DE GREGORIO, Francesco
Nacque a Resina, l'odierna Ercolano, nei pressi di Napoli, il 18 ott. 1862 da Nicola (non è noto il nome della madre).
Imparò i primi rudimenti di pittura dal padre e dal fratello Salvatore, esperti decoratori; studiò poi con Stanislao Lista. Già nel 1874 partecipò alla Promotrice di belle arti napoletana, dove continuò ad esporre sino al 1920-21 (se non diversamente indicato le opere qui di seguito citate vanno considerate disperse). Nel 1877 partecipava alla Mostra nazionale di belle arti tenuta a Napoli con il quadretto La nonna: fu notato da F. Netti che lo definì "scuro, ma coscienzioso" ([1877]; Scritti critici, Roma 1980, p. 203).
La sua maniera giovanile era improntata ad uno stile accademico piuttosto asciutto ma corretto, come si può vedere dai ritratti conservati presso il municipio di Napoli: Luigi La Vista e l'ammiraglio F. Caracciolo (cfr. Cento dipinti dell'Ottocento della collezione del Comune di Napoli, Napoli 1974, pp. 35 s.). Al periodo giovanile appartiene anche il ritratto di Guglielmo Pepe (Napoli, municipio), realizzato in collaborazione con Beniamino De Francesco. Nel 1883 espose a Napoli, alla Promotrice, Spassatiempo a Nola e a Roma, alla Esposizione di belle arti, Se fa juorno e manco 'o'nfilo, un quadro di soggetto familiare con effetto di luce notturna, che comparve poi anche l'anno successivo alla Promotrice napoletana e fu acquistato dalla Società, toccando in sorte al principe Marcantonio Colonna (Giannelli, 1916).
La Società promotrice acquistò anche altre opere del D. e precisamente: Iniziatada lei sarà completata da lui... quella tela, esposta nel 1886 e assegnata alla Provincia di Lecce; Vo' fa pace, assegnata alla Camera di commercio di Napoli, dopo l'esposizione del 1890. Intanto, nel 1888 il D. aveva presentato alla Promotrice È sempre lui che offre e nel 1890 partecipava alla grande Mostra del lavoro tenuta a Napoli nella galleria Umberto I (cfr. Fortunio, 26 ott. 1890, p. 3). Intorno agli ultimi anni del secolo sposò Vincenza Saldi.
Fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del nuovo secolo il suo stile subì una svolta sia per l'approfondimento degli impasti barocchi, sia per la conoscenza di Antonio Mancini. La compattezza della forma accademica si sfalda e le pennellate assumono un andamento più libero e latamente impressionistico. La sua produzione, caratterizzata soprattutto da ritratti femminili, si orientò anche verso soggetti di genere, in cui più accentuatamente egli manifestò i suoi legami con Mancini e il suo distacco dalle formule leziose di V. Caprile o di V. Volpe. La capacità di rinnovare la tavolozza e il linguaggio delle pennellate gli fece rivivere una seconda giovinezza, tanto da essere incluso, a inizio secolo, nelle schiere di pittori più giovani di lui di vent'anni. Nel 1906 fece parte del giurì di accettazione delle opere per la Promotrice Salvator Rosa di quell'anno. Presente alla VI Esposizione internazionale di Barcellona (1911), partecipò alla XXXIV Promotrice napoletana con l'olio Donna con la chitarra (cfr. ultima ill. in catal.); nel 1912 espose, ancora alla Promotrice, Baccante.
Nella sua vasta e dispersa produzione si segnalano anche opere eseguite a pastello e lavori di decorazione realizzati sulla scorta della tradizione familiare, fra cui la decorazione della chiesa del Sacramento a Napoli. Nel 1915 il D. fece parte del comitato "Rinascimento artistico meridionale" che promosse l'Esposizione nazionale tenuta a Napoli presso l'istituto di belle arti. In questa mostra espose Crepuscolo (Napoli, municipio) e Perla infranta (Roma, Galleria nazionale d'arte moderna).
Perla infranta riscosse particolare successo per la ricerca coloristica e le preziosità tecniche che ostentava: tema del dipinto è infatti il nudo di donna che si abbandona sulla chaise longue, ma è anche il colore perlaceo ottenuto con i grigi e i rosa opachi (A. Macchia, Pittori e scultori alla I Esposizione nazionale d'arte, in Cronaca bizantina e "Tavola rotonda"[Napoli], XXVI [1916], 2, p. 16).
Il 5 febbr. 1916 U. Boccioni lanciò il suo Manifesto futurista ai pittori meridionali (Z. Birolli, U. Boccioni..., Milano 1971, pp. 206-16, 458 s.) dedicato ad alcuni artisti fra cui il De Gregorio.
Subito dopo la guerra, tra il 1918 e il 1920 il D. aprì una bottega di antiquariato e restauro in via Costantinopoli, diventando ben presto famoso come restauratore di quadri, soprattutto seicenteschi, tanto da non riuscire ad operare una scelta fra questa attività e la pittura.
