FABI-ALTINI, Francesco
Scultore, nato a Fabriano il 15 settembre 1830, morto nel marzo 1906 a San Mariano (Perugia). Frequentò varie accademie in Roma, finché si mise a studio con A. Tadolini. La sua arte è abbastanza tipica per il carattere classicheggiante che ancora riveste lo studio particolarmente attento del vero, secondo lo stile predominante a Roma dopo gli ultimi canoviani. Fecondissimo, ebbe una certa abilità nell'improntare grandi figure di tendenza decorativa e gruppi che, pur cadendo spesso nello scolastico, possedevano notevoli doti di fantasia. La sua prima opera è del 1850 e raffigura Amore e Mercurio in lotta. Seguì Telemaco che combatte contro i Proci, ordinatogli per un monumento funebre nella cappella Salviati a San Gregorio Magno in Roma. Raramente personale nelle sculture isolate, il F.-A. seppe del resto immaginare monumenti funerarî, modellati con precisione e larghezza (monumento Golinelli nel cimitero di Ferrara; monumento sepolcrale Mazzarighi a Fabriano; tomba Cate, e bassorilievo sepolcrale Serra, in Alghero; tomba Mancini, monumento funerario per la marchesa T. Stampa-Soncino, ecc., nel Verano di Roma, nel quale eseguì anche le statue Meditazione e Preghiera). Ma ciò che lo mise maggiormente in vista fu una statua colossale allegorica per il monumento a Bolívar a Lima nel Perù. Eseguì nel 1884 la statua dell'apostolo Simone sulla facciata di San Paolo fuori le mura.
Bibl.: O. Maturo, F. F.-A. ne la sua vita e ne le sue opere, Parigi 1907; L. Càllari, Storia dell'arte italiana contemporanea, Roma 1909; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XI, Lipsia 1915 (con bibl.).