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DAL POZZO, Francesco

di Paola Pallottino - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 (1986)
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DAL POZZO, Francesco

Paola Pallottino

Nacque a Bologna il 3 febbr. 1891 da Emilio. Dopo aver studiato nel collegio Venturoli, nel corso del 1907 passò alla locale Accademia di belle arti dove si diplomò in scultura conseguendo anche l'abilitazione all'insegnamento del disegno (Bologna, 1º ott. 1909).

Intorno al 1910 il D. realizzò una serie di gessi, attività presto interrotta dagli eventi bellici. Fu infatti comandante di un reparto di ascari eritrei e, in un secondo tempo, di dubat libici in Cirenaica tra il 1917 e il 1919 (un ms. di ricordi su questo periodo è in possesso dei nipoti Gaggiotti a Genova). Il soggiorno in Africa risulterà determinante per la sua vocazione decorativa.

Abbandonata la scultura, nel 1919 esordì come illustratore ai periodici Ardita e Satana Beffa, nel 1920 al Giornalino della domenica, collaborando, dall'anno successivo, a IlSecolo XX e con la casa editrice Modernissima di Milano, per la quale illustrò opere di Byron, Saffo e Maeterlinck. In questo periodo iniziò anche una intensa attività di decoratore, creando i disegni per ricami, tappezzerie, capi di abbigliamento e le tempere per una serie di pannelli ad arazzo, che dal 1922 venivano ricamati, sotto la sua attenta direzione, in lana, seta e cotone, in un piccolo laboratorio di Milano allestito da Gina Fumaletto Lazzaro (ma con la morte di quest'ultima nel 1927, anche il D. concluse questa attività). Erano nate così: La caccia al cervo, Felini, La danza dei serpenti, Fantasia eritrea, esposti con grande successo alla Primaverile fiorentina nel 1922 e alla prima Mostra di arti decorative di Monza nel 1923 (medaglia d'argento del ministero della Pubblica Istruzione); in essi l'elegante gusto déco viene esaltato dal cromatismo delle vivide suggestioni africane. Nel 1923 iniziò la sua collaborazione a Novella e come illustratore di moda e di arredamento alla rivista Lidel, allora diretta dalla moglie Anna Gaggiotti, di cui egli assumerà la direzione artistica nel 1931.

Autore di saggi, autopresentazioni a mostre, articoli e corrispondenze per IlMondo (1919) e Le Arti decorative (1923), nel 1925 ottenne il terzo. premio al concorso per il manifesto della seconda Biennale di arti decorative di Monza e partecipò alla Mostra di arti decorative e industriali di Parigi. Nel 1927, avendo vinto il concorso per l'insegnamento del disegno presso la Reale Accademia, si trasferì per un anno a Bangkok, dove insegnò presso quella accademia. Da questa esperienza trarrà costanti motivi di ispirazione e stimolo allo studio delle tecniche orientali dell'incisione, per specializzarsi nella xilografia che elaborò in maniera personale e considerò quale irrinunciabile mezzo espressivo, come testimoniano le opere esposte nelle principali rassegne, dalla Mostra di incisione ad Abbazia del 1930 a quelle di xilografia a Varsavia e a Bruxelles del 1933- "Un autentico gusto crea, in queste stampe, rappresentazioni ricche di estro decorativo e di immaginosità aristocraticamente ornativa" (Fiera letteraria, 1929). Presente alle Biennali di arti decorative di Monza (1923-27) e alla quarta Triennale di Milano (1930), partecipò alle Biennali veneziane del 1930, 1934-36, 1942 (pp. 56, 209, 194, 200 dei rispettivi cataloghi), alle Quadriennali romane del 1931 e 1935 (pp. 52, 240 dei cataloghi) e a numerose rassegne italiane ed estere. Fra le sue personali ricordiamo quelle tenute a Bangkok, Milano, Parigi (Salon d'Automne, 1922, arazzi; Galeries Bemheim-Jeune, 1929) con acquarelli e xilografie che "rivelano sempre un'onestà di visione ed una chiarezza esemplare di tecnica" (Disertori, 1930). Altre mostre: galleria Pesaro, Milano (1931); naz. di scenografia a Firenze (1932, bozzetti per l'Aida);internaz. di xilografia, Varsavia (1933). L'ingegno versatile e l'interesse per le varie tecniche artistiche spinsero il D. a misurarsi anche con l'affresco (Crocefissione nella chiesa di Antria presso Arezzo) e con il mosaico (Stella maris, rappresentante la Madonna protettrice dei naviganti e pescatori, su un altare all'aperto nei pressi di Punta Chiappa, frazione di Camogli, realizzato intorno al 1950; parete alla casa del Balilla di Monza [1934]).

