GRANACCI, Francesco
Pittore, nato nel 1469, forse a Villamagna (Firenze) e non nel 1477: e ciò accredita la tradizione che egli fosse effigiato da Filippino Lippi nel giovinetto risuscitaio dell'affresco di Masaccio al Carmine, da quegli completato circa il 1482, nonché l'asserzione del Condivi, che il G. presentasse il tredicenne Michelangelo nella bottega del Ghirlandaio aiutandolo negli esordî; morì nel 1543. Allievo e collaboratore di Domenico del Ghirlandaio, il G., al trapasso del secolo, subì come i migliori pittori fiorentini l'influenza più o meno palese del disegno di Leonardo e del colorito del Perugino. Nonostante qualche impressione di Raffaello e di Michelangelo egli rimase un ritardatario, piacevole nei tipi e nell'intonazione eburnea del colore. Sul tardi, ben provvisto di mezzi di fortuna, lavorò come dilettante, di preferenza per il contado. Le sue opere principali sono tavole d'altare a Firenze (Uffizî, Accademia), a Montemurlo, a Villamagna, a San Piero a Quintole, a Castelfiorentino, la pala già in S. Pancrazio oggi presso il duca di Somerset a Reigate Priory, le storie di Giuseppe per la camera nuziale dei Borgherini (Uffizî) e varî quadretti sacri a Firenze, a Dublino, a Berlino, ecc.
Bibl.: Gronau, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIV, Lipsia 1921 (con la bibl. precedente); A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, i, Milano 1925, pp. 475-89; G. Fiocco, La data di nascita di F.G. e un'ipotesi michelangiolesca, in Riv. d'arte, XII (1930), pp. 193-224; XIII (1931), pp. 109-33, 585; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932.