BOTTER, Francesco Luigi
Nato il 20 febbr. 1818 a Moriago presso Valdobbiadene (prov. di Treviso) da Antonio e da Maria Botteselli, agiati agricoltori, il B. fece i primi studi nel seminario di Ceneda e, terminato il corso di filosofia (1836), passò all'università di Padova. La sua precoce inclinazione per le scienze (soprattutto le matematiche) maturò e crebbe nel ricco ambiente culturale dell'università patavina. Laureatosi nel 1840, fu nominato supplente alla cattedra di matematica e assistente alla cattedra di agraria e storia naturale, tenuta dal professor Luigi Configliachi.
Sembrava che il B. fosse ormai avviato verso la carriera scientifica, e non pochi lo preconizzavano successore del Configliachi. Il B. invece lasciò nel 1841 Padova e il Veneto per lo Stato pontificio.Lo stesso anno era professore di agraria nell'Accademia agraria di Pesaro; l'anno successivo vinceva il concorso per la cattedra d'agraria teorico-pratica a Ferrara, creata nel 1841-1842 per iniziativa delle magistrature comunali. E a Ferrara, dove visse fino al 1857, il B. trascorse il periodo più felice e operoso della sua vita.
Aveva ventiquattro anni al momento della nomina, ed era fresco di energie e di immaginazione, di conoscenze teoriche e di giovanile, intraprendenza, di desiderio di apprendere e di insegnare. Il suo programma era semplice, volto più all'azione che alla teoria: servirsi della scuola come di uno strumento per modificare le pratiche tradizionali dell'agricoltura ferrarese, per introdurre le tecniche moderne fondate sulle nuove conquiste dell'agronomia teorica, ma adattate "alle circostanze speciali" della provincia. Il B., come scriverà uno dei suoi primi entusiasti discepoli, Domenico Barbantini (Dello Istituto Agrario, pp. 18 s.), allo "empirismo sostituì la teoria congiunta all'arte di sperimentare", avendo come scopo "il miglioramento dell'agricoltura territoriale". Questo obiettivo egli perseguì con duttile tenacia e con accortezza, sempre partendo dalla "prova dei fatti", evitando di opporre meccanicamente alle pratiche consuetudinarie la pura e semplice formulazione dei principî teorici.
L'insegnamento per il B. fu solo il punto di partenza. Egli comprese presto che a fianco della scuola bisognava fondare nuove istituzioni culturali che arricchissero e articolassero la circolazione delle idee. Bisognava conquistare in larghezza e in profondità le classi e i ceti (possidenti e affittuari), che avevano in mano insieme il potere economico e quello decisionale, e trasformarli in attivi protagonisti del progresso agrario. Si giunse così alla fondazione della Conferenza agraria (1845), che raccolse attorno al giovane professore circa 120 soci. Alla scuola intanto era stato annesso un gabinetto agrario (1843), un orto agrario (1843) e un podere sperimentale (1845), esteso quanto una azienda locale di media dimensione, destinato a diventare - secondo le parole del B. - "il principale sostegno e sussidio" dell'insegnamento. Nel 1846 il complesso delle nuove istituzioni prese il nome di Istituto agrario. L'anno dopo il B. trasformava il Gazzettino mercantile, organo della locale Camera di commercio e del quale era assiduo collaboratore, in Gazzettino mercantile agrario e ne assumeva la direzione per la parte agraria.
Nello stesso anno, 1847, il B. presentava al Congresso degli scienziati italiani riunito in Venezia un ampio bilancio dell'Istituto di Ferrara nei primi cinque anni di vita. E il congresso, che si impegnava fra l'altro a promuovere l'ordinamento di Consorzi agrari provinciali, indicò l'Istituto agrario ferrarese come il modello "che riuniva i principali modi d'azione". Il B., che ebbe al Congresso un vivo successo personale, fu chiamato a partecipare ai lavori della commissione che avrebbe dovuto gettare le basi di una istituenda Associazione agraria italiana.
L'Istituto agrario allargava intanto le proprie iniziative, con esposizioni e feste agrarie d'incoraggiamento in cui premiare i lavoratori più pronti ad adottare le nuove tecniche per eccitarne l'emulazione. Nel 1848 il Gazzettino mercantile agrario divenne il Gazzettino agrario mercantile. Nel 1849 il B. fondava un nuovo giornale, di grande formato, L'incoraggiamento. Giornale di agricoltura,industria,commercio,arti attinenti,statistica,economia,ecc., con l'obiettivo di diffondere e generalizzare le discussioni, le esperienze, i dibattiti della Conferenza agraria e le crescenti attività e iniziative dell'Istituto.