Nel 1933 allestì l'opera Donata di G. Scuderi alla Scala di Milano, con scene e costumi che furono lodati da Bragaglia (in Lidel, XV [1933], p. 454). Segretario del Sindacato interprovinciale di belle arti della Lombardia, dal 1939 al 1944 organizzò numerose mostre regionali. Le sue incisioni e i suoi ex libris apparvero nelle opere di C. Ratta dal 1930 al 1936. Pubblicò le cartelle: Venezia, Buratti, Torino 1929, e Libia, sotto gli auspici dell'Istituto coloniale. Sue opere sono state acquistate dalla Raccolta delle stampe del Castello di Milano, dai comuni di Bologna, Genova, Chieti, Camogli e dalla Biblioteca delle Biennali di Venezia. Nel 1959 partecipò a una mostra collettiva di incisioni, con vari mezzi, nella Gall. d'arte moderna di Milano; nella stessa città aveva tenuto una personale al centro S. Babila (1956).

Morì a Solbiate Olona (Varese) il 21 febbr. 1983.

Fonti e Bibl.: A. Frattini, Tre artisti dell'arazzo, in Il Secolo XX, V (1921), p. 376; A. Rossato, Gli arazzi di F. D. in Lidel, IV (1922), pp. 40 s.; M. Rosso, F. D., in Il Secolo XX, VII (1922), pp. 519 s.; W. s., Attraverso la mostradi Monza, in Le Arti decorative, I (1923), 5, p. 34; R. T., Visioni del Siam, in Fiera letteraria, 24 febbr. 1929, p. 4; B. Disertori, Una mostra diF. D. alle Galeries Bernheim-Jeune di Parigi, in Emporium, LXXI (1930), pp. 59 s.; C. Ratta, L'ex libris ital., III-IV, Bologna 1930, e Quaderni, 2, 5, 10-11, ibid. 1933-36; L'Illustrazioneital., 15 febbr. 1931, tav. f. t.: Scene di vita libica; G. Marangoni, Arredo e abbigliamento, II, Milano 1938, p. 450; D. Villani, 50 anni di pubblicità ital., Milano 1957, p. 393; Id., Storia delmanifesto pubblicitario, Milano 1964, pp. 263, 300; Milano 70/70 (catal.), Milano 1971, p. 197; R. Bossaglia-S. Zatti, in La Metafisica. Gli AnniVenti, Bologna 1980, II, pp. 147, 160 s., (con bibl.); P. Pallottino, in Gli Annitrenta (catal.), Milano 1982, p. 586 (ill. p. 452); I. de Guttry-M. P. Maino-M. Quesada, Le arti minori d'autore inItalia dal 1900 al 1930, Bari 1985, pp. 164 s.; L. Servolini, Diz. ill. d. incisori, Milano 1955, pp. 240 s.

Vedi anche
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pozzo pózzo s. m. [lat. pŭteus]. – 1. a. Scavo ad asse verticale, a sezione per lo più circolare, effettuato nel terreno per raggiungere gli strati acquiferi sottostanti, da cui attingere l’acqua (p. filtrante, p. freatico); anche, il manufatto...
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francesco francésco agg. e s. m. [dal lat. tardo Franciscus, der. di Francus «franco1»] (pl. m. -chi), ant. – Francese: La terra che fé già la lunga prova E di Franceschi sanguinoso mucchio (Dante); i modi e le cadenze della prosa f. (D’Annunzio)....
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