LOIACONO, Francesco (Francesco Paolo)
Nacque a Palermo il 26 maggio 1838 dal pittore di storia Luigi, dal quale ricevette la prima formazione (Luigi e F. L.…), e da Vincenza Di Cristina (Palermo, Arch. storico diocesano, Parrocchia S. Margherita, vol. 4522, f. 54, n. 69). Padrino di battesimo fu S. Lo Forte, suo maestro dal 1854, o già dal 1852 (Grasso, p. 7).
Entro il 1856 si collocano i dipinti degli esordi, in linea con la pittura di storia romantica: Giovanni delle Bande Nere (Palermo, Galleria d'arte moderna E. Restivo) e i dispersi Ferruccio a Gavinana che passa l'Arno e La morte di Pia dei Tolomei, cui fu dedicato un sonetto (Amico, 1873, pp. 92-97). I paesaggi ideali esposti nel 1856 a Palermo, in occasione della Mostra di belle arti tenutasi nel Palazzo senatorio, testimoniano il precoce interesse per il genere paesistico: un Paesaggio grande d'invenzione ottenne la medaglia d'oro e procurò al L. il pensionato a Napoli. Il padre lo indirizzò alla scuola di F. Palizzi, che "lo educò al culto della natura e della sincerità" (Colnago, pp. XVI, XXIV). Secondo altri fu invece allievo di N. Palizzi (Abbatecola).
Nei quattro anni del soggiorno napoletano il L. si dedicò al paesaggio, assimilando il riflesso della scuola di Posillipo e trasformando la propria pittura per l'influenza soprattutto di G. Gigante. I paesaggi dal vero esposti al ritorno a Palermo, nel 1859, nello studio dello scultore N. Morello, introdussero in Sicilia l'influenza dei modi palizziani e delle correnti più aggiornate del realismo europeo.
Specializzatosi nella rappresentazione verista del paesaggio, il L. partecipò dal 1863 alle maggiori esposizioni nazionali e all'estero, affermandosi come il più grande pittore siciliano, chiamato dai contemporanei "ladro del sole" e paragonato a G. Verga (Barbera).
La partecipazione all'epopea risorgimentale, fra il 1860 e il 1862, gli offrì l'occasione di stabilire contatti con Firenze, dove espose vedute e studi dal vero all'Esposizione italiana agraria, industriale e artistica del 1861, la prima nazionale.
Il 27 maggio 1860, con il padre, il fratello Salvatore, F. Liardo e altri artisti siciliani, il L. si unì ai garibaldini che avevano assediato Palermo. Imbarcatosi a Parco, fu ferito il 20 luglio nella battaglia di Milazzo contro le truppe borboniche. Proseguì a combattere con le camicie rosse fino al Volturno e, nel giugno 1862, partì per la liberazione di Roma: fatto prigioniero il 29 agosto insieme con Menotti Garibaldi, fu liberato poco dopo e si stabilì ad Agrigento, dove i fratelli F. e G. Sinatra sarebbero divenuti i suoi più fedeli collezionisti: ottantotto sue opere della loro collezione sono conservate nella Galleria civica di Agrigento (Grasso, pp. 8 s.; Costantino).
Dal 1863 la sua attività è documentata quasi ad annum nei cataloghi delle esposizioni delle Società promotrici di belle arti di varie città.
Espose a Napoli (1863, 1878), a Firenze (1864, 1866, 1889), Palermo (1864, 1868-69, 1889, 1909), Torino (1863, 1880-84, 1898) e Genova (1881). Particolarmente stretti furono, negli anni Sessanta, i rapporti con Firenze, attestati dai contatti fra la sua ricerca pittorica e le contemporanee esperienze macchiaiole e della Scuola di Resina (Farese Sperken). Campagna toscana, presentato alla Promotrice di Palermo del 1864, era già compiuto nel mese di marzo insieme con "altri severi suoi studi fatti sui luoghi lung'Arno" (Basile). Nello stesso anno il L. esponeva alla Promotrice fiorentina una Veduta dell'Acquasanta (Palermo, collezione del Banco di Sicilia), acquistata dal generale L. Menabrea (De Simone).
Una serie di importanti successi nazionali e internazionali consolidarono l'affermarsi del L. negli anni a venire. Nel 1877 sue opere "di ottimo merito" erano "sparse per tutt'Europa", dalla Germania alla Francia, a Londra (Abbatecola).
All'Esposizione palermitana del 1868 una sua Veduta campestre di grandi dimensioni fu acquistata dal principe ereditario Umberto (Grasso, p. 10). Un suo dipinto, a torto identificato con La valle dell'Oreto presentato all'Esposizione internazionale di Vienna nel 1873 (Colnago, p. XXIII), era stato elogiato dalla Freie Presse di Vienna (Amico, 1870). Piccoli paesaggi, quali Bosco di Vienna e Giardino di Vienna (Palermo, collezione Cinquemani) furono eseguiti durante un suo soggiorno in quella città (Accascina, p. 96).
