Ferrara, Francesco
Economista e politico (Palermo 1810 - Venezia 1900). Formatosi a Palermo presso le scuole dei Gesuiti e dei Filippini, abbandonò gli studi in medicina per dedicarsi alle scienze economiche e sociali. Nel 1836 fondò a Palermo il «Giornale di Statistica» e il «Giornale di Commercio». Fra i protagonisti del movimento antiborbonico, dopo la repressione dei moti del 1848 fu esiliato in Piemonte, dove insegnò economia politica e fondò importanti periodici come «La Croce di Savoia», «Il Parlamento» e «L’Economista». Con l’editore G. Pomba promosse la pubblicazione della «Biblioteca dell’Economista», della quale curò la prima serie. Trasferitosi a Pisa nel 1858, a seguito di aspri contrasti con l’ambiente politico sabaudo, dopo la spedizione dei Mille rientrò in Sicilia, impegnandosi nella difesa dell’autonomia siciliana. Nel 1868 divenne direttore della Scuola superiore di commercio di Venezia, nel 1868 fondò a Firenze la Società di Economia politica e nel 1874 la Società Adamo Smith, collaborando assiduamente anche con la «Nuova Antologia». Nel 1867 fu ministro delle Finanze del governo Rattazzi, battendosi per la vendita dei beni ecclesiastici e l’abolizione del corso forzoso (➔ forzoso, corso). Nel 1881 fu nominato senatore del Regno. Il suo approccio teorico, innestato nell’economia politica classica, si distinse per la concezione soggettiva del valore e per l’impostazione di politica economica nettamente liberista, tesa a denunciare la connivenza fra intervento pubblico e monopoli privati.