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GALDI, Francesco

di Salvatore Vicario - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 51 (1998)
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GALDI, Francesco

Salvatore Vicario

Nato a Pregiato, frazione di Cava de' Tirreni, il 26 genn. 1874 da Fiore, medico, e da Angiola Giordano, seguì gli studi classici a Cava de' Tirreni e a Salerno, quindi si iscrisse al corso di laurea in medicina e chirurgia nell'Università di Napoli, ove si laureò con il massimo dei voti il 29 luglio 1898.

Dopo aver adempiuto agli obblighi militari il G. si recò a perfezionarsi in Germania. Tra il 1901 e il 1902 fu a Lipsia, impegnato presso la clinica medica di H. Curshmann, l'istituto di anatomia patologica di F. Marchand e il policlinico per le malattie nervose di F. Windscheid, ove seguì i corsi di P.E. Flechsig e A. Hirsch; quindi si trasferì a Strasburgo, assistente di B. Naunyn e allievo degli anatomopatologi F.D. von Recklinghausen e M.B. Schmidt. Tornato in Italia, iniziò la carriera universitaria presso la clinica medica di Padova diretta da A. De Giovanni: nel 1902 fu nominato assistente, quindi aiuto e, conseguita la libera docenza in patologia speciale medica nel 1905, nel 1907 fu incaricato di istochimica clinica nella stessa Università. Nel 1908, invitato dal direttore P. Castellino, il G. si trasferì nell'istituto di patologia medica dell'Università di Napoli col titolo di aiuto e con l'incarico di tenere un corso di patologia del simpatico. Nominato professore supplente a questa cattedra nel 1909, nel 1910 conseguì l'abilitazione alla libera docenza in clinica medica e vinse il concorso per la cattedra di patologia e clinica medica dell'Università di Sassari.

Allo scoppio del conflitto mondiale, il G. fu richiamato alle armi e destinato prima all'ospedale militare di Napoli, poi, dietro sua richiesta, in zona di operazioni. Con il grado di maggiore diresse l'ospedale da campo 0103 della 8ª armata, impegnato, nel 1916, a fronteggiare i numerosi casi di febbri tifoidee che infierivano fra le truppe. Tornato alla dipendenza della divisione sanità del X corpo d'armata, vi svolse importanti incarichi e fu congedato il 1° apr. 1919 con il grado di colonnello.

Ripresa l'attività scientifica, nel 1919 il G. fu incaricato dell'insegnamento di clinica medica presso l'Università di Cagliari: in tale sede riorganizzò l'istituto e dette un notevole impulso alla ricerca, assumendo anche, dal 1920 al '22, l'incarico per l'insegnamento di clinica pediatrica. Vinti i concorsi per le cattedre di patologia medica dell'Università di Pavia e di clinica medica presso le Università di Modena e di Cagliari, optò per quest'ultima. Nel 1925 fu chiamato a dirigere la clinica medica dell'Università di Bari, sorta da appena un anno, e sotto la sua guida l'istituto divenne un fiorente centro di studi. Infine, nel 1931 il G. venne chiamato dall'Università di Pisa per succedere a G.B. Queirolo nella direzione della cattedra di clinica medica; in questo ateneo il G. fu anche preside della facoltà e insegnò fino al 1948.

Formatosi alla scuola di illustri maestri di medicina interna e di anatomia patologica, il G. si distinse come studioso, in particolare della fisiopatologia del ricambio, della patologia e della clinica del sistema nervoso vegetativo e dell'ematologia. Sul piano metodologico, fu un convinto sostenitore della necessità di studiare i processi morbosi dal punto di vista morfologico e funzionale.

