Teologo francescano (Digne 1288 circa - Piacenza 1328). Maestro a Parigi (1320) poi ad Avignone (1326), era stato discepolo diretto di Scoto, del quale aveva accettato le dottrine fondamentali (univocità dell'essere e distinzione formale dei suoi modi intrinseci) approfondendone la speculazione teologica, in particolare riguardo ai problemi concernenti la natura di Dio (distinzione tra natura e proprietà, natura e persone). Nei suoi trattati politici sostiene (secondo alcuni in cosciente opposizione a Dante) l'idea di una monarchia universale con il papa come monarca. È autore di Sermones, di commenti alle Sentenze, di Quodlibeta, di un Tractatus de principatu temporali e uno de principatu regni Siciliae e di una Quaestio de subiectione.