FOGGIA, Francesco
Nacque a Roma nel 1603 terzogenito dei sette figli di Giacomo, originario di Civitella San Paolo, e di Angela Alberici, romana. Fu battezzato in S. Luigi de' Francesi il 17 nov. di quell'anno come Giovanni Francesco. Almeno dal 1601 la sua famiglia abitava in parrocchia di S. Luigi, coltivando importanti rapporti con l'aristocrazia di parte filofrancese: il F. ebbe il conte Orazio Carpegna e donna Virginia Mancini Glorieri a padrino e madrina di battesimo. È molto probabile anche un rapporto della famiglia Foggia con G.B. Nanino, maestro di cappella di S. Luigi. Con il decisivo appoggio del cardinal Scipione Borghese, nipote del papa regnante Paolo V, il F. fu ammesso tra i putti cantori del Collegio Germanico negli anni 1611-13, mantenuto e istruito a spese di quell'istituto retto dai gesuiti, dove era maestro di cappella O. Catalano. Fu poi mandato a Bonn come puer cantus della cappella del nuovo principe elettore e arcivescovo di Colonia Ferdinando di Baviera.
Tornato in patria studiò contrappunto con due allievi del Nanino, prima con A. Cifra (presente in Roma dal 1622 al 1626), poi con P. Agostini, che dal 16 febbr. 1626 era divenuto maestro della Cappella Giulia in S. Pietro in Vaticano. Dell'Agostini divenne ben presto l'allievo prediletto; dopo la morte del maestro ne sposò la figlia Eugenia l'11 ott. 1631.
Era intanto iniziata la sua carriera come maestro di cappella, prima a S. Maria in Aquiro (ottobre 1628-maggio 1630), poi a Narni (1630-31) e a Montefiascone (ottobre 1633 - agosto 1634). Tornato a Roma, fu maestro di cappella a S. Maria in Trastevere (ottobre 1634 - ottobre 1636), e dal dicembre 1636 di S. Giovanni in Laterano, dove rimarrà per ventiquattro anni.
Con la morte di Urbano VIII nel 1644 e l'avvento al pontificato di Innocenzo X, ostile ai Barberini e ai loro protetti, ebbe fine la protezione pontificia del F. che dovette subire le accuse di concorrenza sleale rivoltegli da un altro musicista romano, S. Durante, in un memoriale del 12 luglio 1648 ai cantori della cappella pontificia (Lionnet, pp. 284-289). Il F. cercò rifugio nella quiete della campagna ed acquistò nel novembre 1648 la casa avita degli Agostini a Vallerano. La crisi fu superata in virtù della graduale distensione tra il papa e il cardinale Francesco Barberini: a quest'ultimo il F. dedicò nel 1652 la sua Op. IV, vantando di essere antico cliente di casa Barberini. Il cardinale, titolare della basilica di S. Lorenzo in Damaso, nel 1661 nominò il F. maestro di cappella, carica cui il F. aggiunse nello stesso anno, probabilmente dietro intervento dello stesso cardinale, l'incarico di maestro di cappella dell'oratorio di S. Girolamo della Carità.
Gli anni dal 1655 al 1675 furono i più intensi per l'attività del compositore, che diresse esecuzioni non solo a S. Lorenzo in Damaso e a S. Girolamo ma in varie altre chiese di Roma, scrisse a getto continuo mottetti e oratori, lanciò nell'ambiente musicale il figlio Antonio. Notevole in particolare l'attività svolta all'oratorio del Ss. Crocifisso (dove era già stato responsabile della musica nel 1641) con quattro oratori latini eseguiti il 15 marzo 1658, il 27 febbraio 1660, il 6 marzo 1665 e il 29 marzo 1675. Dal 20 apr. 1664 il F. fu ammesso nell'Arciconfraternita delle Stimmate di S. Francesco, importante sodalizio che annoverava confratelli d'ogni ceto sociale. Il 13 giugno 1677 fu nominato maestro di cappella di S. Maria Maggiore in sostituzione di A.M. Abbatini. Il F., data l'età avanzata, ottenne anche la nomina del figlio Antonio a suo coadiutore.
