FRUGONI, Francesco Fulvio
Nato a Genova circa il 1620, morto a Venezia circa il 1686, fu il rappresentante tipico della mondanità in veste fratesca, della più strabiliante virtuosità barocca nell'eloquenza, nel romanzo, nella critica, nel teatro. Passata buona parte della giovinezza in Spagna, fece gli studî nella università di Salamanca e d'Alcalȧ; poi fu alla Sorbona. Vestito l'abito dei minimi di S. Francesco di Paola, lampeggiò e tuonò dai pergami con un'eloquenza così fragorosa e turgida da far trasecolare. Viaggiatore instancabile, corse tutta l'Italia, la Spagna, la Francia, l'Inghilterra, l'Olanda, stringendo dappertutto relazioni di amicizia coi più cospicui personaggi. Fu amico e consolatore di Aurelia Spinola duchessa del Valentinois, di cui descrisse la vita nell'Eroina intrepida (Venezia 1673). Fu autore fortunato di melodrammi, anche per i teatri di Londra e di Parigi. Scrisse un'opera su Candia angustiata (Venezia 1669), che gli procurò grandi onori dal senato veneto. Compose Ritratti critici (Venezia 1669); il romanzo La Vergine parigina (Venezia 1660) e molte altre cose. Ma l'opera sua principale è Il cane di Diogene (Venezia 1689), zibaldone farraginoso scritto per correggere i vizî dei tristi, dice l'autore; ma in realtà per sfogare invidie, ire, odî suoi.
Bibl.: U. Cosmo, Le idee letterarie d'un frate del Seicento, in La Nuova Rassegna, 30 settembre 1894.