon (Croniche… continuate dal padre Francesco da Serino…, in Biblioteca bio-bibliografica…, diretta da G. Golubovich, XI-XII, Quaracchi 1939). Opera di vaste dimensioni, 600 pagine per un periodo di soli sei anni, ricca di particolari, è però manchevole dal punto di vista propriamente storico. Durante la custodia dello Zanoni infatti i francescani avevano perso molti luoghi santi, consegnati ai Greci dai Turchi, e si erano aggravate le loro dispute intestine. Perciò il custode aveva imposto a F. di scrivere non tanto una storia quanto un'apologia del proprio discusso operato, cosa che F. fece con zelo visibile in ogni pagina.
Sul finire del secolo scorso il cappuccino L.A. de Porrentruy, allestendo a Marsiglia il suo Museo francescano, ritrovò il diario di F., un voluminoso manoscritto di 1.300 pagine intitolato Enchiridion da f. Francesco da Severino minore osservante riformato, di molte cose degne di memoria, compendiosissimamente et con diligenza raccolte, non solo a sé stesso, ma utile et curioso a tutti. Interrotto dalla morte dell'autore, si componeva di quattro libri contenenti una cronologia breve del mondo, una storia della Terrasanta e della custodia francescana, il racconto del "suo viaggio" e di "cose diverse sacre". Il Porrentruy ne pubblicò un piccolo estratto di brani sul pellegrinaggio a Loreto e su Nazareth (La Santa Casa… un chapitre inédit de l'abrégé de la chronique de Terre-Sainte par le père F., Rome 1907). Il manoscritto andò perduto nelle successive vicende del Museo francescano.
Fonti e Bibl.: Necrologium fratrum minorum de observantia provinciae s. p. Francisci Ragusii, a cura di B. Rode, in Analecta franciscana, VI, Quaracchi 1917, p. 440; T. Somigli di San Detole, Etiopia francescana, in Biblioteca biobibliogr. della Terra Santa e dell'Oriente francescano, s. 3, I, 1, Quaracchi 1928, pp. CI, 150, 153; L. Lemmens, Collectanea Terrae Sanctae, a cura di G. Golubovich, ibid., n.s., XIV, ibid. 1933, pp. 248, 255, 277; B. Pergamo, Serie cronologica dei custodi di governo e dei ministri provinciali dell'ex provincia minoritica di Principato della più stretta osservanza detta anche di S. Maria Materdomini (1582-1942), Salerno 1947, pp. 31, 36; Tre secoli di attività missionaria della provincia minoritica di Principato (S. Maria Materdomini) e suo contributo alla missione etiopica, Salerno 1948, pp. 277 ss.; T.M. Giordano, I frati minori a Serino, Subiaco 1968, pp. 38, 119-128, 131, 183, 186; J. Poulenc, La "Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell'Oriente francescano" (1906-1954), in Archivum franciscanum historicum, LXX (1977), pp. 449 s., 643, 646, 652; G.F. D'Andrea, Il Regno di Napoli e la custodia di Terra Santa, in La custodia di Terra Santa e l'Europa, a cura di M. Piccirillo, Roma 1983, p. 52 s.; B. Bagatti, Scrittori francescani di Terra Santa, ibid., p. 153.