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DI MAGGIO, Francesco

di Carlo Matteo Mossa - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 40 (1991)
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DI MAGGIO, Francesco

Carlo Matteo Mossa

Lo stato attuale delle ricerche relative a questo compositore attivo nel secolo XVII non consente di raccogliere notizie molto esaurienti sulla sua vita e sulla sua opera, ed anzi non scioglie alcuni dubbi sulla identificazione del personaggio.

Tuttavia dalle fonti più antiche (Mongitore, Noto) si desume che il D. nacque nella prima metà del sec. XVII a Castelvetrano (Trapani), città in cui morì nel 1688, canonico della collegiata di S. Pietro. Fu allievo di Giuseppe Palazzotto Tagliavia, pure di Castelvetrano, e dunque si colloca nella quarta e ultima generazione di musicisti della scuola polifonica siciliana (Carapezza).

Il Mongitore da parte sua lo definì "musicae studiosus", e affermò che "ita modulationibus suis aurium voluptatem expandit, ut nomini sui fama in praecipuis Italiae civitatibus excitaverit". Questa fama dovette essere verosimilmente legata ad una produzione e ad attività musicali più consistenti dell'unica sua opera musicale a tutt'oggi conosciuta, una raccolta di mottetti da due a cinque voci e basso continuo conservata presso il Royal College of Music di Londra: Sacra Armonia di Musicali Concenti a due, trè, quattro, e cinque voci, con una Messa à S. concertata, etc., Milano, nella Stampa delli fratelli Camagni, 1670 (segnatura I.B. 28). Secondo il Noto, tale raccolta fu data alle stampe "per imitare un tanto famosissimo Maestro [Palazzotto Tagliavia]" ed "essendo capitata fuori Regno fá tanto ben ricevuta, che le fú ristampata, ch'è il total requisito d'un opera famosa". Certo la fama che il Mongitore attribuisce al D. è un dato ancora tutto da verificare e potrebbe riguardare non tanto la sua produzione musicale, quanto piuttosto una sua attività nel campo delle lettere, dal momento che in una delle fonti a nostra disposizione egli è definito "celebre letterato" (De Luca-Mastriani).

Altre notizie relative al D. si ricavano da un gruppo di fonti risalenti agli inizi del secolo XIX. Alcuni nobili ed eruditi francesi (de Sayve, Forbin, Bourquelot), seguendo una moda di matrice neoclassica, compirono viaggi in Sicilia, riportandone memorie artistiche e documentarie di carattere divulgativo. Puntualmente, di passaggio a Castelvetrano, essi notavano che qui era nato e morto un Francesco Maggio, "habile musicien, du XVIIe siècle" (la frase si ritrova identica sia in Forbin sia in Bourquelot). Il conte Forbin, spinto verso la terra siciliana dai suoi interessi specificamente archeologici e figurativi, aggiunse tuttavia che il D. "fut le Rossini de son temps", il che sembra poter avere una sola interpretazione, in linea con quanto asserisce il Mongitore sulla fama goduta dal musicista: egli era tanto famoso ai suoi tempi, quanto Rossini ai tempi di Forbin.

Un terzo gruppo di fonti infine si basa più o meno esplicitamente sul Mongitore (Ortolani, Amico, Mira, Schmidl, Gerber e verosimilmente gli stessi Fétis ed Eitner), ma nessuno di essi aggiunge nulla di nuovo e di utile al completamento del profilo biografico del Di Maggio.

La questione si complica riguardo alla ipotesi formulata da P. E. Carapezza, sulla base delle ricerche d'archivio condotte intorno al 1930 da N. Pelicelli, di una possibile identificazione del D. con il "Francesco Maggi contralto" presente nella chiesa della Madonna della Steccata in Parma dal 22 maggio 1659 al 12 febbraio 1663. Alla luce di recenti ulteriori ricerche condotte nell'archivio della Steccata, presso l'Ordine costantiniano di S. Giorgio, tale identificazione risulta assai improbabile.