Questo ricco ventaglio di iniziative e di istituzioni appariva già, alla fine degli anni '40, come una forza efficace, viva, capace di orientare e sollecitare il moto di rinnovamento dell'agricoltura ferrarese. Le rotazioni tradizionali furono modificate con l'introduzione nell'avvicendamento dei prati artificiali e il vecchio aratro (varsur) fu sostituito da un moderno strumento, l'aratro Dombasle, modificato (1845-1846) dal B. e dal conte F. Aventi, e montato in una officina annessa all'Istituto agrario. Questo aratro, venduto al "puro prezzo di costo", ebbe in pochi anni una diffusione rapidissima. Nel 1861 il B. calcolava che l'officina di Ferrara ne avesse montati e venduti circa cinquemila. Altre macchine (come i trebbiatoi meccanici, quelli a vapore, le macchine per lo stigliamento e la macerazione meccanica della canapa, ecc.) furono introdotte, o per iniziativa del B. o con la sua attiva partecipazione. Anche nel campo delle bonifiche idrauliche egli intervenne intensamente e con continuità, consigliando l'adozione delle macchine più avanzate (le idrovore a vapore) e dando notizia sull'Incoraggiamento dei lavori in corso: seguiva per esempio con trepida attenzione i tentativi di bonifica dell'animoso amico conte Francesco Aventi, che però mancarono gli obiettivi che erano stati fissati.
Le ragioni dei rilevanti successi conseguiti - malgrado il fallimento di alcune iniziative, come quella della bonifica - sono molteplici e di varia natura. Al B., che non mancava di riflettere con intelligenza sui rapporti fra la sua opera e le reazioni favorevoli dell'ambiente, sembrava essenziale l'esistenza nelle campagne ferraresi di una peculiare struttura economica, la boaria, "che lascia al proprietario dei fondi la libertà intera alle riforme e modificazioni che piaccia introdurre senza il legame che soffrono ad ogni passo i bolognesi per causa dei coloni tenuti da essi col sistema di mezzadria". In altre parole, era l'esistenza di rapporti di produzione già caratterizzati in senso capitalistico a imprimere quel vivace dinamismo che l'agronomo veneto aveva saputo incanalare e guidare.
Nel 1857 il B. veniva chiamato a ricoprire all'università di Bologna la cattedra che fu già di Filippo Re. E a Bologna egli trasferì anche la direzione dell'Incoraggiamento. Fra il 1860 e il 1862 fu segretario della Società agraria della provincia di Bologna. L'Incoraggiamento intanto cresceva e si trasformava (1864) nel Giornale di agricoltura,industria e commercio del Regno d'Italia, il primo giornale d'agricoltura a carattere nazionale, ricco di informazioni e corrispondenze da ogni parte d'Italia. Nella nuova sede il B. continuò ad affrontare problemi pratici: a favore dell'aratura funicolare, per la diffusione degli aratri moderni, degli aratri ravagliatori, di macchine dicanapulatrici, ecc. Ma nel Bolognese la sua influenza fu di gran lunga minore che nel Ferrarese. Nell'attacco violento che il B. scagliò (1868) contro la mezzadria, "avanzo del feudalesimo" (e che non era certo fatto per piacere ai proprietari bolognesi), possiamo vedere l'espressione di impazienza e irritazione nei confronti di un ambiente più tardo e lento di quello lasciato a Ferrara. Significativo sembra il fatto che il B. abbia bruscamente cessato nel 1864 di partecipare con relazioni e memorie ai lavori della Società agraria. Ebbe incarichi di responsabilità nelle maggiori esposizioni agrarie d'Italia, d'Inghilterra e di Francia. Nel 1876 lasciò la direzione del Giornale d'agricoltura.
Morì a Bologna l'11 marzo 1878.