Nel 1872 dipinse Vento di montagna (Palermo, Galleria d'arte moderna E. Restivo), l'esito più alto del periodo, e l'anno successivo soggiornò a Parigi ed espose al Salon La quiete. Nel 1874 presentò uno Studio d'albero presso la Société des amis des arts di Bordeaux, e da Parigi fu poi, probabilmente, a Londra, dove venne "festeggiato" (Abbatecola).
A Parigi sarebbe tornato nel 1878, in qualità di membro della Giunta speciale di belle arti per l'Esposizione universale (Roma, Arch. centr. dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale antichità e belle arti, Divisione arte moderna, esposizioni e congressi. 1860-92, b. 18, f. 140: Parigi, Esposizione universale 1878, (lettera al ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio da Roma, 18 ag. 1877): vi avrebbe esposto Una villa nella Conca d'Oro, dipinto che presentava il "difetto felice - ma difetto - della perfezione di tutte le parti", rischiando di apparire "un po' troppo leccato, troppo finito, troppo perfetto" rispetto alla pittura en plein-air (Folchetto, pp. 81 s.). Per molti fu tuttavia il miglior paesaggio della sezione italiana, che segnò il trionfo del solido realismo della pittura solare del L., dall'evidenza quasi fotografica (Lamarre - Roux).
Nel 1875 realizzò la grande Veduta di Palermo (Palermo, Galleria d'arte moderna E. Restivo) e l'anno successivo Un giorno di caldo in Sicilia! (Napoli, Museo di Capodimonte, in deposito a Roma, Montecitorio); il primo dipinto fu acquistato dal ministro R. Bonghi e il secondo, noto come Il duello, da Vittorio Emanuele II dall'Esposizione nazionale di Napoli del 1877 (Biancale).
Il 21 febbr. 1878 (e non nel 1872, come da Grasso, p. 10, in poi), il L. fu eletto professore onorario di paesaggio all'Accademia di belle arti di Napoli (Napoli, Arch. storico dell'Accademia di belle arti, Professori onorari dal 1837 al 1914, V, 1-5).
Nel nuovo soggiorno dipinse paesaggi e marine: Presso il Vesuvio, Ai Bagnoli verso Pozzuoli, La riva di Posillipo e Pescatori di ostriche, esposti nello stesso anno alla Promotrice napoletana. Presso il Vesuvio fu presentato anche, con L'arrivo inatteso (campagna siciliana) e Gli ulivi saraceni, all'Esposizione nazionale di Roma del 1883 e, acquistato dallo Stato su ordine del ministro della Pubblica Istruzione G. Baccelli, fu tra le opere che formarono il primo nucleo della neoistituita Galleria nazionale d'arte moderna (Colasanti, p. 11). L'arrivo inatteso (Roma, palazzo del Quirinale), assai apprezzato da G. D'Annunzio, fu acquistato dalla regina Margherita (Bartocci Fontana; Notizie diverse; Il patrimonio artistico…).
Henri d'Orléans duca d'Aumale, che visitò il suo studio il 24 marzo 1885, gli commissionò La benedizione degli armenti, detta anche La benedizione del bestiame a Mondello, oggi al Musée Condé di Chantilly (nella biblioteca del museo: Duc d'Aumale, Agenda, 24 marzo 1885, c. 85v).
All'Esposizione nazionale di Palermo del 1891-92 il L. partecipò con tre dipinti e tre studi dal vero.
Tra di essi, furono acquistati L'estate (o Sulla via di Romagnolo) - oggi alla villa reale di Monza - da Umberto I e Dall'ospizio marino dalla Giunta permanente di belle arti, presieduta da D. Morelli, per la Galleria nazionale d'arte moderna, al prezzo proposto dal L. di 7000 lire (Roma, Arch. centr. dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale antichità e belle arti, Divisione arte moderna, Esposizioni e congressi (1860-1892), b. 5, f. 46: Palermo, Esposizione nazionale 1891, Adunanza della giunta permanente di belle arti all'Esposizione nazionale di Palermo 1891-92, 14 maggio 1892).
Dal 1895 al 1909, con l'eccezione del 1899, il L. partecipò costantemente alle Biennali veneziane. I paesaggi presentati nel 1897 colpirono per il loro "realismo suggestionante" (L'arte nostra); e Solitudine, esposta nel 1905, fu acquistata per la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma.
Nominato nel 1895 professore di "pittura di paesaggio e di marine" all'Accademia di belle arti di Palermo, il L. ricoprì quest'incarico dal 1896 al 1914, formando allievi quali M. Mirabella, E. De Maria Bergler, M. Cortegiani, M. Catti, P. de Francisco, G. Jerace, D. Quattrociocchi (Meli). Il 26 dic. 1909, presso il Circolo artistico di Palermo, si celebrò il cinquantenario della sua carriera, con un discorso di E. Basile, e la consegna della medaglia-ritratto realizzata da A. Ugo e della biografia dedicatagli da F. Colnago (Pipitone).
