FALCHI, Francesco
Nacque a Chiaramonti (Sassari), da Cristoforo e da Maria Madau, il 28 febbr. 1848. Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Torino, vi frequentò l'istituto di patologia generale diretto da G. Bizzozero, ove poté formarsi, sulla base di una solida e moderna cultura anatomica e patologica, al rigore della ricerca scientifica. Laureatosi giovanissimo, si avviò alla carriera accademica presso la scuola oftalmologica torinese, allievo di C. Reymond, nella cui clinica fu nominato assistente nel 1880 e primo assistente nel 1885.
Nel 1888, dopo aver superato il relativo concorso, fu chiamato a insegnare l'oculistica nell'università di Cagliari, succedendo ad A. Angelucci, che in quell'anno era passato a Messina. Subito dopo, dall'anno accademico 1888-89, il F. divenne professore ordinario presso la cattedra di oftalmoiatria e clinica oculistica dell'università di Pavia, già diretta da A. Quaglino. In questa sede rimase fino al 1923, quando fu collocato a riposo per limiti di età; gli successe A. Bietti, allievo anche lui del Reymond (cfr. A. Bietti, in Diz. biogr. d. Ital., X, Roma 1968, pp. 370 s.).
Cultore entusiasta della sua disciplina, il F. si dedicò completamente alle attività clinica e scientifica, segnalandosi in particolare per la riorganizzazione razionale e moderna del suo istituto, che dotò di laboratori, biblioteca e moderna strumentazione di ricerca e terapia. Fu autore di numerose pubblicazioni scientifiche riguardanti vari settori della sua specialità.
Tra i suoi primi lavori, risalenti al periodo in cui era assistente nella clinica del Reymond, meritano di essere ricordati quelli riguardanti l'embriologia e l'istologia delle strutture oculari, argomenti allora di grande interesse e attualità, frutto della solida preparazione e del rigore del metodo maturati alla scuola del Bizzozero nel clima del rinnovamento in senso scientifico e sperimentale delle discipline mediche e biologiche (si veda, per es., La produzione dell'epitelio della cristalloide anteriore negli animali adulti allo stato sano e patologico, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XLVI [1883], pp. 527-535, e in Annali di ottalmologia, XII [1883], pp. 233-239, ricerca condotta nel laboratorio del Bizzozero). In questo contesto è degna di menzione la bella memoria Microftalmo congenito (in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XLVII [1884], pp. 112-131, e in Annali di oftalmologia, XIII [1884], pp. 213-228), nella quale, sulla scorta di osservazioni cliniche e anatomopatologiche, il F. spiegò la genesi della anomalia descritta come la conseguenza dell'arresto dell'accrescimento dell'occhio durante la vita intrauterina determinato da un difetto di chiusura della fessura ottica fetale, cui farebbe seguito un deficiente sviluppo della membrana vascolare e della sclerotica; alla base di questo processo involutivo sarebbe una iperplasia del connettivo a livello dei processi ciliari, della coroidea, della retina e del vitreo, causa della retrazione di tutti i tessuti oculari verso le parti interne del bulbo e quindi di un arresto volumetrico "meccanico".
Sul tema dei difetti di sviluppo il F. sarebbe tornato più tardi, in un'ottica più strettamente clinica, con indicazioni chirurgiche e descrizione di tecniche di riparazione (per es., Anomalia congenita nella congiuntiva della sclera e nella cornea, in Arch. per le scienze mediche, XXIII [1899], pp. 379-400). Ma è soprattutto il lavoro Sulla istogenesi della retina e del nervo ottico (ibid., XII [1888], pp. 1-37), una cui nota preventiva era già stata presentata al congresso degli oculisti in Genova nell'ottobre 1886, che si impose all'attenzione della comunità scientifica, segnalato e recensito anche in riviste straniere (Annales d'oculistique, LI [1888], pp. 179 s.): in esso il F., dopo aver esaminato criticamente i più rilevanti contributi all'embriologia della retina e del nervo ottico recati da eminenti studiosi, illustrò le sue ricerche sperimentali sull'istogenesi di tali strutture, descrivendo la morfologia degli elementi cellulari primordiali e il loro accrescimento per divisione cariocinetica, nonché i vari processi di evoluzione, adattamento, modificazioni istochimiche, sfocianti nella definitiva morfologia caratteristica dell'età adulta. Egli aveva condotto le sue ricerche, minuziosamente illustrate nei particolari, su embrioni di diverse specie di mammiferi e umani con tecniche istologi che allora di avanguardia, riuscendo a seguire l'evoluzione della vescicola ottica (primitiva e secondaria), della retina propriamente detta (coni e bastoncelli) e del suo epitelio, e del nervo ottico, da considerarsi quest'ultimo come "parte del cervello" in cui la comparsa dei fasci nervosi precederebbe quella dello sviluppo delle cellule ganglionali della retina, le quali dunque non concorrerebbero alla formazione del nervo ottico. Grazie alle sue buone conoscenze morfologiche, fu in seguito possibile al F. tentare di correlare le manifestazioni cliniche oculari osservate nella rabbia con le presunte, e fino ad allora non dimostrate, alterazioni istologiche della retina determinate dalla presenza del virus (Alterazioni istologiche nella rabbia sperimentale, in Riforma medica, VII [1891], 1, pp. 39 s., già comunicate al X Congrès de médecine di Berlino dell'agosto 1890). In questo settore deve ancora essere ricordata la sua pubblicazione Sullo sviluppo della ghiandola lagrimale, Frascati 1906.