Ricercatore e clinico brillante, il G. fu autore di numerosi lavori scientifici. Durante la sua permanenza in Germania individuò e descrisse una singolare forma di polmonite, la pneumonia desquamativa obliterans, alla quale la medicina tedesca dette il suo nome (Über einige von den gewöhnlichen abweichenden Pneumonieformen, in Deutsches Archiv für klinische Medizin, LXXV [1902-03], pp. 239-263); fin dai primi anni della sua attività intraprese studi sul metabolismo normale e patologico (Über die Alloxurkörper im Stoffwechsel bei Leukämie, in Archiv für experimentelle Pathologie und Pharmakologie, XLIX [1903], pp. 213-228; Contributo allo studio dell'acido ippurico nell'organismo umano, in Il Policlinico, sez. medica, XIV [1907], pp. 257-270), nel corso dei quali scoprì l'eliminazione attraverso la bile di una parte dell'acido urico, la cosiddetta quota enterotropa (Sull'acido urico enterotropo, in La Riforma medica, XXXIX [1923], pp. 1146-1149, in collab. con C. Cassano); recò interessanti contributi alla conoscenza della fisiopatologia del sistema neurovegetativo (Il concetto della nevrosi, in Studium, V [1912], pp. 137-150; Il simpatico e la sua nevrosi, ibid., VII [1914], pp. 1-17, 51-69; Indagini biologiche su i gangli celiaci, ibid., pp. 113-120); fu autore di interessanti ricerche di biochimica (Intorno alla sostanza mucoide della bile, in Il Morgagni, XLIX [1907], pp. 580-592; Ricerche viscosimetriche sulla bile, in Clinica medica italiana, XLVI [1907], pp. 93-117; La catalasi negli organi a secrezione interna, in La Riforma medica, XXXI [1915], pp. 1099-1103; Per lo studio della catalasi negli organi endocrini, in Folia medica, I [1915], pp. 770-776). Fu inoltre autore di alcune monografie (Il ricambio del cloruro di sodio e dell'acqua nel linfatismo, Milano 1908; Studi sul fegato, Napoli 1910; Malattie del ricambio, Napoli 1935, in collab. con C. Cassano); tradusse il trattato di A.C. Herter, La patologia chimica nei suoi rapporti con la medicina pratica (Milano 1906), e collaborò con N. Pende e F. Pagano alla traduzione di Patologia speciale e terapia delle malattie interne diretta da F. Kraus e T. Brugsch (ibid. 1913-15). Collaborò anche ad alcuni trattati, tra i quali il Trattato della tubercolosi diretto da L. Devoto con il capitolo La tubercolosi polmonare dei vecchi (I, Milano 1931, pp. 817-882). Nel 1912 fu relatore al XXII congresso di medicina interna di Roma sul tema La morfologia nei suoi rapporti con la clinica (poi in Lavori dell'Istituto di clinica medica di Padova, Milano 1914, pp. 173-247).

Il G. appartenne a varie società scientifiche, fu condirettore di alcuni periodici medici e redattore capo de Il Tommasi.

Morì a Roma il 21 dic. 1956. Aveva sposato Carla De Lieto, dalla quale ebbe tre figlie.

Fonti e Bibl.: Notizie fornite dall'Archivio storico comunale e dalla Biblioteca comunale di Cava de' Tirreni; necr. in Il Policlinico, sez. pratica, LXIV (1957), pp. 303 s.; Università degli studi di Pisa, Annuario per l'a.a. 1957-58, Pisa 1959, pp. 336-338; M. Della Corte, Lucida sidera, Salerno 1931, pp. 1-20; Rassegna di fisiopatologia clinica e terapeutica, num. speciale in onore del G., XIII (1949), Suppl.; A. Della Porta, Incontri, I, Cava de' Tirreni 1976, pp. 77-80; G. Cosmacini, Medicina e sanità in Italia nel Ventesimo secolo. Dalla "spagnola" alla 2ª guerra mondiale, Roma-Bari 1989, ad ind.; A. De Sio, La divina commedia cavaiola, Cava de' Tirreni 1994, p. 215; Biograph. Lexikon der hervorragenden Ärzte, I, p. 473.

Vedi anche
patologia Lo studio dei problemi relativi alle malattie dell’uomo (patologia umana) e degli animali (patologia veterinaria; ➔ veterinaria); comprende diverse specializzazioni, e denominazioni, con riferimento alla natura dei problemi, agli elementi anatomici che sono oggetto di studio, all’eziologia delle alterazioni, ... Lipsia (ted. Leipzig) Città della Germania (510.512 ab. nel 2007), in Sassonia. Sorge a 120 m s.l.m. nell’ampia pianura dove confluiscono l’Elster Bianco (Schwarze Elster), la Pleisse e la Parthe, 110 km a S-SO di Berlino. Già piccolo villaggio di pescatori fluviali, il suo primo sviluppo è legato a quello ... ospedale Edificio, o complesso di edifici, destinato all’assistenza sanitaria dei cittadini, adeguatamente attrezzato per il ricovero, il mantenimento e le cure, sia cliniche sia chirurgiche, di ammalati o feriti. 1. Cenni storici L’idea di riunire e curare i malati in luoghi particolarmente attrezzati sembra ... tubercolosi (TBC) Malattia infettiva, contagiosa e ubiquitaria, che deve il nome alla caratteristica formazione anatomopatologica (tubercolo elementare) prodotta, nei tessuti dell’organismo umano e animale, dall’agente patogeno. medicina Nota probabilmente già alle grandi civiltà orientali, la tubercolosi fu ...
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francésco
francesco francésco agg. e s. m. [dal lat. tardo Franciscus, der. di Francus «franco1»] (pl. m. -chi), ant. – Francese: La terra che fé già la lunga prova E di Franceschi sanguinoso mucchio (Dante); i modi e le cadenze della prosa f. (D’Annunzio)....
francescano
francescano agg. e s. m. – 1. agg. Di san Francesco d’Assisi (1181 o 1182-1226) e dell’ordine da lui fondato: il movimento f.; la predicazione f.; la regola f.; l’abito f.; missioni francescane. Che è proprio di san Francesco d’Assisi e...
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