DATI, Francesco
Nacque nel primo ventennio del sec. XIV, con ogni probabilità da Deodato (Dato) di Lamberto, speziale lucchese "de burgo Sancti Fridiani".
È opinione inveterata - risalente per la precisione a due eruditi del Settecento, B. Baroni e G. V. Baroni, della quale si è fatto convinto portavoce, di recente, D. Corsi nell'Enciclopedia dantesca -, che Francesco Dati, attivo mercante eautorevole uomo politico nella Lucca del Trecento, fosse un nipote del barattiere dantesco Bonturo Dati attraverso un figlio di questo, Piero.
A nostro parere, invece, nessun documento dimostra tale linea genealogica: è ancora da appurare, tra l'altro, se Bonturo abbia avuto veramente un figlio di nome Piero. Il "Francischus Dati" che numerose fonti della seconda metà del Trecento (aa. 1350-1390) mostrano operare a Lucca tanto come mercante quanto come uomo politico eminente i deve essere identificato, secondo noi, con il "Francischus condam Deodati [scil. Dati] Lamberti civis et mercator Lucanus" che, socio "longo tempore" del nipote Andrea del fu Bettino del fu Deodato "Lamberti" "in arte mercature sete et drapporum", sciolse la sua compagnia il 4 genn. 1382 (cfr. Arch. di Stato di Lucca, Archivio dei notari, n. 168, cc. 12-14). Infatti, da due registri della Corte dei mercanti che enumerano le società commerciali lucchesi operanti negli anni 1372 e 1381 si ricava che i predetti zio e nipote, i quali vi figurano come soci nel "Titulus mercatorum. sete", sono definiti semplicemente "Francischus Dati" e "Andreas Dati". Bisogna rilevare, infine, che nei due suddetti registri non compare alcun altro "Francischus Dati".
La famiglia del D. dovette provenire probabilmente dal Morianese, nel cui territorio il padre del D., speziale lucchese "olim de contrata Sancti Petri Somaldi et nunc [a. 1311] de burgo Sancti Fridiani", possedeva nel 1311 varie terre (una di queste confinava con una casa di proprietà di un fratello germano di Dato, Baciucco, cittadino lucchese della contrada di S. Pietro Somaldi). Questi possessi furono in seguito mantenuti dal D. e dagli altri eredi di Dato: durante la seduta del Consiglio generale tenutasi il 23 apr. 1379., infatti, il D. presentò una petizione insieme con altri cittadini lucchesi proprietari di terreni situati in Moriano, territorio soggetto alla giurisdizione del vescovo di Lucca. Nel 1389 lo stesso D. e i nipoti Andrea Dati, figlio del fu Bettino, e Giovanni e Lamberto Dati, figli di un altro fratello defunto del D., ser Gerardo, dichiararono all'estimo del piviere di Sesto di Moriano numerose proprietà.
L'attività politica del D. fu intensissima e abbracciò, verosimilmente, l'arco di un cinquantennio. Egli dovette iniziarla, con molta probabilità, nel decennio 1340-1350, visto che ricoprì la prima carica di una certa importanza, quella di camarlingo generale, nel bimestre ottobre-novembre del 1350. Pochi anni più tardi, nel 1355, fu anziano per il bimestre aprilemaggio. Ricoperse in seguito tale carica per altre sei volte: nel novembre-dicembre 1356, nel gennaio-febbraio 1358, nel maggio-giugno 1361, nell'ottobre-novembre 1367, nel gennaio-febbraio del 1370 e del 1377.
Numerose furono le sue presenze nell'ambito dei Consigli cittadini. Nel 1369, anno della liberazione della città dal dominio dei Pisani e della restaurazione delle magistrature repubblicane, fu uno dei membri del Consiglio dei cinquanta; quando, dopo la riforma del 16 febbr. 1370, questo Consiglio venne trasformato nel Consiglio dei trentasei, fu chiamato a farne parte in quello stesso 1370, e poi nel 1372, nel 1374, nel 1375, nel 1376, nel 1381, nel 1383, nel 1386. Delle altre magistrature assunte - assai numerose e varie - vanno poi almeno ricordate quella di camarlingo generale, conseguita per la seconda volta nel 1358, e quella di vicario della vicaria di Pietrasanta, che ricoprì nel 1375 e nel 1384. Particolare attenzione, inoltre, merita il fatto che il D., il 4 nov. 1374. fosse uno dei "XII conservatores libertatis" con autorità piena riguardo alla difesa, alla pace e al benessere della città: questa Balia, non avendo limiti di durata ed essendo costituita, per di più, dalle stesse persone fino al 1381, estese infatti gradualmente le proprie funzioni fino a governare con gli Anziani la città, esautorando il Consiglio generale e quello dei trentasei.