Vasta e interessante fu anche la produzione del F. in campo clinico: dalla descrizione dei più svariati interventi chirurgici tutti corredati da casistiche personali (Un processo di plastica palpebrale, in Boll. della Soc. medico-chirurgica di Pavia, IX [1894], p. 36; Methode der Blepharoplastik bei centralem Colobom des Augenliedes, in Arch. für Augenheilkunde, LIX [1908], pp. 226-238; Cisteotomia peripupillare combinata, in Boll. della Soc. medico-chir. di Pavia, XXVII [1941], I, pp. 141-152; Discissione, estrazione e capsuloiridotomia nella cura delle cataratte secondarie, ibid., n.s., I [1926], pp. 657-664) a ricerche sperimentali (Effetti del pus injettato nell'occhio, specialmente sulla retina e sulla coroidea, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XLIV [1881], pp. 140-155, già segnalato in Annali di ottalmologia, X [1881], p. 162), all'approfondimento di particolari patologie oculari (Stafilomi corneali, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XLVII [1884], pp. 394-425; Contribuzione anatomica e clinica alla cataratta di Morgagni, ibid., pp. 425-433; Sulla lussazione del cristallino sotto la congiuntiva, ibid., XLVIII [1885], pp. 511-532; Un caso di glaucoma assoluto consecutivo, in Boll. della Soc. medico-chir. di Pavia, 1891 [Pavia 1892], 2, pp. 5 7 ss ; Sulle cisti della retina, in Rendic. d. sedute d. Soc. medico-chir. di Pavia d. anno 1881-92, p. 40; Un caso di lupus delle palpebre e della congiuntiva, ibid., p. 44).
Tra i lavori del F. di più stretta pertinenza clinica meritano una menzione particolare quelli dedicati alla tubercolosi dell'occhio. All'argomento egli si era interessato fin dagli anni trascorsi nella clinica del Reymond, attratto dallo studio di un processo morboso a decorso severo, di difficile diagnosi e caratterizzato da una estrema complessità di sviluppo, non di rado accompagnato da concomitanti e successive affezioni (Contributo clinico ed anatomico alla tubercolosi primitiva dell'iride, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XLIII [1880], pp. 442-452; Tubercolosi dell'occhio con glaucoma consecutivo. Comunicazione preventiva, ibid., XLV [1882], pp. 131-144, e in Annali di ottalmologia, XI [1882], pp. 132-142, Granuloma e tubercolosi della congiuntiva, ibid., XII [1883], pp. 36-43); il suo contributo all'eziopatogenesi, alla diagnostica differenziale e alla terapia della tubercolosi oculare fu di rilevante importanza. Non meno importanti furono le sue ricerche sperimentali sullo stesso processo morboso, condotte nel laboratorio del Bizzozero (Contribuzioni cliniche e anatomiche alla tubercolosi umana dell'occhio, ibid., XI [1882], pp. 143-169), una bella serie di osservazioni su conigli nei quali aveva iniettato nella camera anteriore dell'occhio materiale tubercolare proveniente da polmoni di soggetti malati.
Infine, debbono essere ricordati i contributi del F. alla storia della sua disciplina, tuttora apprezzabili fonti per gli studiosi: Antonio Scarpanell'oftalmologia del suo tempo, Pavia 1889; Berichtüber die italienische ophthalmologische Literatur, in Zeitschr. für Augenheilkunde, III (1900), pp. 348-354; Gli scienziati italiani nell'oftalmologia moderna, Pavia 1904, discorso tenuto all'università di Pavia come preside di facoltà nell'inaugurazione dell'anno accademico 1903-04, in cui, a partire dall'epoca rinascimentale, tracciò storicamente i profili organologico ed eziologico-terapeutico delle alterazioni della funzione visiva fino a considerare le acquisizioni del tardo Ottocento circa la fisiologia e la patologia sperimentali, la batteriologia e i primi "nuovi metodi razionali" applicabili in chirurgia. Va infine ricordata l'opera con la quale il F. concluse la sua attività nell'ateneo pavese: Commemorazione del primo centenario della clinica oftalmica di Pavia..., Pavia 1924. Nel 1913 aveva fondato il periodico Archivio di oftalmoiatria.
Il F. ebbe numerosi riconoscimenti e onorificenze: professore emerito, consigliere del Consorzio universitario lombardo, ottenne la stella al merito della scuola del ministero della Pubblica Istruzione e la medaglia d'oro della Società italiana di oftalmologia.
Aveva sposato Grazietta Cocco, dalla quale ebbe i figli Giorgio (che sarebbe poi divenuto ordinario della cattedra di clinica dermosifilopatica dell'università di Pavia), Maria, Giulio e Battista. Circa tre anni dopo il suo collocamento a riposo, il F. si ritirò a Sassari, ove esercitò ancora la professione e si dedicò alla biblioteca personale, ricca anche di opere umanistiche, che per disposizione testamentaria lasciò a quella università.
Morì a Sassari il 12 genn. 1946.
Fonti e Bibl.: Necrol. in Boll. d'oculistica, XXVII (1947), p. 767; G. Ovio, Storia dell'oculistica, II, Cuneo 952, pp. 685 s.; Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell'Università di Pavia, a cura di L. Erba - A. Morani, Pavia 1977, p. 214; G. Gorin, History of ophthalmology, Washington 1982, pp. 200, 206; A. Pensa, Ricordi di vita universitaria, a cura di B. Zanobio, Milano 1991, pp. 94, 104, 143, 224.