Il 12 marzo 1683 morì sua moglie Eugenia. Il 13 sett. 1686 il F. fece testamento nel convento della basilica di S. Clemente. L'8 genn. 1688 morì a Roma e fu sepolto in S. Prassede, sua chiesa parrocchiale.
Lasciava quattro figlie e due figli: Paolo (1641-1695) divenne sacerdote (1662) e il padre gli ottenne un posto tra i beneficiati di S. Giovanni in Laterano e una cappellania in S. Andrea della Valle; era buon organista e lo si trova nominato in qualche lista di esecutori per musiche sacre dell'epoca. Orsola (1645-1715) sposò nel 1674 il musicista Paolo Olivieri.
Il F. compose messe a vario numero di voci (da 3 a 9) e altri pezzi liturgici (litanie, salmi, offertori e un Magnificat), mottetti (da una a 5 voci) e oratorii sia latini che italiani. Nei pezzi liturgici e in particolare nelle messe è più vicino al tradizionale stile osservato (salvo nelle composizioni a tre voci fondate armonicamente sul continuo), mentre la maggior parte degli offertori è in stile mottettistico (Tenhaef). Nel genere del mottetto, del quale è uno dei massimi rappresentanti, il F. formula su base tonale sezioni chiuse musicalmente autonome, ognuna informata a un materiale tematico metricamente ben delineato anche a prescindere dal testo e riccamente elaborato (Morche, Witzenmann). Della ricca produzione oratoriale del F. rimangono solo tre oratori in latino e uno (di dubbia attribuzione) in italiano, opere di grande bellezza nell'efficace alternanza di recitativi, ariosi, arie e ampie sezioni corali: obbligato il confronto con G. Carissimi (Smither, Botti Caselli).
Erede per vicende familiari e per magistero compositivo dell'Agostini e dei Nanino, il F. fu fin dal sec. XVII considerato depositario della più classica tradizione contrappuntistica romana di ascendenza palestriniana, il "latte puro" di cui parla il suo allievo G.O. Pitoni. Su questa salda antica base il F. molto aggiunse di suo, affermandosi con una "nobilissima maniera di concertare" che lo rese ammirevole: "hà saputo far vedere, e sentire tanta varietà di stile, et in tutti far conoscere il grande, l'erudito, il nobile, il pulito, il facile, et il dilettevole, tanto al sapiente quanto a l'ignorante". Così scriveva A. Liberati quando il F. era ancora in vita, non esitando a definirlo "il sostegno e 'l Padre della Musica e della vera harmonia Ecclesiastica". Lodi puntualmente riprese dal Pitoni, che parla di "elevato e vivace spirito", "uomo insigne", "gran maestro inventore di vaghezze e pensieri infiniti", ricordando il "fortunato grido delle sue composizioni e grand'acclamazione e gloria in tempo della sua virilità". A. Kircher (Musurgia universalis, Roma 1650, 1, p. 614) lo definì "symphoniarca praestantissimus"; anche P. Mandosio (Bibliotheca Romana, vol. II, Romae 1692, p. 236) lo giudicò "excellentissimus Phonascus". La sua fama sopravvisse nel secolo successivo e tramite G. Chiti (allievo del Pitoni) venne puntualmente raccolta dal padre G.B. Martini che ne stampò due mottetti nel suo Esemplare e ne copiò di suo pugno gli Offertoria op. XVIII. Al Martini si deve la valutazione storica (destinata a duratura fortuna e ribadita dal Baini) che vede nel F. l'ultima pietra della "scuola romana" fondata su Palestrina. Gli studiosi più recenti sono pressoché unanimi nel ridurre la portata di questa valutazione tradizionale, sottolineando numerosi tratti stilistici orinai ben lontani dai modelli palestriniani, o piuttosto interpretando il concetto di "scuola romana" nel senso non di una pedissequa imitazione ma di una reverenza alla tradizione stilistica cinquecentesca in una persistenza di status sociale e culturale del compositore di musica sacra ossequiente alle disposizioni ecclesiastiche della Controriforma (Morche). Ancora di "scuola" si può parlare per la continuità di una prassi esecutiva basata sulla formazione vocale e sul primato di un maestro di cappella che poteva anche non avere alcuna specifica abilità strumentale. Questo fu appunto il caso del F., come attesta il Pitoni.
