DURELLI, Francesco
Figlio di Giacinto e di Margherita Carpani, nacque a Milano il 21 febbr. 1792; fu fratello di Gaetano. Studiò all'accademia di belle arti di Brera, dove compi una lunga e regolare carriera accademica. Frequentò con particolare dedizione i corsi di ornato tenuti da G. Albertolli e quelli di prospettiva di G. Levati. Di quest'ultimo fu allievo prediletto e destinato a succedergli nell'insegnamento.
Dal 1809 al 1820 vinse in qualità di allievo diversi premi e riconoscimenti: nel 1809 il primo premio nel concorso di seconda classe di ornato (disegno da rilievi); nel 1811 accessit al Premio di seconda classe per l'architettura (per gli ordini architettonici); nel 1812 il primo premio nel concorso di seconda classe per l'architettura (per l'invenzione); nel 1813 il primo premio nel concorso di prima classe di ornamenti esponendo, tra gli altri, un disegno prospettico all'acquerello raffigurante La certosa di Pavia; nel 1818 vinse di nuovo il concorso di ornamenti, nel 1819 espose tra i saggi degli allievi tre tavole, fra cui Anfiteatro, e Ilduomo di Milano, disegno scenografico, e nel 1820, ancora come allievo, vinse il primo premio nel concorso di architettura con un progetto per Un camposanto di trecento metri per lato con annesso oratorio, esponendo insieme un disegno prospettico all'acquarello della Cella dell'arca di s. Carlo. Nel 1822, anno in cui fu aggiunto temporaneamente alla scuola di figura, presentò un disegno a lapis del Trionfo di Davide del Domenichino.
Nel 1823 figuravano nella Pinacoteca dell'Accademia (Guida alle sale …) i suoisaggi eseguiti durante il pensionato a Roma, che aveva conseguito con G. Moraglia immediatamente dopo il 1815, anno in cui venne bandito l'ultimo concorso di questo genere: Adamo ed Eva che piangono la morte di Abele (saggio del quarto anno); Davide (terzo anno); Ilbattesimo del centurione, disegno (secondo anno).
Dal 1819, circa, il D. fu nominato aggiunto del Levati nella scuola di prospettiva dell'accademia, dal 1824 al 1837 professore supplente e dal 1838 professore ordinario, incarico che tenne fino alla morte. Da una sua lettera del 1844 conservata a Brera (Tea, 1941, p. 88) apprendiamo che l'insegnamento di prospettiva comprendeva anche alcuni corsi per scenografi che riscuotevano particolare interesse fra gli studenti. Sempre a Brera fu anche insegnante al corso supplementare obbligatorio per i giovani ingegneri che dopo la laurea universitaria aspiravano al diploma di architetto.
Tra le diverse cariche ricoperte in accademia è da ricordare la nomina a consigliere, che gli consenti talvolta di fare le veci di segretario e di partecipare alla commissione edilizia per il pubblico ornato della città della quale divenne membro il 17 dic. 1836, in sostituzione di P. Landriani.
La sua attività accademica si volgeva prevalentemente alla veduta prospettica di interni ed esterni monumentali, al disegno decorativo, mirando a instaurarre costanti rapporti con la scuola d'ornato. Il suo insegnamento si rivelò, già per i contemporanei, innovativo rispetto a quello del Levati, sia perché cercava di superare le divisioni a volte pretestuose fra discipline convergenti, che spesso permettevano felici integrazioni, quali appunto la scuola d'ornato e quella prospettica, sia per la volontà di trovare nuovi contenuti stilistici e di gusto, in sostituzione della ormai sorpassata teoria artistica neoclassica. Dal punto di vista strettamente didattico, la novità sostanziale del suo insegnamento consistette quindi nel far progressivamente spostare l'interesse degli studenti e degli addetti ai lavori dalla teoria prospettica allo studio architettonico vero e proprio. Questo intenso lavoro di riconversione teorica trova riscontro, materialmente, nell'intensificarsi, nelle esposizioni, di saggi e lavori comprendenti rilievi architettonici, ricostruzioni archeologiche e vedute prospettiche di edifici monumentali: ne fu logica conseguenza l'accrescersi del rinnovato legame con la scuola di architettura, che venne spostando a sua volta i propri interessi verso la progettazione della città, dei suoi edifici pubblici e della sua struttura urbanistica, cosi come la società borghese del XIX secolo andava man mano richiedendo.
