Anguilla, Francesco di Andrea
Pittore ricordato a Lucca dal 1386 al 1440. Un documento del 1391 può far intravedere un rapporto di associazione con Angelo Puccinelli. Altri documenti lo rivelano cittadino in vista, citandolo come "operaro" della chiesa dei Ss. Giovanni e Reparata (1412) e anziano della Repubblica (1434). Le frequenti testimonianze archivistiche (Paoli, 1986) e le componenti stilistiche delle sue opere escludono decisamente l'identificazione (Vollmer, 1907) con il bolognese Francesco di Andrea, detto il Lola.
Punto di partenza per ricostruire la sua attività sono il polittico firmato della badia di S. Pietro a Camaiore (Lucca), ora nel locale Mus. d'Arte Sacra (Madonna con il Bambino e i ss. Pietro e Giacomo, Giovanni Battista e Bartolomeo) e la Madonna con il Bambino, firmata e datata 1434, della fondazione Carmignani Pellegrini a Montecarlo (Lucca). Nessuna delle altre opere che gli sono state attribuite in passato ha resistito però a una verifica stilistica. Solo di recente è stata impostata una più larga configurazione di A.: Meloni Trkulja (1972) gli ha attribuito la Madonna con il Bambino e angeli della parrocchiale di Pariana (presso Villa Basilica) e, con minore sicurezza, il trittico della sacrestia di S. Martino a Lucca, un'opera che mostra qualche riflesso dello Starnina, presente in zona, e che dunque va datata agli inizi del secolo. Un'altra opera che, quanto meno, può essere accostata ad A. è la Madonna con il Bambino e i ss. Maria Maddalena e Giovanni Battista, Nicola e Lorenzo (Lucca, Mus. Naz. di Villa Guinigi, inv. nr. 310, dove è riferita a un pittore vicino a Rossello di Jacopo Franchi). Una convincente aggiunta è stata fatta di recente da Todini con un lacunoso polittico passato sul mercato milanese (Vendita Finarte, 1988).
È un gruppo di opere di qualità assai contenuta, abbastanza scalate nel tempo, ma non fino al punto di rivelare gli inizi tardotrecenteschi del pittore. Zeri (1976) ha ipotizzato che una tavola di Baltimora (Walters Art Gall., inv. nr. 37443), correntemente ritenuta ligure ma di qualità sensibilmente più sostenuta, ne rappresenti la prima fase stilistica. È un'ipotesi che tenta poco, ma avvia bene la connessione di A. con i fatti pittorici della costa, allargando oltre i consueti riferimenti senesi, sedimentati a Lucca nel Trecento. Nell'ancora poco conosciuta situazione lucchese fra Trecento e Quattrocento A. non è comunque la figura più significativa; egli può avere svolto una linea di fedeltà locale, se la tarda tavola di Montecarlo torna ad alludere a Giuliano di Simone.
Bibliografia
G. Cordero di Sanquintino, Osservazioni sopra alcuni antichi monumenti di Belle Arti nello stato lucchese, Lucca 1815, pp. 50-62.
H. Vollmer, s.v. Anguilla, Francesco Andrea di, in Thieme-Becker, I, 1907, p. 523.
E. Lazzareschi, Lucca, Bergamo 1931, pp. 76, 92, 94.
id., Angelo Puccinelli e gli altri pittori lucchesi del Trecento, Bollettino storico lucchese 10, 1938, pp. 137-164: 153-154.
I. Belli Barsali, s.v. Anguilla, Francesco, in DBI, III, 1961, p. 299 (con bibl.).
id., Guida di Lucca, Lucca 19702, p. 219 (19883, p. 261).
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s.v. Anguilla, Francesco d'Andrea, in Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, I, Torino 1972, pp. 162-163.
S. Meloni Trkulja in Mostra del restauro, cat., Pisa 1972, pp. 111-124, nrr. 16-17.
C. Baracchini, A. Caleca, Il Duomo di Lucca, Lucca 1973, pp. 42, 147.
A. R. Calderoni Masetti, Spinello Aretino giovane, Firenze 1973, pp. 46-48.
F. Zeri, Italian Paintings in the Walters Art Gallery, Baltimore 1976, I, pp. 54-55.
M. Paoli, Arte e committenza privata a Lucca nel Trecento e nel Quattrocento, Lucca 1986, pp. 161, 172, 179, 211. Vendita Finarte 652, Milano 14 giugno 1988, pp. 88-89.