Fiorentino, Francesco
Filosofo (Sambiase, Catanzaro, 1834 - Napoli 1884). Influenzato inizialmente negli studi da Pasquale Galluppi e Victor Cousin, si entusiasmò poi per Gioberti e approfondì lo studio della patristica e della scolastica. Nel 1860, al passaggio di Garibaldi, si aggregò alle truppe guidate dal generale Francesco Stocco, seguendole fino al Volturno. L’anno seguente iniziò a insegnare filosofia nei licei e nel 1862 ottenne la cattedra di Filosofia all’università di Bologna, per passare poi all’università di Napoli e infine a quella di Pisa. Nel 1870 venne eletto deputato e sedette nei banchi della Destra. Riconfermato nella successiva legislatura del 1874, fu poi bocciato nelle due successive. La sua fama è legata non tanto all’originalità del suo pensiero (orientato, sotto l’influsso di Bertrando Spaventa, verso l’hegelismo e negli ultimi anni della sua vita verso una forma di neokantismo empiricizzante), quanto all’accuratezza delle sue opere storiche e alla serietà della sua passione storico-filosofica. Tra le sue opere principali: Il panteismo di G. Bruno (1861); Saggio storico sulla filosofia greca (1864); Pomponazzi (1868); Telesio (2 voll., 1872-74); Studi e ritratti della Rinascenza (pubblicato postumo nel 1911).