FRANCAVIGLIA, Francesco
Nacque a Motta Sant'Anastasia, presso Catania, da Ignazio e da Giuseppina Caponetto il 31 ag. 1841. Laureatosi in medicina e chirurgia presso l'università di Catania nel 1862, si avviò allo studio della clinica oculistica, formandosi alla scuola di illustri maestri. Dopo essere stato allievo di R. Castorani a Napoli, si recò all'estero, ove completò la sua specializzazione: fu a Parigi, nelle cliniche di L.-A. Desmarres, L. de Wecker e J. Sichel, e a Berlino, nell'istituto di A. von Graefe, noto per avere scoperto mediante l'uso dell'oftalmoscopio l'embolia dell'arteria centrale della retina e la papilla da stasi e per l'introduzione del metodo dell'estrazione lineare della cataratta con uno strumento di sua invenzione noto come "coltellino del Graefe". Questi tenne il F. in grande considerazione e gli rilasciò un lusinghiero attestato.
Tornato a Catania nel 1867, il F., oltre a esercitare la libera professione, fu nominato chirurgo oculista dell'ospedale civico di S. Marta, titolo che mantenne fino alla morte. Nel nosocomio catanese iniziò a praticare l'intervento di estrazione della cataratta secondo il metodo appreso in Germania. Nel 1870 fu accolto presso la clinica oculistica dell'università di Catania, diretta da S. Mascari, come assistente non retribuito. Dopo aver supplito nell'insegnamento il Mascari caduto malato, nel 1873, alla di lui morte, ricevette dalla facoltà l'incarico ufficiale della clinica oculistica. Conseguita per titoli l'abilitazione alla libera docenza nel 1877, nel 1882, vinto il relativo concorso, divenne professore straordinario di oftalmologia e clinica oculistica, stabile nel 1905, e infine ordinario nel 1910.
Assai apprezzato come insegnante e come clinico, il F. si distinse soprattutto per l'introduzione e la diffusione dei metodi diagnostici e operatori appresi all'estero, che gli consentirono di elevare la specialità oftalmologica alla dignità di una branca chirurgica autonoma e pienamente evoluta e di ottenere, sul piano diagnostico e curativo, risultati fino ad allora insperati. Non riuscì, però, a vedere realizzato il progetto di un istituto di clinica oculistica universitaria in una sede decorosa, per cui si era fortemente impegnato fin dal 1874 (Progetto per la formazione di un grande ospedale in Catania, Catania 1874, poi sottoscritto da venti cattedratici).
Fu autore di numerosi studi in campo clinico, tra i quali una particolare menzione merita Un caso di cisticerco nel corpo vitreo, in Atti dell'Accad. Gioenia di scienze naturali in Catania, s. 3, XII (1878), pp. 1-5, prima osservazione di questa rara patologia in Sicilia, operata coi nuovi mezzi di indagine oftalmoscopica.
Il F. partecipò anche alla vita pubblica catanese: fu infatti consigliere provinciale e assessore comunale.
Morì a Catania il 25 marzo 1916.
Fonti e Bibl.: Necr. in Corriere di Catania, 26 marzo 1916, p. 2; Riv. sanitaria siciliana, IV (1916), 9, p. 18; Annali di ottalmologia e clinica oculistica, n.s., I (1917), pp. I-II; Annuario dell'Università di Catania, a.a. 1922-23, Catania 1923, pp. 51 s.; S. Curcio, Storia della Università di Catania dalle origini ai giorni nostri, Catania 1934, p. 364.