Innumerevoli gli articoli, le note (anche brevissime), i resoconti, le cronache, gli interventi di varia natura che il B. scrisse (spesso senza firmarli) sui giornali che fondò e diresse, dal Gazzettino mercantile agrario al Giornale di agricoltura,industria e commercio del Regno d'Italia. Relativamente scarsa la collaborazione ad altri giornali, comunque significativa, come quella al Giornale agrario toscano e al Giornale dell'ingegnere. L'insegnamento lo impegnò per tutta la vita (il B. doveva piacere per la presa che faceva sugli uditori, con la parola facile, vivace ed elegante). Ma non sentì mai l'esigenza di scrivere un manuale di agricoltura (un breve e riassuntivo compendio delle lezioni fu pubblicato da D. Barbantini). Preferiva una diversa forma di intervento, più immediata e diretta: quella del giornalista agrario.
Sulla partecipazione al IX Congresso degli scienziati italiani si veda: Diario del IX Congresso degli scienziati ital. convocati in Venezia nel sett. 1841, Venezia s.d., pp. 23, 114, 123 s.
Le relazioni e i discorsi che il B. pronunciò alla Conferenza agraria di Ferrara sono pubblicati sull'Incoraggiamento. Dal1860 al 1864 partecipò attivamente con note e comunicazioni ai lavori della Società agraria di Bologna (cfr. gli Annali della Società agraria provinciale di Bologna in continuazione delle Memorie).
Numerosi gli opuscoli spesso immediatamente derivati dall'attività di giornalista. Si ricordano: Rendiconto generale dell'Istituto agrario di Ferrara dalla sua fondazione nel 1841 a tutto il 1848, Ferrara 1848; Notizie intorno alla tenuta di Casaglia presso Ferrara. Relazione di una escursione agraria fatta dagli alunni della Scuola agraria dell'Istituto agrario, Ferrara 1849; Intorno ad un opuscolo anonimo... Discorso letto alla Conferenza agraria di Ferrara, Bologna 1850; Istruzione popolare. Cenni intorno ai mezzi per sopperire alla scarsezza dei foraggi, Ferrara 1853; Sulle macchine idrofore da adottare per l'asciugamento dei fondi vallivi..., Ferrara 1855; Sui macchinismi idrofori a vapore per l'asciugamento dei fondi vallivi. Seconda memoria, Ferrara 1856; Intorno alle condizioni di scolo e agli asciugamenti meccanici a vapore della provincia di Ferrara..., Bologna 1862; Nuovo sistema di trazione degli strumenti aratori dei fratelli Selmi, Bologna 1867; Società delle bonifiche ferraresi. Decreto reale,commenti e osservazioni, Bologna 1876; Prima società per lo stigliamento della canapa e del lino col sistema Leoni e Coblenz in Montagnana, Bologna 1871; Sui sistemi di macchinismi idrofori pel prosciugamento dei bassi-fondi, s.n.t.
Fonti eBibl.: Manoscritti del B. o relativi al B. si trovano in diverse buste dell'Archivio Comunale di Ferrara, Università. Notizie autobiografiche, o direttamente ispirate, troviamo in Dello istituto agrario di Ferrara con alcuni cenni sulla storia e progresso dell'agricoltura, a cura di D. Barbantini, Ferrara 1847; Origini e progressi dell'Ist. agrario di Ferrara, in Rendiconto delle sessioni della Società agraria della provincia di Bologna,Anni accad. dal 1839 al 1850, 1853, pp. 226-231. Si veda inoltre: D. Santagata, Cenno necrologico del prof. cav. F. L. B., in Programma della R. Scuola d'applicazione per gli ingegneri in Bologna. Anno scolastico 1878-79, Bologna 1879, pp. 101-105; elogio funebre anonimo sul Giorn. d'agricolt.,industria e commercio del Regno d'Italia, V (1878), p. 257; A. Bignardi, Diciannove lettere di Enrico Sassoli a Marco Minghetti, in Strenna storica bolognese, XI (1961), pp. 34-35; C. Poni, Gli aratri e l'economia agraria nel bolognese dal XVII al XIX secolo, Bologna 1963, pp. 117 s., 133-139, passim; M. Zucchini, L'agricoltura ferrarese attraverso i secoli. Lineamenti storici, Roma 1967, pp. 271-273, passim;L. Dal Pane, Economia e società a Bologna nell'età del Risorgimento, Bologna 1969, pp. 150, 510, 549; A. Bignardi, Settecento agrario bolognese e altri saggi, Bologna 1970, pp. 100 s.