Nel 1920-21 il D. partecipò alla XXXIX Promotrice napoletana con due quadri, Sorriso di giovinezza e Mestizia, e nel 1921 fu presente sia alla Biennale romana con Violinista, sia alla Biennale napoletana con le opere Troppo tardi (cfr. catal., ill. p. 106) e Musica napoletana. Alla esposizione Fiorentina primaverile del 1922, La donna del mio sogno lo fece definire "colorista di magnifica forza" (catal., Roma 1922, pp. 78 s.). A partire dal 1929, anno della prima Mostra d'arte fascista, il D. fu presente a quasi tutte le esposizioni organizzate dal Sindacato fascista artisti della Campania con le seguenti opere: La sposa, nel 1929, Zingara e Speranze perdute nel 1930, Autoritratto (Napoli, coll. F. Pappacoda) nel 1932, Mezza figura e In attesa nel 1935.
Il 1° luglio 1939 morì a Napoli.
Sue opere figuravano nelle collezioni di Eduardo Scarpetta, Girolamo Maglione, Achille Minozzi. Attualmente suoi dipinti si trovano presso il Museo di Capodimonte (Testa di donna e Ritratto di signora), nella collezione del comune di Napoli (oltre i quadri già citati, Lavoro domestico), nella collezione Lubrano (Ritratto della moglie, 1910 c.; Ritratto della moglie in piedi, olio su tavola) e presso gli eredi. Il nucleo maggiore apparteneva al figlio Attilio e si trova ora nella collezione Pappacoda. Di questi ultimi ricordiamo in particolare: Ritratto di Carmen (1921), Ragazza con il tamburello (1921), Autoritratto (cit., 1932), Donna con anfora, Interno del suo negozio di antiquariato a Costantinopoli (1930-35 c.), Ragazza con bicchiere (1935 c.).
Nel 1946, alla personale alla galleria Forti di Napoli, furono esposti tra l'altro il Ritratto di Casciaro, La pazza, L'imbronciata, La popolana, Maria Maddalena, un autoritratto chiamato Paura, un Paesaggio, Duello, Corradino, una Figurina e una Deposizione, dipinta su un frammento di tavola antica (cfr. C. Z., D., in Il Giorno, 15 ott. 1946). Nel 1953 alla mostra "L'arte nella vita del Mezzogiorno", tenuta a Roma, furono presentate due sue opere, Autoritratto e Pensierosa. Nel 1961 una sua Testa di donna (coll. Pappacoda) è stata esposta in una mostra al Circolo artistico politecnico di Napoli, insieme a Carmen e Ventaglio di piume (Gli artisti dell'Ottocento visti da G. Parisio. Mostra d'arte retrospettiva [catal.], Napoli 1961). Nella mostra di pittura napoletana, tenuta al Circolo artistico nel 1967 in occasione dell'80° anniversario, veniva esposta una sua Figura femminile (cfr. catal., Napoli 1967).
Fonti e Bibl.: A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti d'Italia, pittori, scultori e architetti, Firenze 1889, p. 165; P. Lubrano Celentano, La XXV-XXVI esposizione della Promotrice di belle arti di Napoli, Napoli 1890, ad nomen; V.Della Sala, Promotrice di quest'anno, in Cronaca partenopea, I (1890), 16, pp. 1 s.; L. Callari, Storia dell'arte contemporanea italiana, Roma 1909, p. 376; M. Milone, Esposizione artistica "Rinascimento", in Vela latina, 11-17 nov. 1915; L. S. Amoroso, Prima Esposizione nazionale, in L'Idea nazionale, 23 dic. 1915; E. Giannelli, Artisti napoletani viventi, Napoli 1916, p. 198; A. Lomonaco, La prima mostra nazionale d'arte a Napoli, in La Tribuna, 28 genn. 1916; C. Siviero, Ricordo di D., in Roma d'oggi, 21 ott. 1946; G. Brindisi, Ricordo di F. D., in Il Giornale, 13 ott. 1946, e in Il Mattino illustrato, 20 ott. 1946; C. Siviero, Questa era Napoli, Napoli 1950, pp. 67 s. e in L'arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia (catal.), Roma 1953, p. 69; D. Maggiore, Arte e artisti. Ottocento napoletano e Scuola di Posillipo, Napoli 1955, p. 137; B. Molaioli, Notizie su Capodimonte, Napoli 1958, p. 75; M. Picone, in In margine. Artisti napoletani fra tradizione e opposizione 1909-1923 (catal.), Milano 1986, pp. 24 s., 42 n. 95; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 579 (sub voce Gregorio, Francesco de); A. M. Comanducci, Dizionario... dei pittori... italiani moderni e contemporanei, II, Milano 1971, p. 969.