FERRARA, Francesco
Nacque ad Avola (Siracusa) il 21 genn. 1877 da Giuseppe e Carmela Sciuto. Iscrittosi, dopo gli studi medi, alla facoltà giuridica di Catania, si trasferì presto a quella di Messina. Dopo una brillante carriera scolastica si laureò con lode nel 1899 discutendo una tesi, ritenuta degna delle stampe, sulla simulazione dei negozi, assegnatagli da G. Venezian (poi tornato, dal novembre 1899, nella facoltà di Bologna e sostituito a Messina da Leonardo Coviello) e pubblicata l'anno seguente (Della simulazione dei negozi giuridici, Acireale 1900).
Con questo volume si avviò alla carriera degli studi partecipando, per il diritto romano e civile, al concorso per i posti di perfezionamento in giurisprudenza all'estero per il 1900-01 (diritto romano e civile).
Il libro apparve "notevole per il vivo e schietto senso della realtà, con cui coglie nelle sue manifestazioni concrete il fenomeno giuridico" e, nel complesso, "suggestivo" e "che dà luogo a riflettere": nonostante "citazioni monche e incomplete" o "spiegazioni" non sempre resistenti "ad un attento esame" ("così la teorica dei mandato tacito, a cui vuol ricollegare l'efficacia dell'atto simulato rispetto ai terzi di buona fede "), risultò che all'autore non potesse imputarsi né "difetto di coerenza logica" né "soverchia astrazione". Con una struttura lineare (definizione dell'istituto; storia, con particolare riguardo al Medioevo; simulazione assoluta e relativa; prova ed effetti fra contraenti e rispetto ai terzi; azione di simulazione) interveniva su un tema specificamente, o sistematicamente, ancora poco esplorato in Italia - anche in ragione dell'esiguità della disciplina: l'art. 1319 del codice civile si limitava a riferirsi all'efficacia delle contro-dichiarazioni (tra le monografle quelle di G. Mirabelli e di L. Cagnetta) - e connesso a problematiche fondamentali nella teoria del negozio, di impostazione pandettistica (tra gli autori citati dal F.: Schlossmann, Dernburg, Kohler, Zitelmann, Regelsberger). Lo schema della simulazione come divergenza tra volontà e dichiarazione, elaborato sul dogma del primato della volontà, trovava qui una generica prospettazione di compromesso: nei negozi obbligatori il "dichiarato" deve assumersi, per ragioni di generale interesse, come "riflesso del voluto" (in tema, contro semplificazioni classificatorie, V. Scialoja; contro la communis opinio della forza obbligatoria del puro consenso G. Venezian).
Con lo stesso volume (ristampato a Milano nel 1901) ed un lavoro sul negozio" illecito (già esibito manoscritto nel concorso precedente e poi pubblicato a Milano nel 1902 con il titolo Teoria del negozio illecito nel diritto civile italiano) partecipò di nuovo al concorso per i posti di perfezionamento all'estero (per il 1901-02, diritto civile e romano) ottenendo, ex aequo, il secondo posto e la conferma di un giudizio lusinghiero (nonostante "la scelta di temi così generali"), specialmente riguardo allo studio sul negozio illecito.
La prima più stabile collocazione accademica fu la cattedra di diritto civile nella libera università di Camerino, che ottenne nel marzo 1903 (dopo la rinuncia di G. Messina, designato primo nel concorso, ma passato a Perugia) e che conservò fino al gennaio 1905. Fu anche incaricato della filosofia del diritto.
Nel frattempo c'erano stati il matrimonio, a Catania, il 29 nov. 1902, con Giuseppina Lo Faro, catanese, e la nascita, a Camerino, di Giuseppe, il primo figlio.
Ottenuta, nel giugno 1903 (decreto ministeriale del 27 giugno 1903), la libera docenza in diritto civile nell'università di Catania (con un lavoro litografato su Responsabilità contrattuale per fatto altrui, poi in Archivio giuridico, LXX [1903], pp. 401-526), concorse al posto di professore straordinario di diritto civile nell'università di Macerata, presentando anche uno studio su Gliatti d'amministrazione (in IlFilangieri, XXVIII[1903], pp. 337-377) ed un altro su L'usufrutto de' crediti nel diritto civile italiano (in Riv. ital. per le scienze giuridiche, XXXVIII[1904], pp. 325 ss.; XXXIX [1905], pp. 97 ss.). La commissione, elogiandone in genere "la feconda attività" e giudicando come migliore tra i suoi scritti quello sulla responsabilità per fatto altrui ("sebbene - come scrisse proprio Venezian - la tesi sostenuta dall'autore sia meno originale di quanto egli pensi"), lo classificò secondo, a parità di punteggio, rispetto a G. Messina.
