GEMINIANI, Francesco
Violinista e compositore, figlio di Giuliano violinista; battezzato a Lucca il 5 dicembre 1687, morto a Dublino il 17 settembre 1762. Studiò con C. A. Lonati e col Corelli mentre, per la composizione, fu alla scuola, sembra, di A. Scarlatti. Fu violinista della Signoria di Lucca dal 1707 al 1710; nel 1711 ritornò a Napoli e nel 1714 passò in Inghilterra acquistandovi subito grande fama, quale virtuoso. G. F. Händel per mezzo del G. ritornò in favore presso Giorgio I d'Inghilterra. Commerciando in quadri, perdette tutto il suo. Nel 1733 andò a Dublino, vi ritornò nel 1737, e ivi rimase tre anni, ritornando poi a Londra. Intorno al 1749 si recò a Parigi, dove pubblicò la sua op. 1 (1752) e rimase fino al 1755. Dal 1759 fu di nuovo in Irlanda.
Pubblicò cinque opere di concerto (opp. 2, 3, 4, 6, 7), tre di sonate (opp. 1, 4, 11) ciascuna di dodici sonate, una di sonate per violoncello (op. 5), una, senza numero, di pezzi per cembalo, e una terza di trii che sono tutte trascrizioni di altre composizioni. Trasformò, inoltre, in concerti grossi le sonate dell'op. V del Corelli (1726-1727). Il suo stile è per lo più scarso di rilievo e di colore, eccetto in qualche Adagio, e inquieto e alquanto disordinato nel movimento ritmico. I suoi concerti stanno a mezza via tra lo stile del Corelli e quello del Vivaldi, conservando, in apparenza, il rigore di proporzioni del primo ma senza riuscire ancora né a rendere cantanti i temi, soprattutto negli Allegro, né a svincolarli interamente dalla soggezione delle antiche danze. Le sue sonate sono anch'esse di scarsa originalità ma, in generale, più sciolte e più modulate dei concerti, particolarmente quelle dell'op. I, fino a divenire, talora, una successione di formulette tecniche contrastanti, soprattutto nelle edizioni con fioriture realizzate. Già vecchio, scrisse parecchi trattati teorici, alcuni dei quali furono tradotti in più lingue. Il più importante è l'Art of Playing the Violin op. 9 ripubblicato anche col titolo The Entire, and complete Tutor for the Violin, apparso intorno al 1748 ma identico al trattatello inserito da Pietro Prelleur nel Modern Music-Master del 1731. Esso è il primo trattato del genere e precede di una generazione circa quello di Leopoldo Mozart. Quale pedagogo, il G. ha il merito, insieme con F.M. Veracini, di aver fatto in breve progredire di molto l'arte del violino in Inghilterra, e di avervi diffuso le musiche del Corelli rendendone agevoli le difficoltà che si credevano allora, dai dilettanti e dai professionisti di quella terra, invincibili. Fu il primo straniero che organizzasse a Londra dei concerti per sottoscrizione (nel 1731 in Hickford's Room). Esecutore bizzarro, è fama che il Tartini lo chiamasse "il furibondo Geminiani". Nel suo Tutor si trova, per la prima volta, il segno dinamico del rinforzando. Gli altri lavori teorici sono: Rules for Playing in a true Taste on the Violin, German Flute, Violoncello and Harpsichor d op. 8 (1747); Guida armonica op. 10 (1742); Supplement to the Guida Armonica: A Treatise of good Taste in the Art of Music (1749); The Art of Accompaniment op. II (1755); The Harmonical Miscellany (1755); The Art of Playing the Guithar (1760); A Treatise on Memori.
Bibl.: W. H. Grattan Flood, Geminiani in England and Ireland, in Sammelbände d. Int. Musik-Gesellschaft, 1910-11, pp. 108-112.