Attraverso l'insegnamento e le opere pubblicate, che comprendevano spesso lunghe disamine, dissertazioni e studi su monumenti di rilevante interesse storico-artistico, il D. influì largamente sulla generazione di pittori prospettici, scenografi, architetti, intagliatori ed ornatisti che svolsero la loro attività artistica nella prima metà del secolo XIX, esercitando un importante stimolo sugli studi di architettura connessa all'archeologia; quest'ultima infatti andava allargando i propri campi di ricerca anche al Medioevo e al Rinascimento, periodi storici ai quali la cultura del tempo attingeva copiosamente, soprattutto per gli elementi decorativi ed ornamentali da trasporre in progetti moderni.
Diverse sono le serie e raccolte di stampe alle quali il D. collaborò in qualità di disegnatore o incisore, ogni volta per una o più tavole.
Delle opere eseguite in collaborazione con il fratello Gaetano sono da ricordare: La Certosa di Pavia, descritta ed illustrata con tavole incise dai fratelli G. e F. Durelli, Milano 1823-35 (Milano 1871); le illustrazioni per Un bel giorno. Poemetto del conte Folchino Schizzi…, 2 ed., Milano 1827, che comprende 7 tavole di soggetti parmensi, tutte disegnate dal D., incise dal fratello Gaetano ed eseguite all'acquatinta da Alessandro Angeli. Le fabbriche più cospicue di Milano, a cura di F. Cassina, editori F. Cassina e D. Pedrinelli, [Milano] 1840-62: per S. Maria delle Grazie. Pianta, facciata, fianco e i suoi dettagli, spaccato, portale e i suoi dettagli (cfr. Arrigoni-Bertarelli, 1931, n. 1859), il D. disegnò le tavole I, III, IV e V, mentre il fratello Gaetano le incise a contorno (le tavv, IV-V, riunite in unico foglio, sono firmate "Fratelli Durelli dis. e inc.").
Si segnalano, inoltre, qui di seguito, alcune fra le altre opere più importanti, spesso eseguite in collaborazione con altri incisori e sotto la responsabilità di un unico editore. Nuova raccolta delle principali vedute interne ed esterne della città di Milano disegnate da F. Durelli… ed incise da A. Biasioli ed altri…, presso Fr. Bernucca, Milano s.d. [1820-21]: sono trentadue tavole incise all'acquatinta, non numerate, nelle quali il D. figura come disegnatore dal vero (i singoli esemplari sono tutti pubblicati in Arrigoni-Bertarelli, 1931; cfr. anche Arrigoni, 1969, I, p. 45 n. 145, che pubblica una scheda riassuntiva della serie con alcuni esemplari più rappresentativi della raccolta). Raccolta di ventiquattro vedute di Milano…, tipogr. di P. A. Molina, 1833, in cui è sua la veduta dell'Interno della chiesa di S. Lorenzo (cfr. Arrigoni, 1969, pp. 57 s. n. 174). Storia e descrizione del duomo di Milano esposte da Gaetano Franchetti e corredate di XXX tavole incise, Milano 1821: il D. disegnò e incise le tavole I (Pianta del duomo di Milano) e IX (Pianta superiore dell'edificio), mentre tutte le altre furono disegnate e incise da Gaetano tranne due (XXVII, XXIX) disegnate da G. Bramati (cfr. per tutta la serie Arrigoni-Bertarelli, 1931, p. 170). Disegno del magnifico pallio d'argento massiccio…, offerto … il giorno 8 sett. 1835: due tavole incise e pubblicate da C. Trezzi, disegnate da P. Bernasconi, tratte dal disegno del pallio eseguito, dal vero, dal Durelli.