Lavorando alla seconda edizione della Simulazione, sipresentò al concorso per straordinario di diritto civile ed incaricato di introduzione alle scienze giuridiche e istituzioni di diritto civile a Perugia, risultandone vincitore (novembre 1904).
Su tematiche connesse aveva scritto, Inegozi fiduciari, in Studi di diritto... in onore di V. Scialoja, II, Milano 1905, pp. 745 ss.; Sul concetto dei negozi astratti e sul loro giuridico riconoscimento, in Riv. di dir. comm., I (1904), pp. 281 ss.; Le controdichiarazioni nel contratto di matrimonio, in Foro ital., I (1904), pp. 1131 ss.; e ancora, anni dopo, La causa illecita, in Scritti giuridici... a G. Cironi, Torino 1915.
A Perugia, ove nacquero altri tre figli (Angelo, Francesco, Carlo), il F. rimase fino al febbraio 1911. A questo periodo appartengono numerosi studi, di approfondimento ma anche di apertura su temi nuovi, e la partecipazione ad altri concorsi, che gli valsero, nell'accumularsi dei giudizi il progressivo consolidamento, più che della posizione accademica, della fisionomia di studioso.
Confermato, in riferimento agli scritti più datati (in un concorso del 1907 presentava ormai soltanto la seconda edizione - "rara fortuna per una monografia civilistica" - della Simulazione - Milano 1905 -, recensita molto favorevolmente da P. Bonfante, in Riv. di dir. comm., I[1906], pp. 186 ss. e più tardi da G. Segrè, In materia di simulazione dei contratti, in Temi emiliana, I[1924], pp. 865 ss.), il riconoscimento delle attitudini di "elaborazione scientifica" e di "senso pratico" nonché della "esposizione fluida e limpida, talvolta anche brillante", gli si attribuivano ora doti di "polemista" (a proposito di una recensione, in Riv. ital. per le scienze giur., XXXIX[1905], pp. 391 ss.; allo studio di F. Bolchini, Le pubbliche sottoscrizioni nel diritto privato, Torino 1905, seguita dalla replica Ancora sulle pubbliche sottoscrizioni e dalla controreplica Ancora in tema di oblazioni, in Riv. di dir. comm., I[1906], rispettivamente a pp. 439 ss. e561 ss.) e perciò "agilità d'ingegno" e "prontezza d'intuito", accentuandosi propensioni già manifestate: verso trattazioni sistematiche e compilative su temi difficili (la prima parte di un trattato sulle Persone giuridiche esponeva, in più di trecento pagine, teoriche antiche e moderne, risultando "giudiziosa" nel far ordine ma "non sempre originale" nel criticare, oltre che forse poco "indipendente", specialmente nella parte propriamente storica) ma anche verso "conclusioni discutibili" o "imprecisioni" o avventate "generalità" (come nelle lezioni su Concetto e tipi dei diritti reali, Perugia 1907).
Le doti di polemista dovevano del resto diventare un suo tratto caratteristico: si vedano, ad esempio, nel giro di quegli anni, G. Messina, Per l'onestà della critica, in Riv. di dir. comm., III (1908), pp. 610 ss., di difesa da una nota del F. nello studio sulla Simulazione assoluta, ibid., p. 469, cui questi replica, Per l'onestà delle repliche, ibid., IV (1909), pp. 107 ss., e Messina controreplica, ibid., pp. 110 ss.; molti anni dopo, Incursioni d'un privatista in campi proibiti, in Riv. intern. di filosofia del diritto, I (1921), pp. 133 ss., in risposta a una critica di M. Siotto Pintor, La filosofia del diritto e il diritto pubblico in un trattato di diritto civile, ibid., pp. 68 ss., a proposito del suo Trattato di diritto civile.
Tra la metà del 1908 e la fine del 1910 doveva svolgersi la vicenda conclusiva di questo itinerario. Candidato in un concorso per straordinario di diritto civile a Messina, il F. risultava, nel frattempo (ottobre 1909), primo nella terna del concorso per professore straordinario di diritto commerciale nella stessa università di Perugia dove insegnava (era anche incaricato di diritto civile e commerciale nel R. Istituto superiore agrario), dimostrando di aver "ormai conquistato una notevole posizione accademica ed un posto cospicuo fra i cultori del diritto privato" (così la relazione della commissione che segnalava particolarmente uno studio su La personalità giuridica delle società di commercio, poipubblicato in Riv. didir. comm., V[1910], pp. 13 ss., 94 ss.).
Nel gennaio 1911 (decreto ministeriale del 15 genn. 1911) il F. otteneva finalmente la nomina a professore ordinario di diritto-civile a Messina.