Composizioni edite (tutte stampate a Roma): Concentus ecclesiastici a 2-5 voci e organo (Grignani - Libreria del Popolo Romano, 1645); Concentus ecclesiastici a 2-5 voci e organo (Grignani - Franzini, 1645); Missa et sacrae cantiones op. III (Mascardi, 1650: una messa a 5 e 15 mottetti a 2-5 voci e organo); Litaniae et sacrae cantiones a 2-5 voci e organo (Mascardi, 1652); Psalmi a 4 voci e organo (Lazzari - Poggioli, 1660); Sacrae cantiones a 2-5 voci e organo (Fei, 1661); Id. op. VII (Fei, 1661); Sacrae cantiones a 3 voci op. VIII (Fei, 1662); Octo missae a 4-5 e 8-9 voci e organo (Fei - Caifabri, 1663); Psalmodia vespertina a 5 voci e organo op. XIII (Belmonti, 1667); Messe a 3-5 voci op. XV (Muzi - Franzini, 1672); Letanie a 3-6 voci e organo op. XVI (Muzi, 1672); Mottetti et offertori a 2-5 voci e organo op. XVI [sic] (Mascardi - Caifabri, 1673); Offertoria a 4-8 voci con e senza organo op. XVIII (Mascardi, 1681); varie ristampe delle precedenti; inoltre 44 mottetti in antologie pubbl. tra il 1642 e il 1675. Composizioni mss.: David fugiens à facie Saul (oratorio a 5 voci, 2 violini e basso continuo; Bologna, Civico Museo bibliografico musicale, ms. Q 43, cc.161-176); Tobiae oratorium (oratorio a 5 voci e basso continuo; ibid., cc. 179-184); Victoria Passionis Christi (oratorio a 11 voci in 3 cori, 2 violini e basso continuo; Lione, Conservatoire national de musique, ms. FM 134025, cc. 13-44); Daniele (oratorio di dubbia attribuzione; Bologna, Civico Museo bibl. mus., ms. Q 45, cc. 46-72); numerosi pezzi di musica sacra da una a 8 voci in biblioteche di diverse città d'Europa.
Sono perdute quattro opere a stampa e alcuni oratori, di uno dei quali resta il libretto (S. Giovanni Battista, poesia di S. Lazzarini, ed. in Sacra melodia, Roma 1678) e di altri sette il solo titolo in un inventario bolognese dell'epoca (cfr. O. Mischiati, Per la storia dell'oratorio a Bologna: tre inventari del 1620, 1622 e 1682, in Collectanea historiae musicae, III, [1963], pp. 131-170). Una antologia di mottetti è stata recentemente pubblicata a cura di G. Morche (Fondazione G. Pierluigi da Palestrina, Palestrina 1988).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. del Vicariato, S. Luigi de Francesi, Battesimi, IV, 17 nov. 1603; S. Lorenzolo ai Monti, Stati d'anime, 1637-38; S. Marco, Battesimi, IV, 2 genn. 1638; S.Stefano del Cacco, Stati d'anime, 1639-40; S.Biagio alle Scale d'Aracoeli, Stati d'anime, 1643-45; S. Nicola in Carcere, Battesimi, IV, 23 apr. 1645; Ss. Apostoli, Stati d'anime, 1646-78; S. Prassede, Stati d'anime, 1678-88; Morti, I, 12 marzo 1683, 8 genn. 1688, 6 ag. 1695; S. Maria ad Martyres, Morti, II, 14 sett. 1683; S. Lorenzo in Damaso, Morti, V, 17 genn. 1715; Roma, Arch. stor. Capitolino, 30 Notai Capitolini: Not. T. Raymundus, sez. 7, t. 16, testam. 23 nov. 1626; Not. M.F. Vanni, sez. 24, t. 30, testam. 13 sett. 1686; Not. L.A. Lamperini, sez. 25, t. 36, testam. 27 genn. 1711; Not. F.M. Ginnetti, sez. 20, t. 47, testam. 