Fra le opere, invece, in cui il contributo del D. si ferma alla parte storico-descrittiva, senza interventi di altra natura, si ricorda: I cinque ordini d'architettura di Serlio, Vignola, Palladio e Scamozzi, disegnati da G. B. [Giuseppe Bramati?] ridotti a chiara lezione dal prof. Fr. Durelli, Milano 1841 (con tavole incise da A. Bernati [Bernatti]). Sono da segnalare inoltre due disegni per opere in scultura; uno per il cippo di marmo ornato (eseguito da L. Vela) che sorregge il busto, eseguito da B. Cacciatori, raffigurante il Conte Giberto Borromeo, collocato nel 1841 nella sala a lui dedicata nella Biblioteca Ambrosiana (cfr. Mongeri, 1872, p. 374); l'altro per il monumento a Gian Domenico Romagnosi, scolpito da A. Sangiorgio, anch'esso collocato all'Ambrosiana (cfr. Mostra dei maestri…, 1975, p. 158).
Il D. mori l'8 dic. 1851 a Milano; aveva sposato Elisa Bonoldi.
Nei ruoli della popolazione del 1835 è registrato un fratello del D., Luigi, nato il 4 marzo 1804, di professione "stampatore in legno"; null'altro si sa di lui.
Di un Antonio Durelli che nel 1828 espose a Milano due rami, forse due bulini, raffiguranti una Sacra Famiglia e un S. Luigi, non si hanno notizie biografiche: i repertori (Thieme-Becker, Servolini, Comanducci, Bénézit) lo dicono fratello di Francesco e Gaetano (ma non compare nei ruoli della popolazione dell'anagrafe milanese). Si conosce inoltre una litografia con il ritratto di Virginia Blasis (musicista e cantante) che reca la scritta "A. Durelli dis." Milano, lit. Ricordi (cfr. P. Arrigoni-A. Bertarelli, Ritratti di musicisti ed artisti di teatro, conservati nella raccolta delle stampe e dei disegni del Castello Sforzesco…, Milano 1934, p. 39 n. 506).
Fonti e Bibl.: Milano, Arch. storico civico, Stato civile e anagrafe, R.P. 1811, vol. 8, p. DU6; R.P. 1835, vol. 20, p. DU3 (anche per Luigi); Atti dell'Accademia di belle arti… in Milano, 1809, p. 64; 1811, p. 56; 1812, p. 52; 1813, p. 53; 1816, pp. 49, 56; 1818, p. 28; 1819, pp. 36, 38; 1820, pp. 29, 43; 1821, p. 42; 1822, p. 50; Guida alle sale della Pinacoteca e dei concorsi dell'I.R. Palazzo di Brera, Milano 1823 ad nomen; I. Fumagalli, Elogio di G. Levati, in Atti dell'Accad. di belle arti… in Milano, 1836, p. 23; G. K. Nagler, Künstlerlexicon, IV, München 1837, p. 26; Cenni critici intorno alla Esposizione degli artisti e dei dilettanti nelle Gallerie dell'I.R. Accademia di belle arti in Milano. Album, Milano 1840, p. 83; G. Mongeri, Cenni necrologici, in Annali universali di statistica [Milano], gennaio-marzo 1852, p. 109; P. M. Rusconi, Discorso, in Atti dell'Accad. di belle arti… in Milano, 1853, p. 20; A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia dal 1777 al 1862, Milano 1862, p. 22; G. Mongeri, L'arte in Milano, Milano 1872, pp. 358 s., 374; P. Arrigoni-A. Bertarelli, Piante e vedute della Lombardia conservate nella raccolta delle stampe e dei disegni…, Milano 1931, ad Indicem; E. Tea, L'Accademia di belle arti a Brera-Milano, Firenze 1941, pp. 88, 165; P. Arrigoni, Milano nelle vecchie stampe, I, Le vedute, Milano 1969, pp. 45 n. 145, 57 s. n. 174, 108, n. 424, 125 n. 574, 141 n. 700; II, Avvenimenti-Costumi-Piante, ibid. 1970, p. 147; Mostra dei maestri di Brera (1776-1859) (catal.), Milano 1975, pp. 156 ss.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 211 (sub voce Durelli, Gaetano; anche per Antonio); L. Servolini, Diz. ill. degli incisori ital., mod. e contemp., Milano 1955, pp. 298 s. (sub voce Durelli, Gaetano; anche per Antonio); A. M. Comanducci, Diz. ill. dei pittori…, Milano 1971, II, p. 1110 (anche per Antonio); E. Bénézit, Dict. des peintres,…, IV, Paris 1976, p. 55 (anche per Antonio).
F. Fiorani