LANZA, Francesco
Scrittore, nato a Valguarnera (Enna) il 5 luglio 1897, morto ivi il 6 gennaio 1933. In collaborazione con G. Lombardo-Radice compilò un Almanacco per il popolo siciliano (Roma 1924); nel 1927 fondò e diresse (a Enna e poi a Roma fino al 1929) un mensile letterario, Lunario siciliano; collaborò a Il Tevere e ad altri giornali e periodici.
Nelle Poesie di gioventù (Roma 1926), fra echi dannunziani, pascoliani e crepuscolari, sono già avvertibili le due tendenze fondamentali di L.: quella alla trasposizione favolosa della realtà quotidiana, e quella ad un certo impressionismo realistico. Delle quali, la prima prevarrà in Fiordispina, "favola ariostesca" in 3 atti (Milano 1928), che, nata come parodia del dramma pirandelliano di "Vita" e "Forma", abbandona via via il tono umoristico per quello lirico, affermando la superiorità del sogno sulla realtà; la seconda prevarrà in quella che è la sua opera più caratteristica, Mimi siciliani (Milano 1928; n. ed. accresciuta, a cura di A. Navarria, col titolo Mimi e altre cose, Firenze 1946), che, in forma popolaresca, ma con gusto squisitamente letterario, tratteggiano tipi e scenette della vita isolana. Tuttavia i risultati artisticamente più felici di L. vanno cercati dove quelle due tendenze si conciliano e si integrano: nelle prose di viaggio, e di commento ai mesi e alle stagioni (ora raccolte, a cura di N. Basile, in Storie e terre di Sicilia, e altri scritti inediti e rari, Caltanissetta 1953): che nella letteratura "evocativa" di quegli anni hanno uno spicco particolare.
Bibl.: E. Cecchi, in Galleria, Roma, aprile 1924; A. Bocelli, in N. Antologia, i° febbraio 1933, e in Il Mondo, 2 luglio 1953; A. Soffici, R. De Mattei, A. Mezio, C. Sofia e altri, in Il Tevere, 6 febbraio 1933; E. Vittorini, in Pègaso, marzo 1933; E. Falqui, Prosatori e narratori del Novecento italiano, Torino 1950; Galleria (Caltanissetta), sett.-dic. 1955 (n. dedicato in parte a L.).