Pittore (Firenze 1422 circa - ivi 1457). La pala di Pistoia, ora alla National Gallery di Londra, è il solo dipinto che i documenti accertino di P.; ma il Vasari ricorda di lui la predella del polittico di Filippo Lippi nella cappella medicea in S. Croce (il polittico del Lippi è ora agli Uffizi con tre parti della predella, di cui altre due parti sono al Louvre): e queste due opere, distanti tra loro di poco più che dieci anni, danno modo di ricomporre abbastanza largamente l'attività del pittore nella sua breve vita.
Nipote e allievo del Pesello, praticò poi la bottega di Filippo Lippi: sono sue le storie di s. Francesco, s. Antonio, ss. Cosma e Damiano nella predella del polittico di F. Lippi per la cappella medicea di S. Croce, ora agli Uffizi (1445 circa; tre parti della predella si trovano col polittico agli Uffizi, le altre due al Louvre). In questa predella, piena di riflessi del Lippi, la maniera di P. è già fortemente individuata: si distingue dal polittico per un senso plastico più acuto, come formato sui primi e più masacceschi modi del maestro, e per il colorito brillante senza le ombre e le iridescenze, in cui Filippo Lippi lo andava avvolgendo. Ha pure qualche richiamo all'arte dell'Angelico, specie nel paesaggio semplificato e profondo, ma non così forte da dimostrare che P. si sia avvicinato tanto all'Angelico da potere egli eseguire, come è stato supposto, la predella del polittico perugino di fra Giovanni. La pala di Pistoia (iniz. 1455, ora alla National Gallery di Londra), con la Trinità fra santi e quattro scene nella predella, presenta, portati a grande intensità, i primi distintivi caratteri del P., un dolce realismo di ascendenza masaccesca temperato dall'influsso del Beato Angelico, pur non senza ricordi di Andrea del Castagno. La tavola, rimasta non finita alla morte del P., fu compiuta da F. Lippi (1458-60: specialmente nella figura del Padre eterno e nelle scene S. Zeno esorcizza la figlia di Gallieno e S. Gerolamo con il Leone). Intorno a quest'unico quadro certo, la critica ha raccolto un ricco corpus di opere che comprende, accanto a una serie di Madonne col Bambino (Boston, Gardner Museum; ecc.) eleganti dipinti con piccole figure e paesaggi (Storie di Davide, Londra, National Gallery) per ornamento di cassoni. Fu anche miniatore. Dal 1453 ebbe come compagno di lavoro Piero di Lorenzo Pratese (1413-1487); a quest'ultimo, o a un supposto Pseudo-Pierfrancesco Fiorentino, sono attribuite alcune opere (Madonne) che si discostano, anche per la qualità meno alta, da quelle sicure del Pesellino.