Sulle rive dell'Anapo, presso Siracusa (Piacenza, Galleria Ricci Oddi), inviato in ritardo alla Biennale di Venezia del 1910, venne acquistato da G. Ricci Oddi (Siracusa antica…). Nel 1911 il L. partecipò all'Esposizione internazionale di Roma con i dipinti La quiete e L'ora che volge il disio, noti anche come L'ondata e Ritorno dalla pesca sul far della sera (Renasci). Nel 1914 dipinse La raccolta delle olive per la collezione Sinatra (Agrigento, Museo civico), sua ultima opera datata (Costantino).
Il L. morì a Palermo il 26 febbr. 1915.
M. Rutelli lo commemorò il 5 marzo presso il Consiglio comunale, del quale il L. era stato membro (cfr. Palermo, presso eredi Loiacono, Diario. Memorie, impressioni e ricordi di Evandro Lucchesi Lojacono, senza indicazione di pagine).
All'immediato declino postumo della fortuna critica del L. seguì, a partire dagli anni Ottanta fino all'importante retrospettiva organizzata a Palermo nel 2005, la sua rivalutazione quale personalità di rilievo nell'arte del secondo Ottocento.
Fonti e Bibl.: G.B.F. Basile, F. L. paesista, in Giorn. di antichità e belle arti, 15 marzo 1864; U.A. Amico, A F. L. Versi, Palermo 1870, p. 15 n. 4; Id., Versi, Palermo 1873, pp. 18-23, 89-97; C. Abbatecola, Guida e critica della grande Esposizione di belle arti di Napoli del 1877, Napoli 1877, pp. 132-134; Folchetto (J. Capon), Zig zag per l'Esposizione universale di Parigi del 1878, Milano 1878, pp. 81 s.; C. Lamarre - A. Roux, L'Italie et l'Exposition de 1878, Paris 1878, pp. 164 s.; F. Filippi, Le belle arti a Torino. Lettere sulla IV Esposizione nazionale, Milano 1880, pp. 165-179; G.D. Bartocci Fontana, L'arrivo inatteso. Quadro di F. L., in Roma. Giornale illustrato della Esposizione di belle arti 1883 ufficiale per gli atti del comitato, Roma 1883, pp. 23 s.; Notizie diverse, ibid., pp. 31, 35; L'arte nostra, in Flirt, XVII (1897), 1, pp. 5 s.; F. Colnago, L., Palermo 1909, pp. XVI, XXIII s.; G.F. Pipitone, Le onoranze a F. L., in L'Ora, 28-29 dic. 1909; Necrologio, in Emporium, XLI (1915), pp. 318-320; A. Colasanti, La Galleria nazionale di arte moderna in Roma, Roma 1922, pp. 11, 133 s.; A. Lancellotti, Le Biennali veneziane dell'anteguerra. Dalla I alla XI, Alessandria 1926, pp. 15 s., 23, 36, 69 s., 92; M. Biancale, in La mostra della pittura napoletana dei secoli XVII-XVIII-XIX promossa dall'Ente provinciale pel turismo (catal.), Napoli 1938, pp. 261, 335; G. Renasci, Pittori dell'800 nella raccolta Casella, Napoli 1939, pp. 41 s.; F. Meli, La R. Accademia di belle arti di Palermo, Firenze 1941, pp. 47, 58, 60, 127, 131; P. Ricci, Arte e artisti a Napoli (1800-1943), Napoli 1981, pp. 52 s.; M. Accascina, Ottocento siciliano. Pittura, Palermo 1982, pp. 11, 53, 70, 82, 91, 93-101, 106-109; V. Lavergne Durey, Chantilly, Musée Condé: peintures de l'école italienne, Paris 1988, pp. 98 s.; Siracusa antica nella pittura siciliana dell'Ottocento (catal.), a cura di G. Barbera, Siracusa 1988, pp. 18 s., 36 s., 66-69; F. Grasso, F. L., il ladro del sole, Palermo 1989; G. Barbera, in La pittura in Italia. L'Ottocento, II, Milano 1991, pp. 885 s.; Il patrimonio artistico del Quirinale. La quadreria e le sculture, a cura di A.M. Damigella - B. Mantura - M. Quesada, I, Roma 1991, pp. 266-268; Luigi e F. L. nella raccolta del Museo e nelle collezioni private (catal.), a cura di F. Grasso, Palermo 1995; G. Costantino, Materiali per lo studio del collezionismo d'arte ad Agrigento dal '700 agli inizi del '900, in Ottocento siciliano: dipinti di collezioni private agrigentine (catal., Agrigento), a cura di G. Barbera, Napoli 2001, pp. 56-62; C. Farese Sperken, La Scuola di Resina, in Dal vero: il paesaggismo napoletano da Gigante a De Nittis (catal.), a cura di M. Picone Petrusa, Torino 2002, pp. 59, 69 s.; G. De Simone, in La pittura di paesaggio in Italia. L'Ottocento, a cura di C. Sisi, Milano 2003, pp. 264-266; Diz. del Risorgimento nazionale, III, Milano 1933, p. 348; A.M. Comanducci, Diz. illustratodei pittori…, III, Milano 1972, pp. 436, 1736 s.