GIANNI, Francesco
Uno dei più famosi improvvisatori italiani, nato a Roma il 14 novembre 1750, morto a Parigi il 17 novembre 1822. Sospetto di giacobinismo, fuggì da Roma dopo l'assassinio del Basseville e, dopo varie vicende, fu a Milano del Consiglio legislativo (iunori) della Repubblica Cisalpina. Fu deportato, sembra, a Cattaro dagli Austriaci reduci in Lombardia nel 1799; ma certo, nel luglio di quell'anno, era a Parigi, dove ebbe da Napoleone il titolo d'improvvisatore imperiale e una pensione, conservatagli poi anche da Luigi XVIII.
Le raccolte più ricche dei suoi versi, improvvisati e meditati, sono quelle di Milano 1807-08 e di Firenze 1827, e mostrano in lui facilità di verseggiare e vivacità di fantasia; ma anche difetto di buon gusto e abuso di luoghi comuni. Si direbbe che abbia i difetti, senza i pregi, di Vincenzo Monti, col quale gareggiò componendo sonetti sulla morte di Giuda, e del quale fu avversario implacabile. Verseggiò, per lo più all'improvviso, sui più svariati argomenti, amorosi, mitologici, storici, scientifici, suggeritigli dai suoi uditori. Cantò l'eroe del suo tempo nel Bonaparte in Italia, caotico poemetto in terzine, incompiuto, e in una serie di canti ispiratigli dalle imprese napoleoniche. Notevole è La vendetta, canto militare; e durò a lungo nelle antologie La madre ebrea.
Bibl.: L. Vicchi, V. Monti: le lettere e a politica in Italia, Faenza 1879-87, I, p. 86; II, p. 481; IV, p. 175; A. Vitagliano, Storia della poesia estemp. in Italia, Roma 1905; F. G. Damiani e E. Filippini, La morte di Giuda, in Rass. bibl. della letterat. ital., VI, p. 27 e VII, p. 114; M. Bartoli, F. G., Cava dei Tirreni, 1924.