MORICOTTI, Francesco di ser Puccio di Vico pisano
MORICOTTI, Francesco di ser Puccio di Vico pisano. – Nacque nella prima metà del XIV secolo. Le prime testimonianze lo attestano come canonico del capitolo della cattedrale di Pisa in un documento del 3 settembre 1352 (Ronzani, 1990) e in uno successivo dell’8 febbraio 1355 (Carratori, 1987).
La famiglia di Moricotti era congiunta con quella dei Prignano, originaria di Pisa e passata poi nel Regno di Napoli. Moricotti era nipote di papa Urbano VI, ma non è da confondere, come accade sovente nella bibliografia che lo riguarda, sulla base dell’affiancamento dei due cognomi, con l’altro nipote del pontefice Francesco Prignano Butillo, sposato con Agnese Ruffo, che ebbe per alcuni anni da Carlo III di Durazzo il castello di Nocera.
Per parte di madre era nipote dell’arcivescovo Giovanni Scarlatti, di cui fu esecutore testamentario e curatore nell’allestimento del monumento funebre nel duomo di Pisa. A questi succedette nella cattedra pisana il 16 maggio 1362. La sua attività pastorale fu intensa e in stretta sintonia con le autorità comunali. Gli si devono la fondazione della Certosa di Calci (30 maggio 1366) e la riconsacrazione dell’eremo di Camaldoli presso Arezzo nel 1373. Gli indirizzarono lettere Caterina da Siena e Coluccio Salutati.
Durante il pontificato di Urbano VI ricoprì ruoli di primissimo piano nella Curia romana e appare come uomo di fiducia del pontefice durante le vicende del grande scisma. Fu creato cardinale nella prima tornata del 18 settembre 1378 con la quale il papa operò un completo ricambio nel collegio cardinalizio e ricevette il titolo di S. Eusebio nel novembre successivo. La promozione fu accolta con grandi festeggiamenti a Pisa, come riferisce il cronista Paolo Tronci. Venne nominato poi nel luglio del 1380 vescovo di Palestrina, ruolo che permetteva una presenza strategica nel territorio dove Onorato Caetani, sostenitore dell’antipapa avignonese Clemente VII (Roberto da Ginevra), contava ancora qualche appoggio anche dopo la decisione del ramo dei Colonna di Palestrina di schierarsi con papa Prignano.
Fu eletto primicerio nella diocesi pisana nel giugno del 1384, mentre in Curia, dopo aver retto la cancelleria fin dal 1382, assunse la carica di vicecancelliere nel 1385. Ebbe anche la prepositura di St. Marien a Erfurt. Fu tra i 14 cardinali che il 2 novembre 1389 elessero al soglio pontificio Pietro Tomacelli, che prese il nome di Bonifacio IX e che da Moricotti stesso venne consacrato vescovo di Roma il 9 novembre successivo. Mantenne il governo della cancelleria apostolica anche sotto il nuovo papa e con i cardinali Pileo da Prata, Cosimo Migliorati e Francesco Carbone fu tra i commissarii domini nostri pape (Esch, 1969).
Morì ad Assisi nel 1394.
Il suo monumento funebre, originariamente collocato nella cattedrale pisana e ora nel Museo dell’Opera del duomo, è attribuito alla bottega di Nino Pisano cui si deve anche quello di Giovanni Scarlatti. I numerosi spostamenti subiti dai due sarcofaghi fanno pensare a uno scambio di materiali, perché una parte dell’attuale corredo statuario del monumento di Moricotti corrisponde invece alla descrizione della tomba Scarlatti contenuta nel contratto d’impegno dello scultore.
Fonti e Bibl.: P. Tronci, Memorie istoriche della città di Pisa, Livorno 1682, p. 446; Le lettere di s. Caterina da Siena, ridotte a miglior lezione, e in ordine nuovo disposte con note di Niccolò Tommaseo, III, Siena 1860, pp. 330-333; B. Candida- Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’Italia, III, Napoli 1876, p. 172; C. Eubel, Hierarchia catholica Medii Aevi, I, Monasterii 1898, pp. 23, 37, 42, 400; Epistolario di Coluccio Salutati, a cura di F. Novati, IV 1, Roma 1905, p. 262; H. Kochendörffer, Päpstliche Kuriale während des grossen Schismas, in Neues Archiv der Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde, 30 (1905), p. 553; P. Collenuccio, Compendio delle istorie del Regno di Napoli, a cura di A. Saviotti, Bari 1929, p. 214; A. Esch, Bonifaz IX. und der Kirchenstaat, Tübingen 1969, p. 110; Documents relatifs au grand schisme, VII, Suppliques et lettres d’Urbain VI (1378-1389) et de Boniface IX (cinq premières années 1389-1394), a cura di M. Gastout, Bruxelles 1976, ad ind.; E. Pásztor, La Curia romana all’inizio dello Scisma d’Occidente, in Genèse et débuts du Grand Schisme d’Occident, Paris 1980, pp. 31- 43; M. Burresi, I monumenti sepolcrali degli arcivescovi Giovanni Scarlatti e F. M., in Il Museo dell’Opera del duomo a Pisa, a cura di G. De Angelis D’ Ossat, Cinisello Balsamo 1986, pp. 103-108; L. Carratori Scolaro, Il Capitolo della cattedrale nelle vicende pisane della fine del Trecento e degli inizi del Cinquecento, in Bollettino storico pisano, LVI (1987), pp. 52 s.; M. Ronzani, «Figli del Comune» o fuoriusciti? Gli arcivescovi di Pisa di fronte alla città-stato fra la fine del Duecento e il 1406, in Vescovi e diocesi in Italia dal XIV alla metà del XVI secolo, Atti del VII convegno di Storia della Chiesa in Italia, a cura di G. De Sandre Gasparini, II, Roma 1990, pp. 819-822; G. Pennino, I Prignano - l’assedio del castello di Nocera, in Sylva Mala. Bollettino del Centro studi archeologici di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase, XIII (2001-05), pp. 8-12.