Di Capua, Francesco
Latinista (Castellammare di Stabia, Napoli, 1879 - ivi 1957), professore di letteratura latina medievale nell'università di Napoli e poi (dal 1946 al 1950) di letteratura cristiana antica nell'università di Bari. Notevoli le sue ricerche sul cursus nelle opere medievali, e in particolare su quelle di D.; a tale indagine cominciò a dedicarsi, con adeguata preparazione filologica e storica, a partire dal 1912 (Il cursus e le sue clausole metriche, in " La scuola cattolica " XL [1912] 544-568). Di ragguardevole importanza anche gli studi sulle epistole dantesche (particolarmente suggestivo quello sulla lettera perduta Popule meus) e sulla concezione politica di Dante. L'esperienza stilistica del Di C. rimane probante sia nel ricercare il senso e il gusto di una tradizione letteraria come componente di poesia, sia nel gettare un ponte, di là da ogni astratta preoccupazione speculativa, tra interpretazione storica ed estetica.
Esemplari per tale equilibrio estetico-filologico i seguenti contributi:
Appunti sul " cursus " o ritmo prosaico nelle opere latine di D.A. con note critiche sull'epistole dantesche, Castellammare di Stabia 1919; Note all'espistola di D. ai Cardinali italiani, ibid. 1919; Lo stile isidoriano nella retorica medievale e in D., in Studi in onore di Francesco Torraca, Napoli 1922, 233-259; Appunti e note all'epistole di D., in " Rass. Critica Lett. Ital. " XXVIII (1923) 32-47; ‛ L'Amor che move il sole e l'altre stelle ' e l'ultima similitudine dantesca, in " Nuova Cultura " III-IV (1924) 3-21; Tre note sull'epistola di D. ai Fiorentini, in " Giorn. d. " n.s., IX (1936) 241-256; L'epistola dantesca ‛ Popule meus ', ibid. n.s., X (1937) 195-205; La concezione mistica dell'Impero Romano in D. (Romanum Imperium de fonte nascitur pietatis, Monarchia II 5, 5), in " Rendic. Accad. Archeol. Lettere e Belle Arti Napoli " n.s., XXI (1941) 27-52; Insegnamenti retorici medievali e dottrine estetiche moderne nel ‛ De vulgari eloquentia ' di D., Napoli 1945; D.: il cantore della giustizia, in " Tabor " V (1951) 43-54. Tutti questi saggi, eccetto l'ultimo, si trovano raccolti nei due volumi di Scritti minori, usciti postumi (Roma 1959).