2 apr. 1710; Roma, Arch. di S. Maria Maggiore, Cappella musicale, Atti capitolari 1677, c. 223r: A. Liberati, Lettera... in risposta ad una del signor Ovidio Persapegi, Roma 1685, c. 27; R. Caetano, Le memorie de l'anno santo MDCCLXXV, Roma 1691, pp. 332 s.; G.O. Pitoni, Notitia de' contrapuntisti e compositori di musica, (1713), a cura di C. Ruini, Firenze 1988, pp. 326-328; G.B. Martini, Esemplare o sia Saggio fondamentale pratico di contrappunto, II, Bologna 1775, p. 47; G. Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di G.P. da Palestrina, Roma 1828, I, pp. 71, 369 s.; II, pp. 45 ss.; H. Leichtentritt, Geschichte der Motette, Leipzig 1908, pp. 272 s.; J. Killing, Kirchemusikalische Schätze der Bibliothek des Abbate Fortunato Santini. Ein Beitrag zur Geschichte der katholischen Kirchenmusik in Italien, Düsseldorf 1910, pp. 127-135; A. Schering, Geschichte des Oratoriums, Leipzig 1911, pp. 82, 115, 124; V. Raeli, Da C. Cecchelli a R. Lorenzini nella Cappella Liberiana, Roma 1920, pp. 12 s.; D. Alaleona, Storia dell'oratorio musicale in Italia, Torino 1945, pp. 410, 412 s.; A. Liess. Materialien zur römischen Musikgeschichte des Seicento..., in Acta musicologica, XXIX (1957), p. 155; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell'Accademia nazionale di S. Cecilia, Roma 1970, ad Indicem; Th.D. Culley, Jesuits and music, I, A study of the musicians connected with the German College in Rome during the 17th century …, Saint Louis, 1970, pp. 122, 316; H.E. Smither, L'oratorio barocco. Italia, Vienna, Parigi, Milano 1984, pp. 155 s., 209 s.; J. Burke, Musicians of S. Maria Maggiore, Roma, 1600-1700..., Venezia 1984, pp. 19 s., 40 ss.;.J: Lionnet, Un musicista del Viterbese a Roma, un musicista romano nel Viterbese: T. Gargari e F. F., in Musica e musicisti nel Lazio, a cura di R. Lefevre - A. Morelli, Roma 1985, pp. 280-291; A. Morelli, Musica e musicisti in S. Agostino a Roma dal Quattrocento al Settecento, ibid., p. 339; S. Durante, in Diz. enc. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, Torino 1985, p. 791; S. Franchi, Drammaturgia romana. Repertorio bibliografico cronologico dei testi drammatici pubblicati a Roma e nel Lazio, I, Sec. XVII, Roma 1988, p. 520; M. Manfredi, Vallerano e la musica, Roma 1990, pp. 58, 61-63, 65, 135; E. Simi Bonini, Il fondo musicale dell'Arciconfraternita di S. Girolamo della Carità, Roma 1992, p. 38; F. nel terzo centenario della morte, Atti del Convegno internazionale (Palestrina 1988), a cura di A. Botti Caselli (in corso di stampa), v. in particolare: G. Rostirolla, F. F. nella vita musicale del suo tempo; G. Morche, La posizione di F. F. nella musica sacra esemplificata attraverso i suoi mottetti; W. Witzemnann, Tecnica mottettistica in F. F. e D. Mazzocchi; A. Botti Caselli, Gli oratori di F. E; P. Tenhaef, Gli offertori di F. F. e il concetto di "offertorium" nel XVII secolo; F. Luisi, F. F. nelle esemplificazioni stilistiche della Guida armonica a stampa di G. O. Pitoni; S. Franchi, La famiglia Foggia. Vicende biografiche e artistiche.