La Simulazione era arrivata alla terza edizione (Milano 1909), con ininterrotto favore dei pratici; la prima parte del trattato sulle Persone giuridiche era ora completata e la parte speciale anticipata, tra gli altri studi, da Indole giuridica della società civile, in Riv. di dir. comm., IV (1909), pp. 517 ss.
Il tema delle persone giuridiche doveva, del resto, occuparlo per anni, fino a diventare specifico della sua produzione: La teoria della persona giuridica, in Riv. di dir. civ., II (1910), pp. 785-803; III (1911), pp. 638-680, scritto polemico sulla concezione di G. Bonelli, esposta in La teoria della persona giuridica, ibid., II (1910), p. 473; Patrimoni sotto amministrazione, in Riv. di dir. comm., VII (1912), pp. 317-339; La classificazione delle persone giuridiche, in Riv. di dir. pubbl., IV (1912), pp. 321-369; Capacità delle persone giuridiche e sue limitazioni, in Riv. di dir. comm., IX (194), pp. 327-3621 Costituzione e struttura interna delle persone giuridiche, in Riv. di dir. pubbl., VI (1914), pp. 1-42; La responsabilità delle persone giuridiche, in Riv. di dir. comm., IX (1914), pp. 489-516; fino al volume della collezione "Il diritto civile italiano" diretta, per Marghieri e UTET, prima da P. Fiore e poi da B. Brugi, intitolato Teoria delle persone giuridiche, Napoli-Torino 1915 (2 ediz., 1923) e poi, via via, La posizione giuridica delle associazioni non riconosciute, in Studi Simoncelli, Napoli 1915; fino, ancora, a Le persone giuridiche, nel Trattato di diritto civile italiano diretto da F. Vassalli, Torino 1938.
Appena pochi giorni dopo la nomina a professore ordinario, chiese di essere chiamato nell'università di Siena, per l'insegnamento dell'introduzione enciclopedica alle scienze giuridiche e istituzioni di diritto civile. Ottenuto il trasferimento (r. d. del 20 ott. 1911), vi restò per tre anni, fino alla chiamata, per la stessa materia, dopo la scomparsa di F. Serafini, nella facoltà di Pisa (r. d. del 3 dic. 1914), presso la quale era destinato a restare per venticinque anni (occupando poi, dall'ottobre 1917, la cattedra di diritto civile, lasciata da C. F. Gabba).
Il periodo pisano è quello della piena maturità. Professore anche nel R. Istituto di scienze sociali "Cesare Alfieri" di Firenze, per l'insegnamento della teoria generale e del diritto internazionale privato, tenne corsi anche all'estero: nel 1928 a Madrid, ove vennero tradotte e pubblicate - rispettivamente nel 1926 e nel 1929 - sia la quinta edizione della Simulazione (Milano 1922) sia la seconda edizione della Teoria delle persone giuridiche (Napoli 1923). Fu membro di commissioni di concorso a cattedre universitarie e di commissioni governative (ad esempio, per la riforma delle leggi sull'espropriazione o per quella del codice civile); e come avvocato (lo studio a Firenze), espresse temperamento libero, spregiudicato e indipendente: entusiasmo, vivacità, prontezza, attitudine al rischio piuttosto che accuratezza dello scrupolo.
Gli scritti di questo periodo riguardano i settori più diversi del diritto privato (numerosi gli studi di diritto agrario, su interessi annunciati già da Tracce della comunione di diritto germanico nel diritto italiano, in Riv. di dir. civ., I (1909), pp. 498 ss., e da Della responsabilità dei proprietari rurali nel contratto di mezzadria, Siena 1914e proseguiti fino a La proprietà come "dovere sociale", in La concezione fascista della proprietà privata, Roma 1939, e Lasuperficie delle piantagioni, in Riv. di dir. agr., XX (1941), pp. 113ss.; ma già Glioneri di miglioria, ibid., V (1926), pp. 314 ss., e Natura giuridica del diritto di macchiatico, in Studi Ascoli, Messina 1931, p. 137 ss.), rivolgendosi peraltro a materie anche molto distanti (Influenza giuridica della guerra nei rapporti civili, in Riv. di dir. comm., X (1915), pp. 25 ss.; Diritto di guerra e diritto di pace, ibid., XIII (1918), pp. 682 ss., sulla scia di una riflessione avviata già nella prelezione messinese, Potere del legislatore e funzione del giudice, in Riv. di dir. civ., III (1911), pp. 490 ss., e destinata a proseguire fino a una pubblicazione postuma, Iprincipi generali dell'ordinamento giuridico, in Studi sui principi generali dell'ordinamento giuridico