Il D. occupò una posizione di rilievo anche nell'ambito dell'arte a cui apparteneva, quella della seta. Il 29 dic. 1376, infatti, fu tra i nove eletti dal Consiglio generale per trovare una soluzione, insieme con quattro membri della Corte dei mercanti, alla crisi che aveva investito l'arte serica lucchese. Frutto del lavoro di questa commissione fu il nuovo statuto della Corte dei mercanti, approvato il 27 febbr. 1381. Come consigliere fece quindi parte della Corte dei mercanti nel 1371 e nel 1380; e fu uno dei consoli nel 1381.
La sua attività commerciale si estendeva - secondo quanto si ricava dall'atto, già citato, del 4 genn. 1382 - alla Liguria e alla Francia: appunto a Genova, a Parigi e ad Avignone, il D. si riservò infatti di continuare la propria attività quando decise, insieme con il nipote Andrea. di porre termine al loro rapporto di collaborazione commerciale.
Morì tra il 10 febbr. 1390, quando risulta tra gli elettori del podestà, e il 1399 quando la sua vedova. monna Nieza, ed i suoi eredi contribuirono all'estimo generale della città di Lucca per la somma di 383 fiorini.
Tra gli credi vi era il nipote Angelo, che il 2 genn. 1399 era diventato maggiorenne, e forse un figlio Giovanni (per quest'ultimo cfr. Lucca, Bibl. statale, ms. 925, c. 204). L'altro figlio del D., Gerardo, padre di Angelo, era sicuramente morto prima del 1399.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Lucca, Estimo, n. 8, sub voce: Infrascripte sunt poderia, possessiones et terre que et quas Lucani cives habent in Comuni et cappella S. Laurentii pleberii Sexti Moriani ... in anno n. D. MCCCXI; Ibid., Capitoli, n. 52, cc. 66, 50, 114v; Ibid., Consiglio Generale, Riformagioni pubbliche, nn. 213 (aa. 1370-1400), passim; Ibid., Spedale di S. Luca, n. 42, c. 88v; Ibid., Arch. dei notari, n. 212, Notaio Fedocco Sccrtica, cc. 209-211, 9 genn. 1381; ibid., n. 168, Notaio Iacopo di Nicolao Domaschi, cc. 12-14, 4 genn. 1382; 25-26, 9 genn. 1382; 178-180, 6 sett. 1382; 335-339, 19 maggio e 13 giugno 1383; 356-357, 13 giugno 1383; 446-447, 26 sett. 1383; ibid., n. 276, Notaio Domenico Lupardi, cc. 56v-59v, 14 febbr. c. 23 apr. 1383; Ibid., Estimo, n. 63 (a. 1389), cc. 106, 121, 131v. 173-176; Ibid., Dipl. Fregionata, 23 nov. 1389; Ibid., Corte dei mercanti, n. 14, c. 6; n. 15, cc. 4, 5v, 12v; n. 83, c. 7; n. 84, c. 5; ibid., Arch. dei notari, n. 307, Notaio Fino di Bartolomeo Chellini, cc. 166v-167v, 2 genn. 1399; Lucca, Biblioteca statale, ms. 925: Miscellanea lucentia historico-politica con vari cataloghi di famiglie e in fine il codice epistolare [sec. XVIII], cc. 204, 236, 250; ibid., ms. 1111: G. V. Baroni, Notizie geneal. delle famiglie lucchesi [sec. XVIII], cc. 39-72; Ibid., ms. 1116: Id., Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi [sec. XVIII], sub voce Lamberti antichi; Ibid., ms. 1144: Id., Stemmi delle famiglie lucchesi [sec. XVIII], c. 429; Archivio di Stato di Lucca, ms. 21: B. Baroni, Alberi di famiglie [sec. XVIII], c. 33; Ibid., ms- 125: Id., Famiglie lucchesi [sec. XVIII], cc. 57v-58v; Ibid., ms. 130: D. Barsanti, Pantheon delle famiglie patrizie di Lucca [sec. XIX], c. 51; S. Bongi, Bandi lucchesi dei secolo decimoquarto tratti dai re del R. Arch. di Stato in Lucca, Bologna 1863, p. 311; Statuto della Corte dei mercanti in Lucca del 1376, a cura di A. Mancini-U. Dorini-E. Lazzareschi, Firenze 1927, pp. XIV, 190; Riformagioni della Repubblica di Lucca (1369-1400), a cura di A. Romiti, I, Roma 1980, ad Indicem; Invent. del R. Archivio di Stato in Lucca, a cura di S. Bongi, I, Lucca 1872, p. XVII; R. Archivio di Stato in Lucca, Regesti, II, Carteggio degli Anziant, a cura di L. Fumi. Lucca 1903, ad Indicem; L. Mirot, Etudès lucquoises, 1, La colonie lucquoise à Paris du XIIIe au XVe siècle, m Revue d'érudit de la Bibliothèque de l'Ecole des chartes, LXXXVIII (1927), pp. 60, 79; D. Corsi, in Enc. dantesca, II,Roma 1970, pp. 318 s.; C. Meek, Lucca 1369-1400. Politics and Society in an Early Renaissance City-State, Oxford 1978, pp. 237-265; Id., The Commune of Lucca under Pisan Rule, 1342-1369, Cambridge, Mass., 1980, p. 71, n. 37.