FATTORELLO, Francesco
Nacque a Pordenone il 22 febbr. 1902 da Carlo, docente e direttore del collegio "Toppo Wasserman" di Udine, e Maria Coromer. Laureatosi in giurisprudenza, indirizzò i suoi interessi verso la storia culturale della sua regione, pubblicando su questo argomento numerosi volumi, tra i quali Storia della letteratura italiana e della coltura nel Friuli (Udine 1929), Coltura e lettere in Friuli nei secoli XIII e XIV (ibid. 1934), La cultura del Friuli nel Rinascimento (ibid. 1938). A questo ambito di interessi appartiene anche il profilo critico di Ippolito Nievo (I. Nievo, Bologna 1924), autore del quale continuò in seguito ad occuparsi curandone un'edizione di Lettere (Udine 1932). Al genere del ritratto critico-biografico il F. si era in precedenza già dedicato tracciando i profili di Tommaso Grossi (ibid. 1922), Massimo D'Azeglio (ibid. 1923), A. Fogazzaro (ibid.) e quelli di A.S. Novaro, S. Slataper, C. Stuparich e G. Borsi raccolti nel volume Eroi e poeti (ibid. 1930).
In campo letterario è da segnalare anche la sua attività di saggista in periodici e riviste, di cui fu anche l'ideatore. Nel 1923 fondò e diresse la Rivista letteraria delle Tre Venezie, pubblicata fino al 1927; in seguito fondò la Rivista letteraria (1929-1938). Ad un altro ambito di interessi, il giornalismo, il F. si dedicò per tutta la vita, non solo in qualità di giornalista (già a partire dal '26 era stato collaboratore del Corriere padano), ma anche e soprattutto in qualità di teorico, particolarmente impegnato nel costruire e definire, sul piano scientifico come su quello istituzionale e accademico, i caratteri e le competenze di una figura professionale. Fu direttore dell'importante periodico Il Giornalismo (1939-1942), del cui comitato direttivo facevano parte anche E. Amicucci, F. Mezzasoma (futuro ministro della Cultura popolare della Repubblica sociale italiana) e A. Dresler, dell'ufficio stampa di A. Hitler. Attraverso la rivista ("il principale organo di autocoscienza del giornalista del regime", Isnenghi, p. 585), il F. manifestò il proprio sostegno all'istituzione di scuole di giornalismo da affiancare ai corsi di storia giornalistica tenuti nelle facoltà universitarie italiane di scienze politiche.
Nel primo numero della rivista scriveva "non è proprio pacifico che le due istituzioni, quella professionale e quella universitaria, debbano restare separate; non è detto che non possano collaborare insieme e che l'una non debba trarre dall'altra elementi indispensabili per il proprio funzionamento e per perseguire i propri fini" (Le scuole professionali e gli istituti universitari di giornali, p. 73).
All'epoca il F. era già uno dei pochi docenti italiani incaricati della cattedra di storia del giornalismo, attività che aveva Svolto dal 1928 presso la facoltà di scienze politiche dell'università di Trieste (il corso libero era stato autorizzato dal ministero delle Corporazioni e da quello della Pubblica Istruzione), e dal 1934 presso la medesima facoltà dell'università degli studi "La Sapienza" di Roma. In questa città (dove il F. si trasferì da Udine dopo la seconda guerra mondiale con la moglie Cosima Fischetto), fondò e diresse dal 1947 al 1975 l'Istituto italiano di pubblicismo (IIP), con sede presso la facoltà di scienze statistiche demografiche e attuariali.
L'Istituto svolse una duplice attività: da un lato si dedicò alla formazione professionale, dall'altro all'approfondimento e allo studio sociologico del fenomeno secondo l'interpretazione che lo stesso F. aveva elaborato nella sua Introduzione alla tecnica dell'informazione (2 ed., Roma 1961). I punti del programma furono realizzati con l'istituzione di due scuole: il corso propedeutico alle professioni pubblicistiche e la scuola di tecniche dell'inffirmazione (già scuola di pubblicistica applicata alle temiche dell'informazione).
L'Istituto promosse inoltre la costituzione del Centro nazionale per gli studi sull'informazione, fondato a Roma nel dicembre del 1956 e anch'esso attivo fino al 1975, presieduto dal Fattorello. Il Centro sorse nel quadro della collaborazione internazionale promossa in questo settore dall'UNESCO per facilitare lo scambio tra istituti specializzati e studiosi, ed era naturalmente legato all'attività del F. in quanto vicepresidente dei Comitato per l'informazione della Commissione nazionale dell'UNESCO (presso la quale il Centro aveva sede a palazzo di Firenze), nonché membro del Bureau della Association internationale études et recherches sur l'information, fondata a Parigi sotto gli auspici dell'UNESCO.
L'IIP e il Centro produssero rispettivamente le seguenti pubblicazioni periodiche: il primo la rivista semestrale Saggi e studi di pubblicistica (1953-1972), il secondo la rivista Notizie e commenti (1957-1975) e la pubblicazione annuale Bibliografia nazionale sull'informazione, compilata a cura di una commissione costituita, oltre che dal F., anche da R. Frattarolo, O. Pinto e B. Balbis.
Nella sua lunga carriera di insegnante il F. fu anche docente (e membro del consiglio di amministrazione) del Centre internationale pour l'enseignement supérieur du journalisme dell'università di Strasburgo e professore di sociologia delle comunicazioni di massa presso la scuola di perfezionamento in sociologia e ricerca sociale alla facoltà di scienze statistiche demografiche e attuariali dell'università degli studi "La Sapienza" di Roma. Il F. fu poi legato a numerosi istituti e accademie: ricordiamo, fra le altre, le sue qualifiche di membro effettivo del Centro nazionale di difesa e prevenzione sociale e dell'Istituto internazionale di sociologia, di socio corrispondente della Deputazione di storia patria per le Venezie, di presidente dell'Accademia di scienze e lettere di Udine e del R. Istituto del Risorgimento presso la consulta provinciale di Udine.
Della sua attività di studioso della storia dei giornalismo italiano, ci restano numerose opere, tra le quali ricordiamo: Le origini del giornalismo moderno in Italia (Udine 1929), Il giornalismo veneziano nel '700 (ibid. 1932), Il giornalismo italiano nei periodi della sua storia (ibid. 1935), Il giornalismo italiano dalle origini agli anni 1848-49 (ibid. 1937), Notizie per una bibliografia del giornalismo (ibid. 1936-38), Il giornalismo italiano (ibid. 1941).
Terminata la sua carriera universitaria, si era di nuovo trasferito a Udine, dove, dopo una lunga malattia, morì il 3 ott. 1985.
Bibl.: M. Isnenghi, Storia e autocoscienza del giornalismo fascista, in Problemi dell'informazione, IV (1979), 4, pp. 581, 585, 589, 591-95; E. Gallavotti, La scuola fascista di giornalismo (1930-33), Milano 1982, pp. 109-113.