fascista, Pisa 1943, pp. 313 ss.; Nuovi sviluppi del diritto corporativo, in Arch. di studi corporativi, II (1931); Manuale di diritto consolare, Padova 1936, preceduto, in anni lontani, da Ildiritto islamico vigente in Tripolitania e in Cirenaica, in Atti della Soc. ital. per il progresso delle scienze, V (1913), e consolidando l'impostazione enciclopedica e sistematica teorizzata nel Trattato di diritto civile italiano, I, Dottrine generali, parte 1, Ildiritto, i soggetti, le cose, Roma 1921, altro caposaldo della sua produzione. Sul presupposto dell'"unità del diritto", nella quale "il diritto positivo ci appare come un organismo giuridico, strutturalmente e funzionalmente", il F. riproponeva "urlo studio scientifico del diritto civile" rivolto ai principi ed al metodo (così già nella recensione alle Istituzioni di diritto civile di B. Brugi: Un nuovo manuale d'istituzioni di diritto civile (brevi note), in Ann. della Fac. di giurisprudenza dell'Univ. di Perugia, s. 3, III[1905], pp. 261 ss.), come strumenti necessari e sufficienti per le costruzioni del singolo giurista nel dettaglio dei singoli ordinamenti: una parte (o dottrina, o teoria) "generale" delle "scienze giuridiche" che, nata e sviluppatasi nel diritto civile (ripensato, attraverso molti protagonisti in Italia, nella rassegna intitolata Un secolo di vita del diritto civile (1839-1939), in Riv. di dir. comm., XXXI[1939], pp. 429 ss.), costituiva, ormai, "patrimonio comune". Secondo una sistematica tradizionale, il piano prevedeva sei parti (delle quali si compì soltanto la prima): due dedicate alle dottrine generali (diritto, soggetti, cose; negozi, atti illeciti, tutela dei diritto) e le altre alla famiglia, ai diritti reali, alle obbligazioni, al diritto ereditario.
Chiamato alla cattedra napoletana di diritto civile (ottobre-novembre 1939), lasciata da L. Coviello (di cui scrisse un necrologio, in Diritto e giurisprudenza, LIV [1939], pp. 223 ss.), mantenne, nonostante la guerra, i ritmi fecondi di scrittore e di studioso, pubblicando a Napoli da Jovene i suoi ultimi corsi: nel 1940 una Teoria dei contratti (considerata eccessivamente datata: F. Carnelutti, in Riv. di dir. processuale civ., XVIII [1941], p. 266) e nel 1941 un Diritto delle persone e di famiglia. Finché, ammalatosi, e ancora intento all'ultimo scritto (Teoria del diritto e metafisica del diritto, in Arch. di studi corporativi, XIII[1942], polemico sulla Teoria generale del diritto di Carnelutti), il F. scomparve improvvisamente, a Napoli, l'11 dic. 1941.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Dir. gen. Istr. sup. (1929-45), posiz. 23, b. 48, fasc. personale; ibid. (1897-1910), b. 168 (concorsi di perfezionamento all'estero), b. 178 (concorso alla cattedra di diritto civile dell'università di Macerata, ottobre 1903). Le relazioni delle commissioni giudicatrici dei concorsi a cattedra in Boll. uff. del Min. della Istruzione Pubblica, 1903, 1, pp. 376 ss. (Camerino); 1905, 1, pp. 739 ss. (Perugia); 1907, 1, pp. 803 ss. (Palermo); 1908, 1, p. 1143 (Palermo); 1910, 1, pp. 503 ss. (Perugia, diritto commerciale); 1911, 2, pp. 2400 ss. (Messina); M. Allara, F. F., in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, LXXVII (1941-42), pp. 161 ss.; G. G. B(olla), F. F., in Riv. di dir. agr., XXI (1942), pp. 103 s.; G. B. Funaioli, L'opera e la personalità scientifica di F. F., in Arch. giur. "F. Serafini", CXXIX (1943), pp. 135 ss. (con elenco delle pubblicazioni); Id., F. F., in Studi in memoria di F. F., I, Milano 1943, pp. 3 ss. (discorso pronunciato nell'aula magna dell'università di Pisa nel primo anniversario della morte, con elenco delle pubblicazioni); C. Grassetti, F. F., in Riv. di dir. priv., XII (1942), pp. 89 ss.; L. Mossa, F. F., in Riv. di dir. comm. e dir. gen. obbl., I (1942), pp. 62 ss.; F. Santoro-Passarelli, F. F., in Riv. di dir. civ., XXIV (1942), pp. 166 ss. (con bibl.); P. Grossi, Stile fiorentino, Milano 1987, pp. 88 s.; N. Irti, Problemi di metodo nel pensiero di F. F., in Scuole e figure del diritto civile, Milano 1982, pp. 57 ss. Una raccolta (quasi) completa degli scritti c. d. (minori) del F. è stata curata dal figlio F. Ferrara jr. per Giuffrè: F. Ferrara, Scritti giuridici, I-III, Milano 1954.