FRANCESCO di Biondo da Firenze (Francesco Biondi)
Nacque probabilmente a Firenze, tra gli anni Ottanta-Novanta del sec. XIV.
Il suo nome ha offerto diverse questioni agli eruditi: figlio di un ser Biondo, il quale avrebbe assunto per cognome il proprio nome "Blondus", F. sarebbe stato annoverato nel Necrologio di S. Maria Novella come "frater Franciscus ser Blondi". Ughelli, Farlati ed Eubel lo chiamano anche Servandi, appellativo, questo, che potrebbe derivare da un'errata lettura di "ser Biondi".
Entrato nel convento domenicano di S. Maria Novella, F. vi figura come alunno nel 1404; nel 1406 passò insieme ad altri religiosi - fra i quali il futuro arcivescovo di Firenze, Antonino Pierozzi - nel convento di S. Domenico di Cortona per terminare il suo noviziato. Poco dopo, nello stesso 1406, lo troviamo nel convento di S. Domenico di Fiesole appena fondato dal padre Giovanni di Domenico Banchini (Giovanni Dominici). Nel febbraio del 1412 F. si trovava nel convento di S. Domenico di Gaeta, dove assistette il Banchini, divenuto nel frattempo cardinale e arcivescovo ragusino, nella nomina dei procuratori per la diocesi di Ragusa e per le sue suffraganee. Nell'agosto del 1413, come attesta un atto notarile dove F. compare in qualità di testimone, si ritrova di nuovo a Firenze. Per la pietà e la profonda cultura venne chiamato a far parte della delegazione dell'Ordine domenicano al concilio di Costanza (1414-18), dove fu fra i prediletti compagni del cardinale Banchini. Nel 1423 F. venne nominato vescovo di Arbe in Dalmazia; nel 1428 Martino V lo trasferì alla diocesi di Capodistria.
Sul ventennio della sua attività pastorale giustinopolitana vi sono scarse testimonianze. Nel sec. XVIII, quando venne demolito l'altare di S. Pancrazio nella chiesetta omonima, si ritrovò un documento del 1441 che gli attribuiva l'erezione e la consacrazione di quell'opera. Un secondo documento, del 1445, venuto alla luce nella tomba di s. Nazario nel duomo di Capodistria, ci informa che F. restaurò e consacrò la tomba del santo patrono, il cui corpo era stato di recente restituito alla città. Nello stesso anno, F. riconsacrò il duomo che, a quanto riferito dagli eruditi, sarebbe stato ricostruito dietro sua iniziativa. È più probabile che egli vi abbia fatto eseguire solo opere di consolidamento, poiché le attuali strutture delle navate e della facciata, attribuitegli dal Kandler, sono in realtà della fine del sec. XV.
Comunque, sia il Necrologio di S. Maria Novella sia la storiografia ecclesiastica locale sono concordi nell'accreditare a F. un'intensa opera di ricostruzione e di pietà condotta nella sua diocesi: trovatala in pessime condizioni economiche e morali al momento dell'insediamento, egli avrebbe saputo trasformarla in breve tempo con oculata amministrazione, risollevandone notevolmente il livello spirituale e prodigandosi in special modo in favore dei poveri.
Morì il 29 marzo 1448 e venne sepolto a Capodistria.
Fonti e Bibl.: V.M. Fontana, Sacrum theatrum dominicanorum, Romae 1646, p. 208; P. Naldini, Corografia ecclesiastica ossia Descrittione della città e della diocesi di Giustinopoli detta volgarmente Capo d'Istria, Venezia 1700, pp. 40, 44-46, 93; F. Ughelli - N. Coleti, Italia sacra, V, Venetiis 1720, col. 390; I.B.M. Contarini, De episcopis ad Istrianas ecclesias ex Ordine praedicatorum assumptis dissertatio, Venetiis 1760, pp. 4-6; D. Farlati, Illyricum sacrum, Venetiis 1775, V, p. 251; G.F. Tomassini, De' commentari istorico-geografici della provincia dell'Istria, in Archeografo triestino, IV (1837), p. 343; P. Kandler, Serie dei vescovi di Capodistria, in L'Istria, II (1847), 48, pp. 196-198; Id., Fasti sacri e profani di Trieste e dell'Istria, VIII, Trieste 1849, p. 48; G. Cappelletti, Le chiese d'Italia, VIII, Venezia 1851, pp. 279 s., 833; P. Kandler, Indicazioni per riconoscere le cose storiche del Litorale, Trieste 1855, p. 48; F. Babudri, Cronologia dei vescovi di Capodistria, in Archeografo triestino, s. 2, V (1909), pp. 213, 237; C. Eubel, Hierarchia catholica…, I, Monasterii 1913, pp. 101, 288; V. Brusić, Otok Rab, Zagreb 1921, p. 183; A. Alisi, Il duomo di Capodistria, Roma 1932, pp. 12 s., 19; F. Semi, Il duomo di Capodistria, Parenzo 1934, p. 15; S. Orlandi, Necrologio di S. Maria Novella, 1235-1504. Testo e commento, Firenze 1955, I, pp. XXIX, LII, 157; II, pp. 98, 142, 167, 209 s., 515, 562, 566, 592; T. Kaeppeli, Dalle pergamene di S. Domenico di Cortona, in Arch. fratrum praedicatorum, XXXV (1965), p. 110.