Hayez, Francesco
Pittore (Venezia 1791 - Milano 1882). Frequentò l’Accademia di Venezia, per poi completare i suoi studi a Roma, dove si fermò per sette anni, a partire dal 1809. Qui ebbe per maestro Antonio Canova, da cui per molti anni ricevette aiuti e sostegno. Nel 1812 vinse il gran premio dell’Accademia di Milano con un’opera di stile classico, Laocoonte. Ottenne un ampio consenso con il dipinto Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri (1820) che, sebbene ancora accademico nelle forme, già rivelava l’intento di trovare nuovi contenuti attinti dalla storia nazionale. Nel 1821 si trasferì definitivamente a Milano. Fu autore di grandi e magniloquenti composizioni storiche (Vespri Siciliani, 1822; Marin Faliero, 1867), a cui affiancò opere (Maestà di Roma; Meditazione, 1850) dalle quali trasparivano i suoi convincimenti patriottici. Il suo credo politico fu comunque piuttosto tiepido e non gli impedì di accettare incarichi dai più diversi committenti: affrescò per Metternich il salone delle Cariatidi nel palazzo reale di Milano ed eseguì una vasta tela per Carlo Alberto (La sete dei crociati sotto Gerusalemme, 1838). Tra le sue opere più riuscite figurano oltre a Il bacio (1859), i ritratti, tra i quali quelli del marchese Litta, del conte Nava, di Rosmini, Manzoni, Teresa Borri Manzoni e Rossini. In contatto con Manzoni, Pellico, Berchet e Cattaneo, fu il maggiore esponente in Italia della corrente romantica in pittura. Dagli anni Cinquanta si moltiplicarono gli incarichi accademici e i riconoscimenti ufficiali: nel 1850 ottenne la cattedra di Pittura all’Accademia di Brera e nel 1852 consegnò a Vienna un ritratto, oggi non rintracciabile, dell’imperatore Francesco Giuseppe, dal quale venne insignito dell’Ordine della Croce di ferro. Nel 1860 ricevette la nomina a professore onorario dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e nello stesso anno d’Azeglio gli affidò la presidenza dell’Accademia milanese.