FEO, Francesco
Musicista, nato nel 1691, probabilmente a Napoli. Il 3 settembre 1704 veniva ammesso con legale contratto quale figliolo nel Conservatorio della Pietà dei Turchini, obbligandosi a servire in esso per cinque anni. Nel 1713 esordì al San Bartolomeo con l'Amor tirannico. L'anno seguente veniva eseguita l'opera sacra Il martirio di S. Caterina, vergine di Alessandria, libretto di Nicola Corvo, con nove personaggi. L'opera fu ripetuta la sera del 7 marzo, alla presenza del Viceré, nel real palazzo. Allievo di Nicola Fago, insieme con Leonardo Leo, aveva appreso da lui la composizione attraverso i metodi armonistici e contrappuntistici che, già tradizionali negl'istituti cittadini, venivano a costituire la didattica della scuola napoletana. Non meno prezioso fu per il Feo l'insegnamento di Domenico Gizzi, che, quasi suo coetaneo, s'era venuto affermando insigne maestro di canto. Infine il F., studioso della tecnica del canto, volle accrescere la sua competenza recandosi a studiare a Roma col Pitoni.
Temperamento musicale delicato e appassionato, nobile se non molto fantasioso, il F. si giovò delle conquiste ottenute nella tecnica vocale tanto nello scrivere per le voci (e i suoi solfeggi ne fanno fede), quanto per comporre più amabili e intense melodie. Per tale unilateralità di vedute, escludenti lo studio e la cura delle forme strumentali, dell'eloquenza orchestrale, dei problemi del dramma, egli fu tra i molti che favorirono il sorgere di quelle stilistiche, legate al nome del Metastasio, contro le quali poi tanto si lottò nel maturo Settecento. Nel 1723 fu assunto a insegnare nel Conservatorio di S. Onofrio; restò in quell'ufficio sei anni, passando nel'29 al posto che Durante lasciava nel Conservatorio dei Poveri di G. C. Il F. attese fino alla morte a composizioni teatrali, nella maggior parte melodrammi (Ipermestra, Arianna, Andromaca, ecc.) e serenate (poche le opere comiche e gl'intermezzi), ma anche a musica da chiesa (oratorî, salmi, messe, ecc.). Circa 150 composizioni, in gran parte autografe, sono nell'archivio dei Filippini a Napoli.