FAIELLA (Faella), Francesco
Nacque, verosimilmente verso gli inizi del sec. XVIII, a Napoli, dove si svolse prevalentemente la sua attività di maestro stuccatore, documentata dal 1739 al 1760.
Proveniva, con molta probabilità, dalla famiglia del maestro stuccatore Silvestro Faiella (Faella), autore di alcune tra le più importanti realizzazioni in stucco del secolo XVII a Napoli, ancora oggi visibili nel coro, nel tamburo e nella crociera della chiesa dei Ss. Apostoli dei padri teatini (1643 c.; cfr. F. Strazzullo, La chiesa dei Ss. Apostoli, Napoli 1959, pp. 29 s.) e nella facciata fanzaghiana di S. Teresa degli Scalzi agli Studi (1652; cfr. R. Ruotolo, in Ricerche sul '600 napoletano, a cura di G. De Vito, Milano 1983, pp. 57, 60). Dalla tradizione familiare seicentesca il F. derivò l'alta qualità della manifattura e la sapienza, anche scultorea, degli stucchi ornamentali, di non comune maestria.
Il primo documento che lo riguarda ci informa su un suo intervento decorativo effettuato nella chiesa parrocchiale di S. Pietro a Patierno, vicino Napoli, per una serie di stucchi di gusto rococò moderato, ancora oggi parzialmente visibili, che eseguì sotto la guida ed il disegno dell'ing. A. Imparato, nel gennaio del 1739 (cfr. Banco del popolo).
Nel 1745 eseguì "stucco e scoltura" nell'oratorio della Casa Ave Gratia Plena di Napoli, conosciuta come l'Annunziata Maggiore, sotto la guida dell'ing. Giovanni Del Gaizo (Banco dei poveri). Nel 1746 e sino all'agosto 1747 (ibid.) lavorò insieme col maestro stuccatore Giuseppe Gadaleta, agli stucchi esterni ed interni di S. Tommaso a Capuana, piccola, graziosa chiesa rococò posta all'inizio del decumanus maior (via Tribunali), nel cuore del centro antico di Napoli, per un compenso globale di ben 360 ducati; eseguì il gruppo di Angeli giovinetti reggi cortina, ancora oggi visibili nella zona alta della cantoria, ai lati del grande finestrone sovrapporta, in cui si scorgono inequivocabili derivazioni dall'arte di Domenico Antonio Vaccaro, morto appena due anni prima.
Successivamente, nell'ottobre 1747, il F. (Banco di S. Giacomo) lavorò all'altare maggiore della cappella della Ss. Trinità dell'Arte dei pii esercizi, su disegno dell'ing. Cimafonte; nel 1749 (Banco del popolo), su progetto dell'architetto vaccariano Giuseppe Astarita, eseguì gli stucchi decorativi nella cappella del beato fondatore dell'oratorio e collegio di S. Maria del Presepe, alle Scuole pie alla Duchesca (opere non più esistenti), su commissione del padre Francesco di S. Michele Arcangelo. Nello stesso anno (Banco del Ss. Salvatore) elaborò gli stucchi nel palazzo del marchese Orazio Mastrillo, al vicolo della Lava, sempre nel centro antico di Napoli, stucchi che sopravvivono e che si distinguono per le tematiche di soggetto pagano realizzate con inequivocabile gusto rococò.
Nel 1752 (Banco del popolo) decorò di stucchi la facciata della chiesa dei padri teatini al Borgo di S. Antonio Abate, fuori le mura di Porta Capuana, per commissione avutane dal procuratore, il padre Andrea Caracciolo del Sole. Nell'ottobre 1758, per ducati 116 (Banco del Ss. Salvatore), decorò di stucchi ornamentali l'intera facciata del palazzo di Giacinto Maria Ragni, situato dirimpetto la porta piccola della chiesa rinascimentale di S. Anna dei Lombardi a Monteoliveto; nel medesimo anno (ibid., novembre) intervenne nei lavori di decorazione, diretti dall'ing. Imparato - col quale già aveva lavorato nel 1739 - in una casa conventuale dei padri teatini di S. Maria di Loreto, alla Marinella. Nel 1760, infine, incassò 120 ducati (ibid.) per i lavori di decorazione interna della chiesa di S. Maria della Rotonda, dirimpetto S. Angelo a Nilo, oggi non più esistente, su disegno dell'architetto Giuseppe Astarita.
Fonti e Bibl.: Napoli, Archivio storico del Banco di Napoli, Banco del popolo, Giornale di cassa, matr. 1137, 9 genn. 1739; matr. 1315, 16 sett. 1749; matr. 1374, 18 nov. 1752; Ibid., Banco dei poveri, Giornale di cassa, matr. 1333, 8 ott. 1745; matr. 1351, 12 sett. 1746; matr. 1373, 14 ag. 1747; Ibid., Banco di S. Giacomo, Giornale di cassa, matr. 1071, 6 ott. 1747; Banco del Ss. Salvatore, Giornale di cassa, matr. 1211, 18 sett. 1749; matr. 1399, 26 ott. 1758, 16 nov. 1758; matr. 1439, 9 ag. 1760.