In un memoriale non datato (ma quasi certamente riferibile al 5 o 6 dic. 1658), con cui Francesco Maggio chiese ed ottenne dalla duchessa di Parma una raccomandazione per un posto di musico salariato presso la Congregazione della Steccata, egli si definì infatti "figlio di Mastro Michele già Cuoco di Vostra Altezza Serenissima", e sostiene di aver "sempre liavuto eruditioni dal signor Francesco Manelli", contemporaneamente presente alla Steccata in qualità di cantore, nonché maestro di cappella alla corte Farnese. Queste ultime indicazioni contrasterebbero dunque con le poche notizie certe fin qui raccolte, ed in particolare con quanto ricavabile dalle fonti più vicine al D.: nobiltà di nascita e appartenenza alla tradizione polifonica siciliana. Va tuttavia segnalato, infine, che né F.M. Emanuele e Gaetani (Della Sicilia nobile, s.l. 1754, rist. Bologna 1968), né l'Elenco ufficiale delle famiglie nobili e titolate della Sicilia (Roma 1902) confermano la nobiltà di nascita attribuita dal Noto al Di Maggio. Si ha piuttosto notizia di alcuni membri della famiglia Di Maggio (tra cui Giovan Vincenzo, medico fisico, e Giovan Pietro, medico chirurgo) distintisi nel fronteggiare la peste del 1624 a Castelvetrano (Ferrigno, La peste ... ). Si tratta più verosimilmente di una famiglia di notabili del posto, anziché nobili.

Fonti e Bibl.: Parma, Archivio dell'Ordine costantiniano di S. Giorgio, coll. Chiesa magistrale XVI/40, Memoriale di Francesco Maggio all'Altezza Serenissima la Duchessa di Parma [s.d.ma 5-6 dic. 1658]; Castelvetrano, Bibl. comunale, coll. 43.VI.14: G. B. Noto, Platea della palmosa città di Castelvetrano, [1732], f. 363; A. Mongitore, Bibliotheca Sicula sive De scriptoribus Siculis, Palermo 1708, p. 217; G. E. Ortolani, Nuovo dizionario geografico statistico e biografico della Sicilia antica e moderna, Palermo 1819, ad vocem Castelvetrano; A. de Sayve, Voyage en Sicilefait en 1820 et 1821, Paris 1822, p. 930; L.-N. de Forbin, Souvenir de la Sicile, Paris 1823, p. 72; F. Bourquelot, Voyage en Sicile, Paris 1848, p. 117; F. De Luca-R. Mastriani, Dizionario corografico del Regno di Sicilia, Milano 1852, p. 19; V. Amico, Diz. topogr. della Sicilia, I, Palermo 1855, p. 265; G. M. Mira, Bibliografia siciliana ovvero Gran Dizionario bibliografico, II, s.l. 1881, p. 16; G. B. Ferrigno, La peste a Castelvetrano, negli anni 1624-1626, Trani 1905, pp. 13 ss.; Id., Castelvetrano, Palermo 1908, p. 148; Catalogue of printed music in the Library of the Royal College of Music, London, London-Leipzig 1909, p. 211; N. Pelicelli, Musicisti in Parma nel sec. XVII, in Note d'archivio, IX (1932), p. 241; M. Donà, La stampa musicale a Milano fino all'anno 1700, Firenze 1961, p. 125; L. Bianconi, Sussidi bibliografici per i musicisti siciliani del Cinque e del Seicento, in Riv. ital. di Usicologia, VII (1972), p. 28; P. E. Carapezza, F. D., in The New Grove Dictionary of music and musicians, V, London 1980, p. 479; E. L. Gerber, Neues historisch-bibliographisches Lexicon der Tonkünstler (1812-14), Graz 1966, p. 288; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, V, p. 401, s.v. Magio; R. Eitner, Quellen-Lexicon der Musiker, VI, p. 274; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, p. 8, s.v. Magius.

Vedi anche
contralto La voce femminile di ambito più grave e la cantante dotata di tale voce. La voce di contralto è assai usata nella polifonia e nell’opera teatrale. Con funzione appositiva, unito al nome di uno strumento musicale, contralto indica quello che all’interno della propria famiglia offre un ambito di suoni ... armonia linguistica  armonia vocalica Fenomeno di alcune lingue, come le ugro-finniche e le turche, per cui il vocalismo suffissale (o postonico) ha un timbro simile a quello della radice (o della sillaba accentata) e varia in conseguenza. Così in ungherese vi sono due serie di vocali, anteriori (ä é ő ö ü ... mùsica sacra mùsica sacra Nella comune classificazione dei generi musicali, insieme delle composizioni musicali attinenti alla vita religiosa. Il regolamento di Pio X (1903), raccogliendo le prescrizioni della Chiesa cattolica sulla materia, riserva il termine di musica sacras. alla musica destinata alle funzioni ... musica Arte che consiste nell’ideare e nel produrre successioni strutturate di suoni. In quanto attività sociale, la musica appartiene a tutte le epoche e a tutte le culture, mutando il proprio significato e la propria funzione e manifestandosi in una grande varietà di forme e tecniche a seconda dei periodi ...
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